Il romanzo “Mamma voglio morire” è uscito alcuni anni fa, esattamente un giorno prima dello scoppio dell’epidemia virale da Covid. Purtroppo le librerie vennero chiuse, la distribuzione fermata. Dico “purtroppo” non tanto per il dispiacere per le mancate vendite, di sicuro un disastro per il mio editore, Jean Luc Bertoni, che ci aveva investito denaro e lavoro pure lui, ma per quella terribile malattia che colpì così tante persone, in tutto il mondo, con conseguenze funeste. Il libro era stato scritto due anni prima, altrimenti non avrei certo scelto quel titolo “angosciante”; anche se nel contesto aveva ed ha una ragione di essere.
Esso è dedicato ad una cara amica, Alessandra Appiano, giornalista e scrittrice molto conosciuta. Nella vita reale la protagonista del libro ce l’ha fatta; lei purtroppo no. Ha posto fine alla sua esistenza il 3 giugno 2018.
In seguito, quando le vendite ripresero il Comune di Pesaro mi invitò a presentarlo, poi il settimanale OGGI ne parlò ed uscì una bella recensione del quotidiano Avvenire. Splendida la prefazione fatta dal grande giornalista scrittore Salvatore Giannella, in passato anche direttore di testate nazionali di rilievo, che lo ha definito “alla stregua di un episodio ricco di colpi di scena del commissario Montalbano.” Un onore per me, su un libro che non aveva molte pretese, soltanto di lanciare un messaggio semplice, con una scrittura semplice.
Dai miei contatti di facebook e da alcuni amici mi arrivarono loro fotografie con il libro! È stato con molto piacere che di recente, transitando su Amazon alla ricerca di un altro libro che volevo ordinare ho trovato una nuova, bella recensione di Anna Codega; una gradita sorpresa per cui la ringrazio tanto, come ringrazio coloro che hanno scritto altre recensioni su questo sito di acquisti online. Lì potete ancora ordinarlo: oltre che su altri siti, come Feltrinelli Ibs libri, e, naturalmente, dallo stesso editore Bertoni.
Eccola:
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– UN LIBRO SU CUI RIFLETTERE,
Anna Codega
Recensito in Italia il 19 agosto 2024
Ho comprato “Mamma voglio morire” di Maria Cristina Giongo allo stand dell’Editore Bertoni al Salone del Libro di Torino nel 2021 e appena tornata casa l’ho letto tutto d’un fiato, incuriosita dalla trama che subito si fa avvincente come una cronaca (si coglie il “mestiere” di giornalista di Cristina) , quasi come un giallo, e mi era piaciuto molto. Poi quest’estate l’ho riletto senza la fretta di raggiungere il finale.
È un libro che affronta alcuni temi spesso sottovalutati, come l’attenzione che genitori ed educatori dovrebbero avere negli anni di formazione dei bambini, fin dalla più tenera età. I bambini sono come praterie dove è possibile seminare qualunque seme, non hanno ancora le sovrastrutture di noi adulti, nel bene e nel male, e occorre la massima accortezza per non seminare gramigne pericolose. Giongo ci manda un messaggio preciso, con una storia tratta dalla realtà, mostrandoci quali sono solo alcuni (sebbene gravissimi) tra i danni che il mancato filtro di certe visioni in televisione o nei media può causare nei piccoli. I bambini ci ascoltano, anche quando non sembra e il libro è un invito ad ascoltare i nostri figli, i nostri studenti, anche nei loro silenzi.
I personaggi sono ben delineati e si coglie nell’Autrice la volontà di comprendere più che giudicare i comportamenti devianti che possono sfociare nelle peggiori azioni. In particolare ho apprezzato la pagina in cui Giongo, attraverso la requisitoria del Pubblico Ministero, ci invita a riflettere sulla patologizzazione della cattiveria umana. È un argomento di particolare interesse perché riguarda non solo la responsabilità di ciascuno, ma anche il modo di porci quando nella vita incontriamo persone con queste caratteristiche.
Altro tema interessante sono i rapporti di coppia. Qui si tratta di una coppia di genitori che ha perduto la capacità di una comunicazione autentica, e a nulla servirà un ripristino tardivo, e di una donna che, come spesso ci riporta la cronaca attraverso i casi di femminicidio ma non solo, non accetta il rifiuto del suo amato. Oggi i media ci hanno tristemente assuefatto a certi orrori quasi iscrivendo nella normalità che certe cose possano accadere; se ne parla al momento del misfatto, a volte con un voyeuristico eccesso di particolari, e non si lavora abbastanza alla radice del problema, non si insegna abbastanza ai piccoli “la graduale accettazione di quella parte di male da cui a tratti è permeata l’esistenza”. Senza questo passaggio fondamentale si può arrivare a non accettare la fine di un amore, alla violenza domestica, all’omicidio.
Il tema della pedofilia è affrontato con equilibrio e garbo, nonostante la durezza dell’argomento, e anche qui leggo un invito per i genitori e gli insegnanti a osservare i bambini e gli adolescenti, a monitorare ogni loro mutamento di umore con estrema attenzione ma insieme con naturalezza e soprattutto con amore.
Maria Cristina Giongo, attraverso la visione del “male” ci lascia però con la fiducia di una netta prevalenza del bene nel bilancio della vita e questo messaggio, in questi tempi bui, lo trovo preziosissimo.
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Dal passato, invece, ancora qualche recensione:
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– Francesco Ognibene 05/07/2020
Articolo del quotidiano AVVENIRE del 25 giugno 2020
«MAMMA VOGLIO MORIRE», IL LIBRO DI MARIA CRISTINA GIONGO La vita umana innocente grida. Perché il mondo adulto spezzi le sue ipocrisie
FRANCESCO OGNIBENE
Il romanzo sulla storia vera di una bambina che col suo disagio autodistruttivo smaschera le finzioni della società
Fuori e dentro di noi, la battaglia è sempre la stessa: alla tensione di tutto l’essere – dell’intero universo – nella direzione della vita si contrappone un’oscura pulsione di morte. In ciò che vive c’è la sua stessa fine, il limite di un’esistenza che però in sé ha una scintilla di infinto. La morte è presente come l’ombra proiettata dalla luce, ma la sua opera distruttrice si spinge oltre, a insidiare ogni passo, a tendere tranelli dove non la si aspetta, fino a sfidare la vita dov’è più densa di speranza.
Che un bambino voglia morire è il fatto più innaturale che si possa immaginare: cosa spinge la promessa di futuro allo stato naturale a invocare la propria fine? E’ evidente che le ragioni sono tutte esterne, e che dunque il male va disinnescato in ciò che circonda i primi passi nel mondo di un figlio d’uomo. Il dolore di un bambino – mistero davanti al quale si china il capo sgomenti – è in realtà una denuncia, indica senza mezze misure l’errore da cui si origina la sua stessa sofferenza.
E gli adulti, la società, il mondo non possono che cercare dentro di sé le cause di quell’assurdo umano che è un bambino il cui pensiero corra all’annullamento di sé mentre tutto in lui grida il contrario. Il dolore dell’infanzia di questo mondo è il primo atto d’accusa verso ipocrisie, menzogne, violenze, viltà, abusi, eccessi, furbizie della società. O per essere più chiari, di noi che ne siamo componente attiva, ciascuno per la propria parte. Nulla resta fuori da questo atto d’accusa: aborto, eutanasia, sacrificio della vita migrante…
È la lezione che resta una volta conclusa la lettura di Mamma voglio morire, intenso romanzo di Maria Cristina Giongo, corrispondente di Avvenire dall’Olanda e firma nota ai frequentatori delle pagine di è vita per le sue appassionate cronache delle vicende che alle frontiere della vita umana vedono spesso nei Paesi Bassi un laboratorio complesso e drammatico. Nella finzione narrativa che fa perno sul disperato grido della piccola Muriel, bambina ricca di interiorità, circondata dagli affetti ma anche dal groviglio di un mondo adulto irrisolto, è racchiuso il mistero dell’insidia tesa dal male all’umanità facendo leva sulle sue debolezze, nel mirino il bersaglio grosso della stessa vita, meglio se innocente. La parabola della mamma alla scoperta della verità su quella figlia problematica e autodistruttiva passa attraverso il doloroso percorso di ricerca sulla tragica e misteriosa fine del proprio marito, anch’egli portatore di un segreto travaglio.
Attorno a questo intreccio di affetti e ferite girano gli altri personaggi di una storia che incalza la lettura e, grazie alla penna da cronista partecipe di Maria Cristina, accompagna verso una nuova consapevolezza su ciò che difende e promuove la vita. Lo fa attraverso la narrazione del caso autentico di una bimba che a tre anni mostrava il desiderio di farla finita, riletto attraverso le lenti dei fatti che hanno affollato l’informazione degli ultimi anni: i piccoli migranti naufraghi sotto gli occhi del mondo, le vittime bambine della guerra in Siria, gli abusi sui minori… Un mondo che tollera questo orrore coltiva evidentemente un segreto inconfessabile che deve smascherare, come i protagonisti del romanzo, per accogliere finalmente insieme a loro la riconciliazione con se stessi e con la vita.
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Valutazione
– Roberta Niccacci @ClubLettoriBertoni 26/05/2020
Gli intenti dell’autrice si sono avverati
Ho scelto di leggere il libro, seguendo le parole di Maria Cristina Giongo: “L’idea era di scrivere un romanzo SEMPLICE […] un libro giallo che tutti potessero leggere, ma con dentro un messaggio importante per i genitori, per chi non ama più la vita.” Nel libro ho ritrovato questo e molto di più. Un libro originale basato su una storia vera che consiglio vivamente.
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– Jazzmusic 24/04/2020
Mamma voglio morire è un libro giallo che si legge con il fiato sospeso, sino alla fine, quando si pensa di essere arrivati veramente alla fine… Il titolo non deve ingannare, perchè in sè contiene il seme della speranza, spesso della certezza nella guarigione. Nella rinascita. E’ basato su una storia vera, di una bambina che sin da piccola aveva in sè un sentimento di paura, di rifiuto per la vita. La mamma, la sua governante, uno psichiatra, un’ipnoterapeuta ed un commissario di polizia l’aiutano ad uscire dal tunnel dove era entrata, popolato di fantasmi spesso creati dal mondo della televisione. Quel tipo di televisione avvezza a diffonde immagini crudeli che si attaccano al cervello delle piccole menti in via di formazione, arrivando, in certi casi e per quelle più sensibili, a devastarle. Un giallo psicologico dove il lettore, contrariamente al solito, scopre subito l’assassino, diventando complice di una vicenda dai lati oscuri per tutti gli altri personaggi…tranne che per lui! Vi che consiglio di leggerlo. E rileggerlo.
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Valutazione
– Paolo P 29/04/2020
Temi importanti trattati con garbo
Scorre veloce ed intenso e si fa leggere tutto d’un fiato questo bel libro di Maria Cristina Giongo, che partendo dall’idea di una bimba precoce e precocemente attratta dal significato della vita e dalle sue atroci contraddizioni, tratteggia un microcosmo di personaggi “veri” nei quali il lettore si troverà a riconoscere amici, vicini, parenti e, magari, anche a riconoscersi.
La riapertura di un caso di omicidio archiviato troppo in fretta, dà avvio alla narrazione di uno spaccato di quotidianità di una famiglia che si potrebbe definire normale, ma che è invece sull’orlo di una crisi, che potrebbe anche diventare irreversibile.
La piccola Muriel, con l’ostentazione delle sue manie suicide e delle sue idiosincrasie, si ritroverà ad essere il catalizzatore dell’intreccio che permetterà il dipanarsi di questa intricata “matassa familiare”.
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– Marco 09/04/2020
MAMMA VOGLIO MORIRE
Un libro avvincente, dallo stile semplice ma incisivo e una trama che vira verso il genere giallo/poliziesco. La protagonista della storia è Muriel, una bambina molto malinconica e sensibile, che a causa dei traumi subiti nel corso della sua vita inizia a manifestare comportamenti insoliti (autolesionismo, pensieri suicidi, apatia etc.) che indurranno sua madre a chiedere l’aiuto di un terapeuta; egli, dopo aver conquistato la fiducia della piccola, riuscirà a far affiorare inquietanti verità che getteranno nuove ombre sulla tragica dipartita del padre della bambina. Molto importante anche il messaggio che l’autrice vuole veicolare attraverso il libro, ovvero che ogni incubo prima o poi svanisce e il sereno, inevitabilmente, torna a fare capolino anche nelle vite di chi desidera addirittura la morte, come nel caso della piccola Muriel (non fatevi spaventare dal titolo, l’argomento morte viene trattato con molto tatto e delicatezza). Consigliato a tutti gli amanti del genere!
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– 01 settembre 2020
Un libro giallo basato su una storia vera sorprendente, coinvolgente, emozionante. Avevo un po’paura ad acquistare questo romanzo per via del titolo inquietante. Poi ho letto una bella recensione del quotidiano Avvenire, una citazione del settimanale Oggi ed ho capito che valeva la pena di leggerlo. Ho fatto bene! Come scrive il giornalista scrittore Salvatore Giannella nella prefazione; “la trama della storia, vera ma romanzata, ricostruita con piacevolissima lettura, è alla stregua di un episodio ricco di colpi di scena del commissario Montalbano.” Colpi di scena che si susseguono sino all’epilogo; facendoti tornare la voglia di rileggerlo, tanto ne sei rimasto colpito, ti ha preso, coinvolto, emozionato. Addirittura fatto sorridere. Persino i ringraziamenti finali riservano una sorpresa… su più personaggi a cui si è ispirata l’autrice; uno in particolare, molto conosciuto. Lo consiglio a tutti: genitori, nonni, figli, agli amanti dei libri gialli, a chi, trovandosi in un difficile periodo esistenziale, lotta contro le sue fragilità e le insopportabili crudeltà di questo mondo .
Erika
5,0 su 5 stelle Bellissimo
Recensito in Italia il 11 febbraio 2022
Acquisto verificato
Bellissimo
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Per quanto riguarda il mio romanzo non ha la pretesa di essere una grande “opera letteraria”. Ho trovato un bravo editore a cui interessava e soprattutto credeva pure lui, come Salvatore Giannella, nel messaggio che volevo diffondere, oltre a collaborazioni di valore per la stesura; per esempio per quanto riguarda la parte legale inerente al processo per omicidio nei confronti dell’amante del padre della bambina. Per il risvolto della storia a connotati “gialli” mi sono rivolta ad un commissario comandante di un nucleo di polizia, laureato in scienze criminologhe, Fabio Masserini, intervistato in precedenza sull’omicidio di Yara Gambirasio. Per quella psicologica mi sono avvalsa della consulenza della psichiatra Dottoressa Donatella Lai.
Per terminare pubblico alcune fotografie delle mie lettrici, ricevute da loro come gradito omaggio. Scusandomi perché non le posto tutte, in quanto erano molte di più. Se qualcun altro vuole rimandarmi la fotografia con il mio libro l’aggiungerò a questo articolo i prossimi giorni. Bellissimi anche i commenti su facebook di chi lo ha letto, soprattutto di persone che non conosco personalmente.
Soltanto uno, pubblicato su un sito di vendite online era negativo, condensato in due brevi frasi: infatti chi lo ha scritto ha ammesso candidamente di averne lette solo poche pagine! Se lo avesse letto tutto avrei apprezzato una vera e propria “critica”. In quanto se esse sono costruttive spesso aiutano a migliorare; nel mio caso in vista di un prossimo romanzo.
Ancora grazie, grazie di cuore a chi ha amato questo romanzo, a chi ama me; anche a nome…della protagonista del romanzo giallo la quale ora è cresciuta, è adulta e soprattutto sta bene.
Anna Codega, Milano
Yvonne Verità, Helmond (Paesi Bassi)
Concetta Messina, da Giarre
Mariagiovanna Elmi, Tarvisio
Giada Valenti, Stati Uniti d’America
Vittoria Veneziano, dalla Puglia
Claudietta
Alida Capuano, via facebook. Di Venezia, vive a Rivoli.
Maristella Grillo, Roma
Maria Desiante Bonucci da Gravina ( Puglia)
Da Veronica Bisanti, Cellino San Marco
Da Claudia Tagliabue, Milano
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
Per chi desiderasse, prima di acquistare il romanzo Mamma voglio morire, ascoltarne una parte, per farsene un’idea, ecco i link ad alcune pagine di Youtube:
Romanzo – Mamma voglio morire – Maria Cristina Giongo – Bertoni editore – Youtube
Romanzo Mamma voglio morire – YouTube
Romanzo ‘Mamma voglio morire’ , di Maria Cristina Giongo – YouTube
Romanzo – Mamma voglio morire – Maria Cristina Giongo – 2021-03-23 – Bertoni Editore – YouTube
Italia e Olanda 5 maggio 2020. Maria Cristina Giongo: in mezzo ai fiori di Van Gogh. – YouTube
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