I produttori di un cortometraggio che poi (a quanto ne so) non fu mai girato, mi contattarono un giorno per domandarmi di buttar giù una poesia, che a un certo punto della trama, e delle riprese, il protagonista potesse a bella posta declamare; una poesia che fosse in qualche modo il manifesto inoppugnabile del messaggio “lancinante”, che il filmino in questione s’impegnava a lanciare: sopravvivere alla vita non è cosa facile davvero.
Ligio all’incarico ricevuto, io scrissi con diligenza i miei versi e ora ve li propongo qui di seguito, senza cambiare nulla del loro tono originale (a metà, cioè “anfibio”, tra dolore ed ironia). (altro…)