Rubens…il mistero continua.

E’passato oltre un anno da quando ho scritto la prima e reale storia della mia gattina Rubens, ed ho pensato di raccontarvi questo episodio che mi permette di sottolineare ancora una volta quanto questa bellissima gattina sia misteriosa.

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Per chi non avesse letto la storia consiglio di darci una “sbirciata” (clicca su questo link) perchè solo così si può capire quanto è “strano” ciò che sto per raccontare.
Poco più di un anno fa, con grande dispiacere per me, decisi di fare adottare la “mia” gattina Rubens da mia cognata, perchè non riuscivo più a sopportare l’idea che la poverina, dopo l’episodio misterioso del fuoco, venisse quotidianamente aggredita dalle altre gatte di casa mia.
Mia cognata Maria ha accolto subito con grande entusiasmo la piccola, sia perchè è una bellissima micia, sia per il suo carattere dolcissimo.

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Nonostante le mie incertezze sul trasferimento, con gioia ho potuto constatare che Rubens si è subito integrata nella nuova casa.
Con il suo portamento leggiadro ed elegante ed il suo carattere, ha conquistato tutta la famiglia; ora anche i miei nipotini sono attenti alla sua alimentazione ed alla sua salute.

Una mattina di poche settimane fa mia cognata mi ha chiamata preoccupata perché la gattina il giorno prima aveva iniziato a vomitare e perciò voleva portarmela per una visita.
In cuor mio pensai che si trattasse di una sciocchezza e che magari, considerando il folto mantello della gatta, potevano essere i classici “boli di pelo” che le stavano procurando un po’ di fastidio a stomaco ed intestino.
Per stare tutte più tranquille decisi di tenerla un’ intera giornata sotto controllo.

Rubens mi venne portata da mio fratello intorno alle 10 del mattino; poco più tardi inizai la mia visita.
In realtà all’apparenza sembrava tutto nella norma e, inoltre, non aveva vomitato nemmeno una volta.
Certo, rifiutava il cibo e cercava posti più isolati della stanza dove l’avevo sistemata, ma continuavo a pensare che magari questo suo atteggiamento fosse dovuto al fatto che non conosceva quell’ambiente.

Con l’aiuto di Laura, una amica-collega che adora la piccola, le furono fatte due radiografie all’addome per capire che cosa potesse esserci “di strano”.
Niente…non notai assolutamente nulla..nessuna anomalia,nemmeno un piccolo tricobezoario ( bolo di pelo ).
Eravamo interdette.
Laura, per raccogliere più informazioni utili per una diagnosi, mi suggerì di contattare il collega che si occupa di ecografia, Pasquale.
Il nostro bravissimo collega, sentendoci preoccupate, riuscì a liberarsi dai suoi impegni e a raggiungerci intorno alle 15 in ambulatorio.
Proprio perché Rubens si mostrava poco collaborativa decisi, per non perdere altro tempo utile,di sedarla ( operazione che infastidisce la maggior parte dei proprietari ma che in questo caso é stata veramente importante per la diagnosi ).

Un effetto collaterale di uno dei farmaci che si utilizzano per sedare un gatto é il vomito.
Ebbene, Rubens dopo nemmeno dieci minuti dalla puntura ha vomitato un paio di volte e poi si é completamente rilassata.
Dopo averla posata sul tavolo da visita e mentre Laura le tosava il pancino per permettere a Pasquale di eseguire l’ecografia, io le aprii la bocca per controllare che non fossero rimasti residui del vomito.
Ed ecco invece la terribile sorpresa.

Sollevando la lingua notai, veramente con grande dispiacere, un filo di plastica arrotolato attorno alla base della lingua che scendeva giù nell’esofago.
In quel momento mi si gelò il sangue.
In quasi vent’anni di professione solo una volta ho avuto il dispiacere di operare una gatta che aveva ingerito un “corpo estraneo lineare” ma, purtroppo l’intervento non andò a buon fine perché la diagnosi era stata tardiva ed il maledetto filo aveva letteralmente segato in due l’intestino.
Mentre io a voce alta cercavo di capire che cosa e come fare, Pasquale completò la sua ecografia e mi spiegò che il filo aveva ormai percorso buona parte dell’apparato gastroenterico.

Non avevo molte scelte e decisi di intervenire immediatamente, memore di quella brutta esperienza vissuta qualche anno prima.
Non volevo che alla mia gattina succedesse la stessa cosa.
Ho sempre preferito non operare animali che mi appartenessero perché c’è un coinvolgimento emotivo che non ti lascia lucida….ma non avevo possibilità di chiamare nessuno.

Iniziammo tutto l’iter pre-operatorio approfondendo la sedazione ed incubando la micina.
Mentre Laura cerca di trasmettermi tranquillità, visto che in quel momento tremavo come una foglia, inizai con il taglio alla cute dell’addome.
L’intervento mi sembrò durare un’eternità perché, piano piano e con pazienza certosina, tagliai e suturai ben quattro punti diversi tra stomaco ed intestino, per sfilare a pezzetti il lungo filo.
Non potevo incidere in un sol punto l’intestino e tirare il filo perché avrei rischiato che questo diventasse come una lama e tagliasse in due la parete intestinale.

Dopo aver controllato che ogni incisione chirurgica fosse stata ben suturata, iniziai a “ricucire” tutti gli strati della parete addominale e poi a risvegliare la gattina.
Ero esausta.

Lasciammo la piccola in una gabbia e diedi a Laura il compito di eseguire la terapia il giorno seguente e di controllarla in ogni momento della giornata.

Inutile scrivere che quella notte a stento riuscii a dormire e, in una mia preghiera, mi ritrovai a pensare :” preferirei patire io questo terribile dolore addominale affinché la piccola si possa salvare”.
Presto, fatto!

Il giorno dopo Rubens era tranquilla, collaborativa, ben presente ma ovviamente senza appetito.
Il giorno dopo ancora, con grande gioia, Rubens accettò il cibo che le veniva proposto e continuò a spiluccarlo per tutta la giornata .
Ero contentissima ma intanto iniziavo ad avere un leggero dolore addominale.
Ogni giorno che passava Rubens migliorava sempre più mentre il mio dolore peggiorava tanto da costringermi a letto nel weekend con forti crampi addominali.

Il lunedì ritornai al lavoro, un po’ stanca per il malessere del weekend, ma subito mi rincuorai nel vedere la piccola che stava sempre meglio e che finalmente aveva iniziato a mangiare con appetito e ad espletare tutte le sue funzioni organiche.
Anch’io stavo decisamente meglio.
Oggi però mi pongo una domanda:” E’ stata una pura coincidenza oppure la misteriosa e quasi esoterica Rubens c’entra qualcosa col mio malessere?”

Una settimana dopo l’intervento Rubens é ritornata a casa sua e, fino ad oggi, non ha avuto più altri problemi gastrointestinali.
Volendo credere che ogni gatto abbia sette vite credo che alla mia piccola micia ne sono rimaste solo altre cinque, con l’augurio che le durino quanto più a lungo possibile.

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Rubens augura a tutti voi un felice Holloween ( anche se con un pò di ritardo )

Imma Paone

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One Response to “Rubens…il mistero continua.”

  1. Marina scrive:

    Incredibile, Rubens non smette mai di sorprendermi!!!

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