La grande litigata sotto il bombardamento.

Uno scorcio della città tedesca Herzogenaurach

Cercando spunti da proporre come esercitazioni pratiche del “corso per raccontatori occasionali o seriali” che ho ideato e che da qualche settimana ha preso avvio presso l’Università dell’Età Libera della mia città (Pesaro), mi è tornata in mente una vecchia storia curiosa che io avevo scoperto qualche anno fa, ma che ha avuto origine addirittura all’inizio del millenovecento.

E’ la storia di due fratelli dal carattere molto litigioso e di come questo aspetto personale sia riuscito addirittura a dividere gli abitanti del loro paese in due distinte fazioni, separate fra loro in tutto, dal tifo sportivo alla fede religiosa, dal modo di vestirsi alla scelta di negozi, ristoranti e locali da frequentare.

Nel piccolo paese bavarese si viveva dunque separati non solo dal fiume Aurach che la attraversa, ma, come per i Montecchi e i Capuleti nella Verona del 1500, pur senza mai arrivare al fatto di sangue come nella vicenda di Giulietta e Romeo, anche là erano osteggiati i rapporti sentimentali e anche personali tra gli appartenenti alle due fazioni.

Tutto era nato dall’ennesima litigata, scaturita da un malinteso. Si era addirittura sotto un bombardamento, nella Germania del 1943, e pare che la frase “di nuovo quei bastardi”, pronunciata dal maggiore e riferita agli Americani, venisse interpretata dal minore come riferita a lui e alla sua famiglia visto che aveva occupato per primo il rifugio antiaereo.

Insomma, a guerra finita il dissapore non si era dissolto e i due fratelli decisero di separare l’azienda di famiglia, che avevano fondato addirittura nel 1924, ampliando l’attività del padre calzolaio.

L’azienda, che aveva avuto un grande momento di notorietà quando aveva fornito le scarpe da corsa a Jesse Owens che nel 1936 calzandole vinse quattro medaglie d’oro alle olimpiadi di Berlino, si chiamava Gebrüder Dassler Schuhfabrik ed impiegava gran parte della popolazione della piccola città tedesca di 22mila abitanti a nordovest di Norimberga.

Quando decisero di dividersi e fondare due aziende, i fratelli Dassler si divisero anche il personale. Non si sa con che criteri di scelta, ma più o meno metà paese scelse o fu scelto da Adolf e l’altra metà da Rudolf.

E fu così che da quel momento la quieta Herzogenaurach si trovò divisa tra dipendenti della azienda di Adolf (detto Adi) Dassler, con stabilimento sulla riva sud del fiume Aurach, e quella del fratello Rudolf (detto Rudi) con stabilimento sulla riva nord.

E per riconoscere gli appartenenti all’una o all’altra fazione, bastava guardare in basso, e vedere se calzassero ADIDAS (il marchio inventato di Adi Dassler) o PUMA (il marchio ideato da Rudi, che all’inizio l’aveva chiamata RUDA).
Ecco perché Herzogenaurach è stata anche soprannominata “la città dai colli piegati”.

Naturalmente lo sport non faceva di certo eccezione e le due squadre del paese, l’ASV Herzogenaurach e l’FC Herzogenaurach, rappresentavano rispettivamente le persone fedeli all’Adidas e quelle alla Puma.

Sul web si rintracciano diverse testimonianze su questa rivalità, come quella di Klaus-Peter Gäbelein, un membro di un’associazione locale a difesa del territorio, che ha raccontato che «se un impiegato dell’Adidas avesse sposato uno della Puma avrebbe rischiato di spaccare la propria famiglia. Anche la religione e la politica erano parte di questo guaio: la gente di Puma era considerata cattolica e conservatrice, mentre quelli di Adidas protestanti e socialdemocratici». C’è chi afferma che «ciascuna delle due fazioni aveva i propri negozi: c’era un macellaio di area Puma, un pub per quelli che indossavano solo Adidas e così via. Circola una storia, riportata dal Wall Street Journal, secondo cui una volta un ragazzo che lavorava per Adidas si innamorò della figlia di un dirigente di Puma: dopo averla sposata fu costretto a entrare nella fazione della “gente di Puma” con tutta la famiglia. Si racconta che suo padre non si riprese mai completamente.»

Per fortuna oggi la situazione è molto migliorata, anche perché ormai le due società sono multinazionali quotate in borsa e non sono più controllate dai discendenti dei due fratelli e dunque l’antica la rivalità è diventata negli anni poco più di un curioso ricordo, anche perché ad Herzogenaurach sono arrivati diversi nuovi dipendenti di Adidas e Puma, che non hanno mai vissuto la rivalità precedente.

In alto, le sedi attuali delle due società. In basso a sinistra, uno scatto dalla partita che cessò ogni ostilità. In basso a destra: due scene dal film ispirato alla singolare storia

A sancire anche ufficialmente la “cessazione delle ostilità”, nel 2009 i dipendenti di Puma e Adidas hanno giocato una partita di calcio a squadre miste, operai contro dirigenti (per la cronaca hanno vinto gli operai 7-5). La palla utilizzata nella partita aveva impressi i marchi di entrambe le società. Il Sindaco, che in passato si è barcamenato fra le due fazioni indossando a giorni alterni vestiti Puma e Adidas, ha fatto costruire una nuova fontana con una statua che raffigura due bambini che giocano al tiro alla fune: uno indossa scarpe Adidas, l’altro scarpe Puma.

Come è ormai consuetudine, la vicenda è diventata anche un (poco noto) film: Adidas vs Puma – Due fratelli in guerra (Duell der Brüder – Die Geschichte von Adidas und Puma) diretto da Oliver Dommenget, trasmesso anche in Italia su Sky Arte.

Paolo Pagnini
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