Posts Tagged ‘pietro pancamo’

La poesia di giugno: “Prendi un sorriso” (di Mohandas Karamchand Gandhi)

mercoledì, giugno 28th, 2023

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“Prendi un raggio di sole/ […] Scopri una sorgente”

 

Dicembre è il mese fatidico, e d’elezione, in cui inizio a buttar giù la lista dei propositi per l’anno nuovo e, raddolcito dal Natale che s’avvicina rendendomi meno insensibile, in genere non dimentico di tenere nel giusto conto persino il mio prossimo (“Proverò” –non manco infatti di ripromettermi, fra le tante cose– “a zittire l’egoismo e ad aiutare gli altri, ogni tanto”). Ahimè, il problema è che, trascorso il periodo delle Feste, il mio cuore torna come sempre ad impigrirsi.

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Le poesie di aprile: “La teiera che fischia” e “Vita” (di Samuel Taylor Coleridge e James Clarence Mangan)

giovedì, aprile 27th, 2023

Poeti romantici inglesi

Franco Buffoni (a cura di), Poeti romantici inglesi,
Mondadori, Milano, 2022

 

Cari amici de «Il Cofanetto Magico»,
in calce a queste righe troverete due delle tante liriche che arricchiscono Poeti romantici inglesi, vale a dire un’antologia che il noto scrittore Franco Buffoni ha curato nel 2022 per Mondadori; si tratta di un volume quasi enciclopedico che –introdotto da un ampio saggio critico, davvero illuminante ed esaustivo– offre ai lettori una fitta serie d’accuratissime traduzioni, appositamente concepite e realizzate per consentire al pubblico italiano di riprendere confidenza, da una parte, con i versi di grandi personaggi come Wordsworth, Coleridge, Byron, Shelley e Keats e d’accostarsi, dall’altra, ad autori oggi dimenticati, ma capaci anch’essi, a suo tempo, di produrre piccoli capolavori e segnare dunque un’epoca.

Pietro Pancamo
CHI SONO

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Le poesie di marzo: “Trattiene il cielo” e “Non più di così, vi prego” (di Tommaso Meldolesi e Fabio Sebastiani)

lunedì, marzo 27th, 2023

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“[…] nella notte ossidiana/ […] spaziano i ricordi”

 

Per fortuna la mia antologia di autori vari Senza tema! di cui ho già parlato a febbraio e che, come dimostrano i versi in calce a questo paragrafo, cerca sempre di proporre liriche caratterizzate da un profondo e intenso afflato umano, si discosta radicalmente dalle tendenze più recenti della poesia italiana: una poesia ahimè presuntuosa, attualmente in preda a imbarazzanti derive intellettualoidi, che la rendono troppo fredda e cerebrotica, togliendole qualunque capacità effettiva di coinvolgere il lettore e arricchirlo almeno un po’.

Pietro Pancamo
CHI SONO

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Le poesie di febbraio: “Ristoro” e “Il cielo” (di Angela Lombardozzi e Kikai)

lunedì, febbraio 27th, 2023

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Aa. Vv., Senza tema! Poesie coraggiosamente atematiche,
Edizioni Simple, Macerata, 2022

 

Consapevole che infrangere le consuetudini, specie se consolidate, è sempre un atto di coraggio, mi sono ribellato alla moda delle antologie a tema (che finiscono sempre col condizionare eccessivamente sia l’ispirazione che la fantasia dei propri autori) e, a luglio del 2022, ho deciso di curare, per le Edizioni Simple di Macerata, un piccolo volume collettaneo di versi –Senza tema! Poesie coraggiosamente atematiche–, nel quale a ciascun autore è stata lasciata completa libertà di scegliere autonomamente la materia da trattare; ne è nata un’opera corale in cui tutti, svincolati com’erano da forzature di sorta, hanno avuto una preziosa opportunità d’esprimersi al meglio. E ciò è ampiamente dimostrato non solo dai componimenti, ma anche dagli autori (Kikai, Angela Lombardozzi, Tommaso Meldolesi e Fabio Sebastiani) che il libro raccoglie.
Ecco, in calce a queste righe, due delle quaranta liriche complessive contenute nell’antologia. Buona lettura.

Pietro Pancamo
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Le poesie di gennaio: “Anni luce” e “Bocca del nulla” (di Antonio Dentice)

venerdì, gennaio 27th, 2023

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“L’arabesco arcobaleno è sciolto”

 

Nati all’improvviso, e incontenibili, da una tempesta interiore e per così dire “sottocutanea”: ecco che cosa il giornalista Antonio Dentice (esperto di filosofia economica palombiana, cronista di varie tradizioni mistiche e ideatore della piattaforma culturale «Rubrics», consigliata nonché promossa anche dal «Corriere della Sera») mi racconta in pratica dei suoi componimenti nei quali, come testimoniano i due in calce a queste righe, la visionarietà di Edgar Allan Poe si mescola al tono “sapienziale” di Kahlil Gibran, per dare origine a versi che sembrano quasi il reportage di una breve ma intensa peregrinazione spirituale, deputata a descriverci, da un lato, i tratti più distintivi della poesia e, dall’altro, il metodo migliore per avvicinarla e praticarla, dal momento che essa soltanto è in grado di renderci consapevoli di noi stessi e del nostro essere al mondo.

Pietro Pancamo
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Il racconto poetico di dicembre: “La mosca” (di Tommaso Meldolesi)

martedì, dicembre 27th, 2022

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“La poesia della vita, ma anche del fallimento, è pur sempre la speranza (che forse è il nome, più edulcorato e meno prosaico, che gli scrittori han voluto dare all’istinto di sopravvivenza)”. Non ricordo chi l’abbia detto, né riesco a capire bene che cosa intendesse. Io so soltanto che nei racconti di Tommaso Meldolesi, il discorso indiretto libero, talvolta denunciando apertamente l’indifferenza e l’incoscienza della società, si libra attraverso i punti di vista e le emozioni dei numerosi personaggi, per esplorare il mistero della speranza: ovvero quell’energia inesplicabile,

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Le poesie di novembre: “Stelle vespertine” e “Lo spauracchio” (di Leonardo Sinisgalli)

domenica, novembre 27th, 2022

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Dal momento che la rassegnazione tranquillizza, a volte, più della serenità, per la mia vecchiaia in procinto d’iniziare, mi son posto un buon obiettivo: ovvero quello di accettare il mio destino gramo; ed emulo in ciò, cari amici de «Il Cofanetto Magico», quanto si prefiggeva forse di fare, nelle due brevissime liriche che pubblico quest’oggi, il poeta lucano Leonardo Sinisgalli, il quale –laureatosi in ingegneria a Roma nel 1932– dedicò la propria esistenza ad esplorare i rapporti fra cultura umanistica e pensiero scientifico, entrando in contatto con gli intellettuali più noti della sua epoca e arrivando a produrre versi che, inizialmente ermetici, si distinsero poi –come nei testi che trovate qui sotto– per una sorta di elegiaco disincanto (paradossale, magari, ma sicuramente in grado di cogliere in toto le contraddizioni e i limiti della nostra vita, della nostra condizione).

Pietro Pancamo
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“Non sono poeta” (un altro mese con Cheikh Tidiane Gaye)

giovedì, ottobre 27th, 2022

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Ecco una poesia in cui lo scrittore senegalese Cheikh Tidiane Gaye, servendosi di una snella fluidità espositiva ed esibendosi in un prolifico susseguirsi d’immagini paciose, riassume tutta una serie di semplici abitudini quotidiane (o meglio quoTidiane), per proporle come modello spirituale da seguire: esse infatti, tali e quali ad un ricordo onnipresente, tratteggiano uno stile di vita innocente e perfetto, capace d’ispirarsi –in ogni istante– ad una meravigliosa comunione d’intenti con la natura e, in particolare, col sorriso benevolo di una madre protettiva (se non provvidenziale, addirittura) il cui nome è… Africa.

Pietro Pancamo
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La poesia d’agosto: “La mia Africa” (di Cheikh Tidiane Gaye)

mercoledì, luglio 27th, 2022

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Contrariamente a chi spesso raccoglie parole e frasi in organismi grammaticali che non dànno segni di poesia, lo scrittore senegalese Cheikh Tidiane Gaye sa bene come instillare ai versi efficacia e sonorità; prova ne sia che –ignorando volutamente quegli slogan pubblicitari che, in tv, invitano a imprimere forza alla passione– ha preferito, per non essere un bruto e basta, infondere passione alla propria forza, alla propria energia di cantore: sì, quella con cui celebra la terra d’Africa, raffigurandola come madre generosa, le cui tradizioni sono da difendere strenuamente con la bellezza di poesie che, a nome della nostalgia, sembrano domandarsi: «Che cos’è più vicino? Un sogno od un ricordo? Che cosa è più lontano?» e in cui ogni reminiscenza è assoluta, ma anche assolata libertà di pregare, in estasi, per la patria degli avi.

Pietro Pancamo
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Come se il tempo veramente si fermasse (un altro mese col poeta Luigi Cannillo)

lunedì, giugno 27th, 2022

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I meccanismi del tempo

 

Sull’onda di una tenera eleganza, anche stilistica, Luigi Cannillo, ben lungi dal ricordare in tondo (e cioè dall’arrovellarsi sterilmente su se stesso), riconosce nella vita quella tortura che, infliggendoci ricordi e perdite (gli uni e le altre coincidono, forse? Son la medesima cosa?), ci mette ininterrottamente alla prova, per imprimersi, infine, sulla pelle dei nostri polsi e diventare, dunque, come i numeri di matricola, chiamiamoli così, che contraddistinguevano i detenuti di Auschwitz. E in tutto questo la poesia è un tentativo, probabilmente destinato al fallimento, di rieditare il tempo, per renderlo amico (o, almeno, utile a qualcosa).

Pietro Pancamo
CHI SONO

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