Molte delle terapie complementari hanno come presupposto un concetto legato alla medicina energetica e molte di queste hanno come riferimento i chakra.
Nel precedente articolo ho introdotto il concetto energetico che sta a fondamento di diverse tecniche olistiche. Immaginate sette ruote di energia (chakra dal sanscrito: ruota) che, disposte lungo l’asse verticale del nostro corpo, hanno il compito di distribuire energia vitale, prana, ki, ai vari organi.
Per molti è difficile ricordare l’ordine e la collocazione delle ruote ma con questo semplice sistema, imparerete subito dove sono. Chiudete la mano a pugno e distendete pollice e mignolo verso l’esterno come quando simulate il gesto della cornetta del telefono: la lunghezza della vostra mano è la distanza tra due chakra.
Il primo chakra è situato nella zona del perineo, nel punto di congiunzione tra genitali e ano e il cono immaginario è rivolto verso il basso; stabilito che qui c’è il primo, se prendete la misura con la mano, arrivate circa due dita sotto l’ombelico dove trovate il secondo chakra; il terzo chakra (giallo) è all’altezza dello stomaco; il quarto chakra sul cuore; il quinto chakra alla base del collo; il sesto chakra è tra le due sopracciglia, noto come terzo occhio; il settimo chakra è posto sulla sommità del capo, la fontanella dei bambini ed è rivolto verso l’alto. I chakra dal secondo al sesto hanno un aspetto frontale e uno posteriore.
La tradizione orientale pare posizioni i chakra all’incrocio dei tre canali energetici (Nadi) che percorrono il nostro corpo: Ida (a sinistra, femminile emotivo, freddo, bianco, yin), Pingala (a destra, maschile, caldo, nero, yang) e Sushumna (il canale centrale) su cui son disposti i chakra.
Una curiosità: questi due concetti son rappresentati perfettamente dal Caduceo di Mercurio (vedi immagine), il bastone con due serpenti che si attorcigliano tra loro salendo verso l’alto, usato come simbolo delle farmacie.
I sette chakra principali, perché ce ne sono altri minori, coincidono con le più importanti ghiandole endocrine del corpo e nell’ordine, a partire dal primo chakra andando al settimo, abbiamo: midollo del surrene, gonadi, pancreas, timo, tiroide, pituitaria e pineale.
Ad ogni chakra è associato un colore (li vedete in foto), ma anche essenze di aromaterapia, un mantra (ossia un suono sacro), pietre e cristalli, e un mandala ovvero un cerchio che rappresenta il numero di piccoli coni che vengono abbinati a quel chakra.
Queste ruote girevoli distribuiscono ai vari organi la “benzina” energetica che gli permette di funzionare al meglio. Spesso si sente parlare di chakra bloccati, fermi, chiusi o troppo aperti se funzionano in eccesso. Un esempio per capire meglio: un chakra del cuore molto attivo porta ad essere molto sensibili, empatici fino alle lacrime anche per piccole cose; un primo chakra poco attivo porta ad avere problemi di pressione bassa, pesantezza alle gambe o stitichezza. Questi ovviamente sono solo esempi per farvi capire meglio di cosa si parla ma se avete letto l’articolo di luglio, avrete capito che non esiste un sintomo uguale per tutti dato che ogni disarmonia è individuale e come tale va letta e inserita in un quadro generale più ampio e particolareggiato che è unico e personale.
Chi sa di che cosa sto parlando certamente sa che c’è ancora molto, moltissimo da dire, ma non farei buona cosa a mettere troppa ‘carne al fuoco’. In attesa del prossimo articolo, pensate a quali sono le zone per voi più problematiche, ascoltate il vostro corpo…e respirate.
Dott.ssa Silvia Ancordi
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