Posts Tagged ‘suicidio’

Stamattina sono uscite nuove indiscrezioni sull’autopsia compiuta sul corpo di Liliana Resinovich. Si parla di una frattura vertebrale. Qualcuno crede ancora all’ipotesi del suicidio?

martedì, ottobre 8th, 2024

Lilly è stata aggredita, prima di morire? Continuano ad emergere elementi che avvalorano sempre più la tesi dell’omicidio. L’ultimo è di questa mattina, rivelato nella trasmissione di Rai 1 di Eleonora Daniele, “Storie italiane.” Si parla di una vertebra fratturata. Come si sa la Dottoressa Cattaneo non ha ancora terminato l’autopsia sul corpo della povera donna; ecco perché durante il programma si è parlato di “indiscrezioni”; che, se venissero confermate, avvalorerebbero l’ipotesi dell’assassinio avvenuto dopo un’aggressione.

Ricordiamoci che in base alle prime indagini, oramai da molti media definite “superficiali”, la procura stava per archiviare il caso come suicidio. Un suicidio a cui ben pochi credevano; infatti è abbastanza improbabile che una donna che stava per rifarsi una vita, una mattina si fosse svegliata, avesse fatto tranquillamente colazione, indi il bucato e poi sarebbe uscita per acquistare un telefonino nuovo (in quanto in seguito è emerso che forse il suo era controllato dal marito).

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Attraversare il dolore. Prepararsi alla rinascita. Mamma voglio morire, nonostante il titolo triste, alla fine diventa un inno di speranza, anche in questi drammatici momenti di grande, devastante sofferenza a causa del coronavirus.

giovedì, aprile 2nd, 2020

Scrivere un libro non è facile. Costa tanta fatica: sia fisica che psichica. A volte comporta anni di lavoro. Una volta uscito, è quasi come se si fosse dato alla luce un figlio, una propria creatura. Questa è stata la mia esperienza anche quando è stato pubblicato il mio nuovo romanzo,
“Mamma voglio morire”, Bertoni editore. Vi chiederete perchè in questi mesi di dolore, di emergenza a causa della pandemia dovuta al diffondersi del coronavirus in tutto il mondo, io vi parli di un libro dal titolo tanto triste. Prima di tutto l’ho scritto anni fa ed è uscito pochi giorni prima dell’arrivo del virus killer covid-19. In secondo luogo per chi deve stare a casa, leggere è una delle “azioni” più salutari per la propria mente; e per passare il tempo! Inoltre comprare libri adesso aiuterebbe a salvare le librerie che purtroppo stanno chiudendo ed i giovani editori come il mio, Bertoni editore, che ha creduto subito nella mia opera, ci ha investito (e solo lui) denaro. Meriterebbe di essere sostenuto in questo pesante periodo, a rischio di fallimento anche per le case editrici. Oltre tutto pubblica sempre bei libri, anche nel settore per i bambini, della narrativa, cultura, libri gialli.

Febbraio 2020. Il settimanale OGGI (Rizzoli Rcs) è stato il primo a dare la notizia dell’uscita del mio romanzo,inserendolo in un’interessante articolo sul suicidio della giornalista Fiamma Tinelli.

Mariagiovanna Elmi è stata la prima a pubblicare una fotografia (anzi, più fotografie) mentre lo stava leggendo, con commenti bellissimi! Tarvisio, febbraio 2020

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La morte di Alessandra Appiano. Quando di colpo il malessere di vivere diventa insopportabile, ingestibile. Aveva chiesto un aiuto professionale. La procura ha disposto dovuti accertamenti. Il mistero dei due rintocchi di campana e la promessa di pregare per lei.

mercoledì, giugno 20th, 2018

Era facilissimo volere bene ad Alessandra Appiano, giornalista, scrittrice, autrice televisiva, sia vedendola in televisione, gli ultimi mesi spessissimo, sempre sorridente e bella; sia conoscendola di persona. Una donna colta, ottima scrittrice, soprattutto quando dipingeva il mondo delle donne e della solidarietà fra le donne, un valore da difendere e coltivare. Elegante, fine, mai volgare, mai sopra le righe. Era un piacere seguirla in televisione, era un piacere esserle amica. Amicizia infatti è dividere pensieri, sogni, soprattutto ideali.

L’intervistai per Il cofanetto magico proprio sul tema della solidarietà umana. Sul suo impegno nell’aiuto alle popolazioni più povere; un valore condiviso. Rileggete questo articolo e soffermatevi sulle ultime sue parole con cui si conclude:
Capirete molto della sua personalità e del suo non voler mai chiedere aiuto per se stessa: parole profetiche in questo momento. Parole che rivelano la sua anima generosa.

La mia bella amica, durante un suo viaggio di solidarietà u mana.

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La sclerosi tuberosa, una malattia devastante. L’amore di una mamma che ha compiuto miracoli, sino a crollare pure lei. Importante il sollievo familiare.

venerdì, marzo 3rd, 2017

Ernè Tassoni Mancina. Foto di Ilaria Petrosillo (50°aias –farfalla Laura Cadamosti)

Ultimamente leggiamo tante notizie di mamme che abbandonano i loro figli e addirittura di madri che li uccidono. Ci sono oramai troppi programmi televisivi che si concentrano solo su questo tipo di notizie terribili. Persino Papa Francesco è intervenuto per dire che bisognerebbe concentrarsi su storie positive, non solo e soltanto negative. Per questo motivo ho voluto intervistare una donna meravigliosa, che ha tenuto duro sino alla fine delle sue energie (e purtroppo oltre) pur di assistere il figlio malato. Una situazione familiare molto difficile, dove tuttavia la forza per andare avanti si può condensare in una sola parola: AMORE.

La nostra mamma coraggio si chiama Ernestina Tassoni. Il nome Ernè Tassoni Mancina è nato su facebook … dove si iscrisse per controllare il figlio in un periodo buio dove non poteva fargli sapere ciò che scriveva: per questo all’inizio si diede il nome di Ernè come la chiamavano le amiche da ragazza. Mancina, perchè lo è! All’inizio usava come immagine dei fiori con la neve, che lei ama molto. Ernestina è una bella donna di 52 anni. Circa 10 anni fa le è stato diagnosticata una depressione bipolare (anche se secondo lei, “non è forse proprio cosi .. ma il suo modo per buttare fuori ciò che ha dentro per la sua storia di vita”. Suo figlio Loris ha 30 anni ed è affetto da sclerosi tuberosa.

Ernè con il figlio Loris e il marito Clemente.

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Esclusivo. Il pilota dell’aereo A320 schiantatosi sulle Alpi non doveva trovarsi su quell’aereo. Aveva sostituito un collega.

venerdì, marzo 27th, 2015

Andreas, apri quella porta, altrimenti muoriamo tutti!

Patrick Sonderheimer, il pilota dell’aereo A320 della compagnia Germanwings, fracassatosi sulle Alpi francesi, partito da Barcellona e diretto a Düsseldorf, aveva lasciato i comandi al copilota per recarsi alla toilette. Come poteva pensare che nel giro di pochi minuti proprio lui, Andreas Lubitz (27 anni) avrebbe causato volontariamente la morte di tutti, equipaggio e passeggeri?
149 persone hanno perso la vita.

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Editoriale di gennaio

martedì, gennaio 1st, 2013

Olanda. Foto di Marie-Noëlle Broug

Cari Cofanetti magici,

Innanzitutto Buon Anno! E che sia un anno veramente ricco di ogni bene e povero di ogni male. Levare il dolore da questa vita non è possibile; è un’utopia anche poterlo sperare. Ma possiamo augurarci che il 2013 ci dia la forza di affrontare le avversità nel miglior modo possibile; con coraggio, tenacia, amore, nuove prospettive di ripresa. Come ricompensa per la nostra bontà e perseveranza, auguriamoci infine che quest’anno sia sempre più generoso di cose belle; di affetti profondi, di pace, amore, amicizia, un pizzico di fortuna, tanta salute.

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Attualità. Dramma in Olanda. Fra le vittime anche dei bambini.

martedì, aprile 12th, 2011

“ Ho sentito gli spari e poi di colpo me lo sono trovato davanti: con la mitragliatrice in mano. Mi sono fermato impietrito senza capire bene che cosa succedeva. Mi ha fissato negli occhi e poi ha cominciato a caricare di nuovo l’arma. Allora ho capito che dovevo correre il più velocemente possibile se volevo sfuggire alla morte”.

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Mamma, voglio morire! La terribile storia di una bimba nata infelice.

lunedì, giugno 14th, 2010

bambinidepressione

“Quando me lo disse per la prima volta aveva solo 3 anni di vita, e in quel momento mi sentii morire anch’io”. Così è iniziato il calvario di una mamma olandese.

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Depressione: un dolore antico.

lunedì, dicembre 7th, 2009

Donatella Lai, psichiatra, ci parla del dolore più atroce: quello di coloro che hanno avuto una madre che si è rifiutata di donare loro anche solo un briciolo d’amore. Alcuni tentano il suicidio. Altri vivono in una desolata e spesso disperata solitudine interiore.

amore materno

Guardo il volto del mio paziente e mi sembra di leggere un’espressione simile a quella di tanti altri. Un volto segnato in una sottile maschera di un dolore antico che emerge al di là del riso e del pianto, al di là degli eventi di vita. Ci sono diverse persone come lui fra i miei pazienti. Uomini e donne che hanno superato i 50 anni, a volte anche i 60; persone che hanno cominciato a vedere e subire il declino della propria vita. Persone che si sono ammalate, spesso, o che hanno perso il ruolo sociale per ragioni diverse. (altro…)