Anche se è già passato un mese dalla sua morte, il vuoto che ha lasciato in noi il nostro cagnolone “Tonino” è ancora enorme.
Il nostro Hilton
Sentivo la necessità di condividere con voi la vita e le varie vicessitudini di quello che poi, nel tempo, era diventata la mascotte del mio ambulatorio.
All’origine il suo nome era Hilton, proprio come la famosa catena di alberghi americani che si trovano oggi in tutto il mondo, acquistato 16 anni fa presso un allevamento di labrador dalla mia socia Imma, che oggi purtroppo non è più tra noi.
Bellissimo e dolcissimo fin da cucciolo, proprio come il cagnolino della famosa pubblicità della scottex, Hilton non faceva altro che correre per tutta la casa ed avere come chiodo fisso solo il voler giocare.
Era sempre disponibile per coccole e carezze e non aveva paura di niente, nè dei fuochi di artificio nè delle piogge torrenziali; insomma era un cane molto equilibrato.
Ricordo ancora come se fosse ieri le passeggiate in auto che facevamo insieme alla sua padrona, le scorrazzate sui campi e le dormite in un lettino piccolo piccolo che abbiamo fatto in tre ( io, Hilton ed Imma ) quelle volte che mi fermavo a casa sua dopo una giornata insieme di lavoro.
Quaranta chili di dolcezza, morbidezza e spensieratezza.
Il giovane Hilton e la sua Imma.
Era bellissimo passeggiare con lui, tantissima gente ci fermava anche per una semplice carezza.
Nel 2006 io ed Imma facemmo il grande passo di aprire insieme un ambulatorio a Napoli e, per problemi di gestione, decidemmo di portare Hilton, che ormai aveva gia 7 anni, con noi in struttura.
E’ vero, lo spazio a sua disposizione non era enorme, ma chi ha un cane può capirmi perchè, come spesso dico ai miei clienti: “puoi avere anche un giardino di mille metri quadri, il cane adora stare “appiccicato” al suo padrone“.
Cercavamo di compensare la mancanza di spazio con almeno 4 uscite giornaliere per i suoi bisogni e per fargli sgranchire le gambe.
Hilton era talmente tanto bello e buono che le persone bussavano alla porta del nostro ambulatorio solo per vederlo meglio da vicino ed accarezzarlo.
Era praticamente conosciuto da tutto il rione Vicaria, rione storico di Napoli; addirittura i ragazzi del bar,entrando in ambulatorio per portarci il caffè, lo salutavano come se fosse un membro dello staff.
Il nostro ambulatorio è in un quartiere di napoli dove oggi vivono anche diversi stranieri.
Non so spiegare il perché ma far capire loro che il suo nome era Hilton sembrava una impresa impossibile.
Sentivo chiamarlo: Hitton, Hirton, Witton, insomma in tutti i modi tranne che nel suo originale, fino a quando un ragazzo cinese candidamente lo chiamò Tonino, convinto che quello fosse il suo nome.
Ci piacque molto e da quel giorno a chiunque ci chiedesse il suo nome rispondevamo: “ Hilton, ma per gli amici Tonino!“.
Negli anni Tonino ci ha aiutato a trattare l’ansia di alcuni cagnolini, ad ospitare cuccioli appena raccolti che vedevano in lui un padre amorevole e soprattutto a salvare decine di cani grazie al suo sangue.
Ebbene si, Tonino era diventato il nostro donatore ufficiale.
Quando arrivano in ambulatorio cani anemici per avvelenamenti, malattie infettive o emorragie interne, è necessario trasfondere sangue con una certa urgenza.
In veterinaria ancora oggi non c’è grande disponibilità di sacche di sangue già pronte per una trasfusione per cui spesso siamo costrette ricorrere a donatori improvvisati.
Tonino invece aveva tutti i requisiti giusti: maschio, 40 kg, sano, ematologicamente sempre controllato ed esente da malattie infettive.
Ormai Tonino aveva imparato a riconoscere gli aghi ed appena ci vedeva con una siringa in mano cercava di nascondersi.
Provate ad immaginare un cane di 40 kg cercare di nascondersi infilando solo la testa sotto ad un mobile perché troppo grande per entrarci tutto…era la scena più ridicola che si potesse vedere.
Ogni mattina alle 9 si apriva l’ambulatorio e lui era già lì, dietro la vetrata, che scodinzolava ed ogni sera, alle 19.30, orario di chiusura, lui sapeva già di dover andare sul suo lettino perché bisognava chiudere.
Certo la domenica era un pò antipatica come giornata perché rimaneva molte ore solo, ma comunque cercavamo a turni e con la collaborazione di parenti e amici, di portarlo a passeggio.
Intanto gli anni passavano ed ovviamente Tonino invecchiava.
Era sempre più restio a muoversi per problemi artrosici, più predisposto ad otiti ed infezioni vescicali.
Ogni qual volta aveva una cistite inondava la sala visita con litri di pipì visto che, poverino, non riusciva a trattenersi per il fastidio.
Dopo la morte della sua padrona Imma, prematuramente scomparsa alla giovane età di 40 anni per un terribile e devastante tumore al seno, Laura, una simpaticissima amica e collega, prese tanto a cuore l’ormai vecchietto Tonino che, oltre a viziarlo con leccornie casalinghe, non perdeva occasione per portarselo a casa nei week end per evitare di lasciarlo troppo spesso solo.
Con lei Tonino ha trascorso gli ultimi sereni anni della sua vita.
Era letteralmente innamorato di Laura ed ogni volta che la vedeva faceva delle feste incredibili tanto che, nonostante i suoi dolori articolari, riusciva anche a saltare.
Ormai vivevano in simbiosi.
Purtroppo però l’ultimo mese della vita di Tonino è stato veramente difficile, sempre più impossibilitato a muoversi, con un fisso dolore al fianco per un serio problema renale e con un appetito capriccioso.
Con analisi ed ecografie avevamo ben chiara la sua situazione ma nessuno di noi voleva accettarla.
Abbiamo iniziato una terapia di sostegno con antibiotici, antinfiammatori e soprattutto antidolorifici.
Hilton e Laura,che più di tutte noi l’ha viziato nell’ultimo periodo con i manicaretti della sua mamma Loredana
In un primo momento sembrava anche rispondere bene ma poi si era addirittura assuefatto all’antidolorifico tanto che per lui non aveva più effetto.
Purtroppo devo ammetterlo, abbiamo commesso quello che si dice : accanimento terapeutico.
Non riuscivamo a prendere la giusta decisione, non facevamo altro che rimandare nella speranza che il giorno dopo potesse essere un giorno migliore.
In realtà Tonino stesso ci ha poi messe nella condizione di dover decidere.
Dopo due giorni di digiuno e dolore, ha emesso un urlo straziante ed è caduto al suolo in preda ad una crisi convulsiva.
Il momento era giunto…andava addormentato; non era più giusto aspettare ancora.
Serranda mezza chiusa e con tutti i suoi cari attorno, Hilton è stato dolcemente addormentato da Laura mentre a me, ahimè, è toccata la siringa finale per bloccare per sempre il suo forte cuore.
Tonino ci ha lasciato silenziosamente, teneramente abbracciato e baciato da tutte noi in lacrime.
E’ stato emozionante vedere quante persone hanno lasciato un pensiero per lui sulla bacheca di facebook e quanti sono passati a fare le condoglianze proprio perchè Tonino per tutti era un membro di famiglia.
Mi piace ricordarlo così, beatamente sdraiato mentre dorme nell’ingresso del mio ambulatorio
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