Avevo poco più di 16 anni quando, accompagnata dal mio primo fidanzato, Mimmo, decisi una domenica mattina di andare al canile comunale ( allora ancora pienamente funzionante ) per adottare un cucciolo di cane.

Avevo poco più di 16 anni quando, accompagnata dal mio primo fidanzato, Mimmo, decisi una domenica mattina di andare al canile comunale ( allora ancora pienamente funzionante ) per adottare un cucciolo di cane.


Che senso ha oggi la festa della donna? Almeno professionalmente sembra raggiunto tutto il raggiungibile, ma non basta una Samantha per cantar vittoria, lo sappiamo bene, my God!
Nel rapporto col nostro sesso, nel confrontarci con l’uomo siamo davvero cresciute? Probabilmente non troppo. La solidarietà, la complicità, la “squadra” con le nostre simili stenta a manifestarsi (gli allenatori sportivi di giovani donne lo sanno bene) e ciò probabilmente si riflette anche nei rapporti con “lui” : il nostro agitarsi senza una convinzione profonda svanisce spesso dopo gli anni giovanili ed esercita solo una vaga azione di disturbo sulle convinzioni maschili più radicate di possesso e di correzione della partner.
Dunque: meglio sole o accompagnate? Risposta facile: meglio bene accompagnate, ma per lo più resta una pia aspirazione.


Auschwitz-Birkenau, 27 januari 2015. Koning Willem-Alexander met koningin Maxima Zorreguieta, Argentijnse, in gebed verenigd in het beruchte trieste concentratiekamp met de gaskamers in Polen. De Hollandse koning draagt een typisch joods hoofddeksel als teken van respect voor de vele slachtoffers van de afslachting gepleegd door de nazi’s. Foto ANP.
70 jaar na deze verschrikkelijke oorlog en het vergassen van deze arme joodse slachtoffers van een onmenselijke vervolging, wreed en onbegrijpelijk, heeft de gehele wereld zich nog een keer verzameld in het Poolse concentratiekamp van Auschwitz-Birkenau, afgelopen 27 januari.
Er waren 49 landen vertegenwoordigd, men had kaarsen geplaatst waar de nazi’s het bloedbad hadden aangericht gedurende de tweede wereldoorlog. Grote afwezige was de Russische president Poetin. Toch waren het juist de Russische troepen, die vervolgens door een overval op dit concentratiekamp te doen, de overgebleven joodse gevangenen konden bevrijden.
De Koninklijke Hollanders waren zichtbaar bewogen, intensief meelevend, met tranen in de ogen. Onmogelijk dit te vergeten! En te bedenken dat de vader van Willem-Alexander, prins Claus, man van ex-koningin Beatrix, Duitser was. Zoals opa Bernhard. Koning Willem-Alexander heeft deelgenomen aan de herdenking met een keppel op, de hoofdbedekking van de mannelijke joden in de gebedsruimte en vaak ook in het dagelijkse leven. Een teken van respect voor een religie uit een andere cultuur, dat heeft iedereen verrast. Naast hem premier Mark Rutte, die ook een keppel op heeft. Een teken van genegenheid voor de vele slachtoffers die stierven door deze gruweldaden, lijdend in deze verschrikkelijke kampen. Als teken van veroordeling tegen deze oorlogen en de menselijke slechtheid waaraan wij geen motivatie of excuus mogen verbinden.

De mooie koningin Rania van Jordanie met haar man koning Abdulah II. Mooi, verliefd en gelukkig.

Auschwitz-Birkenau, 27 gennaio 2015. Il re Willem Alexander con la regina Maxima Zorreguieta, argentina, raccolti in preghiera nel tristemente famoso campo di concentramento e sterminio in Polonia. Il regnante olandese indossa il tipico copricapo ebreo in segno di rispetto per le tante vittime dell’eccidio compiuto dai nazisti. Foto ANP.
A 70 anni da quella terribile guerra e dallo sterminio di poveri ebrei vittime di una persecuzione inumana, crudele ed incomprensibile, ancora una volta il mondo intero si è riunito nel campo di concentramento polacco di Auschwitz, il 27 gennaio scorso. C’erano le rappresentanze di ben 49 paesi, che hanno posato tante candele nel luogo della strage di ebrei perpetrata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Grande assente il presidente russo Putin; eppure furono proprio le truppe dell’Unione Sovietica di allora a liberare i prigionieri ebrei sopravvissuti, facendo irruzione in quel lager! I giovani reali olandesi erano visibilmente commossi, intensamente coinvolti, con gli occhi velati di lacrime. Impossibile dimenticare! E pensare che il padre di Willem Alexander, il principe Claus, marito dell’ ex regina Beatrice, era tedesco. Come il nonno Bernhard. Re Willem Alexander ha partecipato alla commemorazione indossando il kippah, il copricapo usato dagli ebrei maschi nei luoghi di culto e spesso anche durante la vita quotidiana. Un segno di rispetto per una religione ed una cultura diversi, che ha colpito tutti. Accanto a lui anche il premier Mark Rutte, che pure portava il kippah. Un segno di affetto per le tante vittime che morirono fra atroci sofferenze in quei campi maledetti. Unito ad segno di condanna per le guerre e la cattiveria umana, a cui non debbono essere concesse motivazioni e scusanti.

La bellissima regina Rania di Giordania, con il marito re Abdullah II. Belli, innamorati e felici.

Cari Cofanetti magici, affezionati lettori,
il mio editoriale di questo mese non è allegro perchè sono triste. Non solo triste. Sono sconvolta per tutti questi omicidi di bambini, molti dei quali avvengono in famiglia. Molti dei quali avvengono anche per l’incuria dei familiari! Piccole vittime spesso strappate alla loro innocenza, alla felicità che ogni bimbo dovrebbe avere il diritto di assaporare. Ai giochi, all’amore materno.


Gustave Doré, Torrente di montagna all’imbrunire
La metafora del crepuscolo, luogo comune (usato consapevolmente come indica la sottolineatura del “si sa”) della vecchiaia e della vita che muore, diventa qui spunto per un personalissimo e affettuoso sguardo su Gioachino. L’enumerazione uno, due, tre… è meccanismo retorico di distanziazione dall’oggetto analizzato, ma nello stesso tempo è indice di tensione emotiva fatta di attenzione e cura amorevole per il mondo del vecchio. Leggi il resto »

Gli italiani possono stare tranquilli, perchè, come oramai è risaputo, il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, d’accordo con il governo olandese, ha annunciato di voler contribuire al restauro della Barcaccia, la fontana del Bernini danneggiata dai vandali supporters del Feyenoord. I quali in seguito dovranno restituire allo stato la somma spesa. Anche la prestigiosa ditta Koninklijke Woudenberg, che ha restaurato il Rijksmuseum di Amsterdam e quello di Den Haag, la Mauritshuis, ha offerto il suo intervento gratuito. Insomma…chi rompe paga! Ma adesso…tutti vogliono pagare!

Nella foto Ahmed Aboutaleb, il sindaco musulmano di Rotterdam, molto stimato nel suo Paese; contrario e attivo nella lotta contro agli estremisti fondamentalisti. Già nel 2004 aveva sostenuto che se i musulmani non condividevano i valori olandesi avrebbero dovuto “prendere il primo volo per andarsene”.

Foto: Mauro Almaviva
Nel novembre 2014 vi ho portato idealmente nella parte sud-occidentale della Repubblica del Sud Africa.
Ora ci spostiamo di 1500 km nel nord-est del paese verso altre località che ritengo valga la pena di visitare: Blyde River Canyon, Echo caves, Pilgrim Rest.
Esse si trovano nella provincia Mpumalanga circa 250 km a nord-est di Johannesburg nei pressi del parco Kruger.


Il Volo, vincitori del Festival di Sanremo 2015
Finalmente un Festival di Sanremo dove vincono i migliori. E dove vince la canzone italiana e chi ancora l’ama. Un festival ben organizzato, senza sprechi eccessivi, con ospiti simpatici, un presentatore, Carlo Conti, che sa fare il suo lavoro con professionalità. Senza manie di protagonismo. Allora a lui va l’indiscusso premio di questo festival; per la sua serietà e concentrazione, severissima, sul buon andamento della manifestazione, piuttosto che sulla sua persona, come purtroppo fanno altri conduttori e conduttrici!


Vi proponiamo in questo giorno dedicato a tutte le coppie, San Valentino, un articolo di Elisa Prato, che i nostri lettori già conoscono. E’ dedicato alla bellissima e non conosciutissima piéce scritta dal futuro Papa Giovanni Paolo II sul matrimonio cristiano.
Come mi ha spiegato la dottoressa Prato, proponendomelo per il Cofanetto magico, questo poema è sempre “attuale per l’umanità e la quotidianità che ne traspaiono; un’opera destinata a toccare le corde più intime anche di chi non si sente vincolato ad un credo religioso ma vive il proprio rapporto con la responsabilità legata alla legge della coscienza.
Io che l’ho letto, rivisto, ridotto, recitato due volte”, ha detto Elisa, “non posso fare a meno di respingere qualche lacrima tutte le volte che lo rileggo per qualche motivo…. E tutte le volte trovo qualcosa di nuovo”.
Un grande Papa. E una grande opera la sua, proprio perchè ci conduce per mano alla scoperta dell’essenza dell’amore. Come molti sanno, io l’ho conosciuto personalmente, quando era cardinale: abbiamo parlato a lungo, da soli, seduti uno accanto all’altro. Alla fine di questo articolo troverete il link pubblicato da Avvenire sul nostro incontro (preso dal Corriere della Sera).
Non lo dimenticherò mai per la forza e la passione con cui mi parlava di libertà. Un tema presente anche nella “Bottega dell’orefice”, per cui ringrazio Elisa di avercelo fatto conoscere in sintesi ma profondamente.
Karol Wojtyla era un uomo tutto d’un pezzo, e…”un pezzo di Chiesa”, tenace e riservato. Papa Bergoglio è più aperto, semplice e diretto: anche quando si lascia andare a “battute”. O a pensieri come quello che sicuramente avrà fatto fare un salto sui loro scanni a preti, vescovi, cardinali e a tutto l’insieme della curia sulla paternità responsabile: “Alcuni credono che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. Invece la paternità è responsabile, questo è il punto. Un cristiano non deve fare figli in serie“.
E ancora: “Io ho rimproverato alcuni mesi fa in una parrocchia una donna perché era incinta dell’ottavo, e sette cesarei. Ma lei ne vuole lasciare orfani sette?”.
Adesso lascio la parola ad Elisa Prato. Buona lettura!
Maria Cristina Giongo
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