Foto di Maria Cristina Giongo
Prima di consigliare un libro ovviamente devo leggerlo; per questo motivo sono un po’ in ritardo con quello di questo mese, in quanto l’ho appena terminato durante le mie vacanze estive. D’altra parte un libro “è per sempre”, come si dice dei diamanti che resistono al tempo e nel tempo. Ricordando che essi occupano il più alto grado (10) della scala di durezza fissata dal mineralogista tedesco Friedrich Mohs (1773-1839). Sta a dire che il diamante può scalfire tutti gli altri minerali (ma… può essere scalfito solo da un altro diamante).
Margherita Torretta
Lo stesso avviene per i libri che hanno un valore, una durata nel tempo, preziosi patrimoni dell’umanità, da cui impariamo tanto; grazie a cui ci immergiamo in molteplici storie, avventure, viaggiando con la mente ed il cuore. RIMMEL, edizioni Pendragon, (ricordate la famosa canzone del cantautore Francesco De Gregori?) è una specie di biografia-diario in forma romanzata di Margherita Torretta, nata a Castel San Giovanni (PC) nel 1986.
Dopo gli studi al conservatorio G. Nicolini di Piacenza Margherita Torretta si è perfezionata al Conservatorio G. Verdi di Milano, a quello della Svizzera Italiana di Lugano, alla International Lake Como Academy. Apprezzata interprete delle sonate di Domenico Scarlatti, ha pubblicato due album da solista ed il terzo uscirà entro la fine del 2024. La sua carriera ha letteralmente “preso il volo” come pianista verso vari lidi Europei, verso l’Asia, gli Stati Uniti d’America e l’Australia. Attualmente vive a Londra.
Anna Codega
Margherita ha scritto questo libro con Anna Codega, a cui sono particolarmente legata in quanto abbiamo frequentato lo stesso Liceo classico, a Milano, dove entrambe siamo nate. La ricordo come una ragazza molto intelligente, sensibile, volitiva, sincera. Anna ha compiuto lunghi studi di grafologia, a Milano ed Urbino e si è occupata per molti anni di selezione e gestione delle risorse umane; è vicepresidente di una società nel campo della radioprotezione dalla radioattività ambientale, tanto importante e sempre più importante in questo periodo e mondo che tutti dobbiamo impegnarci a tutelare al massimo delle nostre possibilità. Ha vinto diversi premi letterari per le sue belle raccolte di poesie, pubblicate con Edizioni Tripla E: fra cui Flussi distanti, (2021) e Prossemica (2023).
RIMMEL racconta la storia di Sveva che a 18 anni, con un promettente avvenire di ballerina classica davanti a sè, vede crollare ogni suo progetto e sogno futuro in seguito ad un grave incidente domestico, che le ha causato ferite su tutto il corpo, soprattutto agli arti. Questo dramma la porta a momenti di sconforto ma anche a conoscere meglio se stessa, i suoi limiti, le sue paure e, piano piano, a riprendersi e a ricominciare a lottare.
Come avviene quando la vita di colpo si trasforma in tragedia ma si riesce comunque a trovare l’energia psichica e fisica di iniziare di nuovo, magari seguendo un altro percorso; diverso da quello che si era prefissato. Questo è ciò che accade alla giovane Sveva; in che modo… lo scoprirete leggendo il romanzo!
La vita di Sveva viene raccontata in ogni suo particolare, a partire dal tragico infortunio; conosciamo i suoi genitori, il suo amore per la nonna Maria, che dopo la sua morte Sveva va a trovare al cimitero per sentirsi più vicina a lei, raccontarle i suoi pensieri, trarne lo stesso conforto che le dava in vita, anche se ora in un’altra dimensione spirituale.
Vincent van Gogh: Il giardino in autunno (1888)
“Indistinguibili nella nebbia lattiginosa che ricopriva i campi sulle colline Lucia e i fratelli raccoglievano le olive violacee dagli alberi pieni di frutti. Sveva si incamminò lungo la strada sterrata che portava all’uliveto, salutò gli zii e proseguì sino al cimitero. Intorno regnava un silenzio assoluto, sembrava di essere in un quadro autunnale di Van Gogh. Spinse con forza il cancello del camposanto, si avvicinò alla tomba di Maria, gettò via i fiori oramai secchi e si sedette sul marmo dove rimase accovacciata per tutta la mattinata parlando alla nonna degli ultimi accadimenti, ponendole domande, implorando soccorso e un cenno della sua presenza.”
In questo frammento del capitolo 19, in cui la protagonista è proprio Nonna Maria, da lei più avanti definita “invisibile sentinella”, ogni parola ha il suo peso: a partire dagli alberi pieni di frutti, simbolo della rinascita, ai fiori oramai secchi sulla tomba, al cancello del camposanto probabilmente arrugginito che va aperto spingendolo con forza, suscitando un’immediata immagine visiva, “reale”; al silenzio che si percepisce in certi dipinti di Vincent van Gogh, che cercava proprio il silenzio, la quiete e bellezza della natura per calmare le sue ansie, le angosce che spesso lo attanagliavano senza dargli tregua. Eppure proprio in quei momenti dipingeva i suoi quadri più belli, più colorati, più vivi!
Nel romanzo si parla anche del valore dell’amicizia, quando è vera. Oltre che dell’amore per la musica e per uno strumento musicale particolare… che alla fine saranno la sua nuova salvezza, come potrete voi stessi leggere.
Anche l’amore di coppia ha un suo posto di rilievo: quello per i ragazzi che Sveva ha amato e che l’hanno amata, sia pur ognuno a modo suo. Con tutto il suo carico di passione, speranze, delusioni.
Nella “postfazione”, Valentina Lo Surdo esprime con poche parole ma grande completezza il senso dell’aggettivo ineluttabile: “le cose brutte accadono, spesso non ci possiamo fare niente.” Con un’aggiunta importante: “dove possiamo fare, però, è nel dopo.” Quando, appunto, scegliamo di rinascere. Infatti “Margherita (che come avrete capito è il vero nome di Sveva, cioè l’autrice del libro) è tutto il dolore del mondo, e tutto il coraggio, è il desiderio di bellezza cui aspira la vita, il richiamo infinito all’attraversare ogni cosa per rispuntare dall’altra parte.”
In conclusione un libro consigliato, in quanto, come mi ha scritto Anna Codega, “si legge molto velocemente perché volutamente scritto con un linguaggio semplice che fosse accessibile anche a molti giovani per mandare un messaggio in cui crede fermamente: quello che per raggiungere un obiettivo per prima cosa bisogna sapere quale. Poi bisogna impegnarsi, cosa che oggi spesso non viene percepita.”
D’altra parte lei questo lo sa molto bene! Lei che ha lottato molto contro le ingiustizie, anche a livello familiare. Lei, Anna, a cui sono legata da un filo d’oro.
Brugaletti, frazione di Cenate sotto (Bergamo) 1969. Questo piccolo anello simboleggia l’amicizia e l’amore verso una persona a cui entrambe abbiamo voluto profondamente bene.
In aggiunta vorrei ricordare che l’oro è un metallo prezioso associato alla luce del sole che trasmette calore e forza per via della sua lucentezza, resistenza ed “incorruttibilità.” Esso, usato nel corso dei secoli come elemento magico, richiama non solo la misteriosa magia della vita terrena ma anche di quella celeste nella sua la dimensione divina. Richiama la speranza nell’eternità, nell’immortalità.
Buona lettura, buone vacanze!
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
Link al sito ufficiale di Margherita Torretta: Margherita Torretta Official Website
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