Mariagiovanna Elmi: “Quando il generale mi prestò la sua tuta anti – G”

Una conversazione con un’icona della tv italiana come Mariagiovanna Elmi è come un tuffo nella storia della RAI. Pensando alla sua lunga e variegata carriera è persino difficile darle un titolo o definirne il ruolo: dopo aver iniziato come modella Mariagiovanna ha lavorato in radio, in televisione, per due volte come conduttrice a Sanremo insieme a Mike Bongiorno. Nel cinema ha collaborato con alcuni dei nostri mostri sacri come Massimo Troisi, Renzo Arbore, Maurizio Nichetti (“Piccole parti” minimizza lei). Ha inciso dischi.

La “fatina” Elmi e Mal ne: il Dirigibile

Ma per quelli della mia generazione Mariagiovanna Elmi rimane l’archetipo della fatina televisiva, e cominciamo da qui:

Signora Elmi lei ormai si sarà stancata di questo appellativo di fatina che la insegue dagli inizi della sua carriera.

“Assolutamente no, perché questo è un nome che mi è stato dato dai bambini, e i bambini sono sempre estremamente limpidi e sinceri in quello che dicono. Avrebbero per esempio potuto chiamarmi strega e invece hanno voluto chiamarmi fatina, un titolo che io porto ancora con orgoglio.”

Ma se vogliamo capire come si diventa Mariagiovanna Elmi e qual è stato lo stimolo per iniziare una carriera simile, possiamo riassumerlo in due parole: curiosità e serendipità. Elmi da ragazza risponde a un concorso lanciato dalla rivista Grazia per cercare 22 modelle e 3 indossatrici. Come dice lei stessa: “Sono alta 1,60, l’indossatrice non potevo farla”.

Manda di nascosto la raccomandata per partecipare e non avendo le foto richieste, ne manda una in un gruppo di amici disegnando una freccia per indicarsi. Nel frattempo, visto che gli studi le andavano bene, va a Parigi per 15 giorni a perfezionare la lingua, e lì le telefona il padre, perché nel frattempo è arrivata la risposta al concorso e a casa l’hanno letta. Apriti cielo! E come hai potuto fare una cosa del genere (“Si, ma dimmi cosa scrivono”), e non ci hai detto nulla “(Si, ma cosa dice la lettera?”). Insomma, convocata a Milano e facendosi ospitare da una zia per tranquillizzare i suoi, si presenta al provino con l’ultimo vestito pulito (della Standa) che aveva in valigia e alla festa alla Terrazza Martini con un abito di paillettes preso in prestito. La selezionano come modella per Grazia per il Lazio.

Anche l’ingresso in televisione avvenne per caso, tramite una signora incontrata al mare che le disse “Ma sai che potresti fare la presentatrice?” e le suggerì di presentarsi alla sede della RAI e ritirare un modulo da compilare. Le foto da mandare nel frattempo le aveva e la presero.
“In questo modo ho imparato come funziona una redazione, anche se all’inizio facevo la “supplente” delle colleghe”, ricorda Elmi.

Successivamente inizia a ritagliarsi uno spazio tutto suo con programmi che ancora ricordiamo tutti. Elmi racconta che grazie a Salve Ragazzi, un programma alla radio che lei conduceva intervistando i ragazzi di leva, è stata la prima donna a salire su un velivolo dell’Aeronautica militare italiana indossando una tuta anti – G prestatale dal generale Remondino che era in pensione e che le stava larghissima. Dopo aver superato la visita di idoneità all’Istituto di medicina legale poté volare, da passeggera, con la pattuglia acrobatica da Pratica di Mare, facendo loop e cabrate. “La velocità è tale, che il cuore ti scende nella pancia, per questo indossavo la tuta anti – G,” spiega Elmi, “perchè se si vola a 4 G significa che per effetto della velocità il tuo peso è 4 volte quello reale”.

Insomma, grazie al suo programma radio e la curiosità, l’entusiasmo, sempre quelli, Elmi è stata la prima donna a volare su un reattore militare (“Alla fine mi regalarono un aeroplanino con scritto: la numero 1.”)

Ma non finisce qui. Mariagiovanna, lei è molto impegnata nel sociale e in attività di beneficenza e ha ricevuto anche premi prestigiosi per il suo impegno. Si capisce che non le piace parlarne più di tanto (“Tutti sappiamo che dare una mano fa sentire meglio”.) Però ci interesserebbe molto conoscere un progetto in cui è stata coinvolta da amici negli Stati Uniti d’America per visitare una scuola in Guatemala.

“A Rio Dulce c’è una scuola per bambini abbandonati, e ho potuto vedere la passione degli insegnanti e parlarci. Monica Melotti, che è un’architetta, ha realizzato una piccola clinica per le diagnosi a distanza con un pediatra, a Miami. Insieme attiviamo donatori per mettere insieme i fondi, perchè la zona è remota e se il fiume è in piena è difficile da lì trasportare i bambini all’ospedale più vicino, mentre con la telemedicina si può fare già tanto.”

È anche una vivace ed entusiasta promotrice per la donazione del sangue.

“In RAI ho iniziato a donare il sangue, scoprendo di avere il gruppo 0 negativo, che è molto importante perchè è compatibile con tutti gli altri gruppi. Una volta stavamo raccogliendo il sangue per la sorella di Nicoletta Orsomando e portai con me Rosanna Vaudetti, che alla vista del sangue svenne; non ne era molto convinta… Donare il sangue salva la vita di tante persone, un atto di vero altruismo. Inoltre il sangue si rigenera, quindi è anche salutare per il donatore.”

Parlando di Rosanna Vaudetti, recentemente avete ancora collaborato allo spettacolo BellaMà.

“Si, per due stagioni abbiamo tenuto la rubrica La posta del cuore in cui rispondiamo alle mail che gli spettatori ci scrivono da casa. Con noi l’indice di ascolto è raddoppiato, il nostro pubblico è composto da boomer e GenZ ( generazione zeta) .”

Mariagiovanna Elmi e Rosanna Vaudetti nel programma televisivo BellaMà, del giornalista Pierluigi Diaco, su Rai 2, dove hanno tenuto la rubrica “La posta del cuore”, per due anni consecutivi.

E comunque lei rimane molto attiva in televisione. Ha pensato mai di smettere?

“Mi piace molto il rapporto con il pubblico e mai vorrei lasciare la RAI, alcune settimane fa ero a Porta a Porta, per esempio. Ma un impegno tutte le settimane come negli ultimi due anni no, sono sposata, ci sono i viaggi, le vacanze, occorre avere il senso della misura. Ma in TV rimango sempre perchè è sempre bello incontrarsi.”

Per concludere, dall’alto della sua lunga carriera televisiva e non solo, come ha visto cambiare la televisione in questi anni? Noi che viviamo all’estero notiamo che quello che caratterizza la televisione italiana sono i talk-show, lei che cosa ne pensa?

“La televisione è cambiata moltissimo perchè è cambiata la società. Ora ci sono moltissime reti televisive. Per fare televisione occorre amare le novità, aver voglia di correre, fare, curiosare. Invece vedo che le persone sono meno entusiaste, ci si sta appiattendo, manca il piacere di fare. Sui talk-show dipende dalle reti, spesso dicono parolacce, alzano la voce, il presentatore non ti fa parlare o gli altri ti parlano sopra. Invece in televisione ci vogliono delicatezza, gentilezza, educazione. In fondo entri nelle case delle persone, ci vuole rispetto e ora ne vedo meno.”

Ripenso con nostalgia a quando la RAI faceva i programmi educativi della mia infanzia, e ricordiamo un altro programma di Elmi, Spazio Libero, i famosi programi dell’accesso. Mentre ci salutiamo, mi canticchio silenziosamente in testa la sigla de Il Dirigibile, il programma educativo per bambini in cui è nata la fatina Mariagiovanna Elmi, pensando che in fondo noi boomer siamo così: abbiamo bisogno di fatine, entusiasmo e curiosità, augurando ad una incredibile professionista come Mariagiovanna Elmi di regalarci ancora tanta televisione come piace a lei, e a noi, tra curiosità e serendipità.

Barbara Summa

www.mammamsterdam.net

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