Con i grandi sogni il fantastico, l’immaginifico, il numinoso, entrano con prepotenza nella nostra vita. Sono simboli di grande potenza che ci affascinano, ci spaventano ci coinvolgono.
C’è una tipologia di sogni straordinaria ed unica a cui ho fatto cenno nel mio precedente articolo sull’incubazione dei sogni, che è chiamata Grandi Sogni.
I Grandi sogni sono ricchi di immagini fantastiche ed archetipiche che lasciano una traccia indelebile nella memoria del sognatore e che si esprimono con “grandiosità” nel risvegliare emozioni che vengono percepite all’ennesima potenza: gioia, sorpresa ed esaltazione, ma anche inquietudine ed angoscia riguardo al loro significato.
Carichi di simbolismo archetipico e spesso rivolti ad un aspetto trascendente dell’esistenza, hanno un grande potere sul sognatore, che ne rimane colpito proprio per la loro particolarità di superare l’esperienza personale entrando, a volte, in una dimensione numinosa.
Possiamo riconoscerli perchè, a differenza dei sogni più comuni, appaiono lontani dalla realtà e sembrano connettersi ad un livello più elevato dell’esistenza.
Immergersi nella loro energia, accettarli e tentare di comprenderli, confronta il sognatore con il proprio percorso di individuazione e con un’ altra fase della vita a cui accedere, ed equivale a compiere una sorta di salto quantico per quel che riguarda le regole e le credenze con cui si è cresciuti.
Per questa ragione i grandi sogni sono più frequenti nei momenti di passaggio da un’età all’altra, momenti in cui è indispensabile “crescere” ed abbandonare abitudini e convinzioni che fino ad allora sono state di sostegno. E’ facile che arrivino nella seconda metà della vita, quando si tirano le somme del percorso compiuto fra successi e fallimenti, e ci si interroga sulla fine della propria vita e sul passaggio della morte.
I grandi sogni si configurano allora come riti di passaggio che hanno il potere di fornire al sognatore la forza e gli orientamenti risanatori ed evolutivi per accedere alla nuova fase di vita. Si veda il sogno seguente fatto da una donna di 54 anni che chiameremo Anna.
Anna si considera laica, è molto intelligente e sensibile, ma molto concentrata sugli aspetti materiali dell’esistenza: sbarcare il lunario, la “fatica della vita” , il doversela cavare da soli, l’impegno collettivo e politico. Anna è una brava ed onesta persona che avverte tanto la pesantezza del quotidiano. Qualche tempo fa, ha fatto un sogno che l’ha molto colpita e l’ha spinta a telefonarmi allarmata.
Nel sogno si sentiva sospesa in una dimensione immateriale in compagnia di strane persone fatte di luce, (parlava di angeli sottovoce, quasi vergognandosi) e sentiva una voce che le diceva cose molto importanti. Non ricordava nulla del dialogo, ma la sensazione di unione e di “presenza” era talmente forte da perdurare anche al risveglio, da lasciarle la sensazione di qualcosa di più che fino ad allora le era sfuggito, l’idea di un’altra dimensione mai esplorata che un po’ la spaventava ed un po’ la affascinava.
Possiamo chiamare questo un grande sogno? Forse….. di sicuro è un sogno molto potente che ha segnato un cambiamento in Anna, e le ha permesso di prendere in considerazione l’esistenza di una dimensione spirituale, e di non escludere ciò che fino ad allora era stato solo oggetto di rifiuto o di derisione. Questi temi stanno lavorando in lei, il sogno le ha portato materiale da elaborare, una nuova prospettiva, una nuova visione che oltrepassa i limiti della razionalità.
Ma se è vero che i grandi sogni sono più comuni in età matura, è altrettanto vero che ci sono grandi sogni fatti da bambini, il cui ricordo perdura nel tempo e durante la crescita, continuando a suscitare la medesima curiosità e il medesimo incanto. Come accade per questo grande sogno fatto da una bambina di 9 anni:
“Non ho mai dimenticato questo sogno, queste immagini sono ancora impresse nella mia memoria come le avessi sognate ieri, e mi basta richiamarle per sentire le stesse emozioni. Ho sognato di svegliarmi e di essere in casa mia (casa dei miei genitori quando avevo 9 anni), tutti dormivano ancora, ma io sentivo di dovermi alzare, sono andata in cucina ed ho guardato fuori dalla finestra della veranda. Il giardino era tutto di cristallo: alberi, erba, case, era un paesaggio incantato, fiabesco…non c’era neve né ghiaccio, solo la trasparenza perfetta ed etera del cristallo, e nell’aria una vibrazione sottile che dall’esterno arrivava fino a me. Ero completamente assorbita ed anche un po’ impaurita da tanta bellezza, e pensavo che tutto era così bello ed io non me ne ero mai accorta. Mi dicevo che quella era la “vera” natura delle cose. Ecco.. non ho mai potuto dimenticarlo questo sogno, e quando a volte mi sento giù e vedo il mondo pieno di brutture, mi basta ripensarci per recuperare quel senso di meraviglia e di bellezza “segreta”. (Maria Manuela- Frosinone)
Un bellissimo esempio, un grande sogno che è stato per la piccola sognatrice una vera rivelazione, un “dono ” da custodire che le ha fatto sentire la sua sensibilità particolare, la sua capacità di veder oltre la superficie delle cose. Un grande sogno che ancora la guida nei momenti difficili della vita.
Altro esempio di grande sogno è registrato nientemeno che da Carl Gustav Jung, nel suo libro di memorie “Ricordi sogni riflessioni” . In questo sogno Jung, dopo una breve passeggiata in collina giunge davanti ad una piccola cappella nella quale entra:
“Con mia sorpresa non c ‘era sull’altare né un’immagine della Vergine, né un Crocefisso, ma solo una meravigliosa composizione floreale. Ma poi vedevo sul pavimento, davanti all’altare rivolto verso di me, uno yogi seduto nella posizione del loto, assorto in profonda concertazione. Quando lo guardavo più da vicino mi rendevo conto che aveva la mia stessa faccia ed ero vinto dalla paura. Mi sono svegliato col pensiero: “Ah sì, allora è lui quello che mi sta meditando, ha un sogno, e IO sono quel sogno!” Sapevo che quando egli si fosse più svegliato, non sarei più esistito.” (Rizzoli Ed- pag.360)
L’analisi di questo grande sogno fatto da Jung nel 1944 dopo una grave malattia, lo portò a dare un importante contributo alla sua dottrina, e a trovare linee di conferma e di guida nelle relazioni tra la coscienza e gli stati psichici, fra conscio ed inconscio, ma soprattutto lo portò a riflettere sulla “conoscenza di sé”. E ad asserire che: “L’unico significato dell’esistenza umana è di accendere una luce nelle tenebre del puro essere”.(ibid.- pag 361)
I grandi sogni sono oggetto di studi anche al presente e le conoscenze acquisiste attraverso le la scienza e le esperienze dei laboratori del sonno, sono un arricchimento ed una ispirazione, ma non escludono né compromettono il significato fondamentale dei grandi sogni.
“Se ignoriamo i grandi sogni, scartiamo la nostra più valida risorsa per comprendere meglio noi stessi.” Questo asserisce il Dott. Knudson della Miami University dell’Ohio, in una sua ricerca sui grandi sogni in cui appaiono i defunti (1), facendo leva sulla “straordinarietà” di questi sogni e sulla loro funzione, che va oltre la semplice interpretazione simbolica per entrare in un territorio più profondo ed intimo e, in alcuni casi drammatico, legato alla ricerca di significato e di rituali. Così , sempre secondo Knudson, i grandi sogni: “Ci trascinano fuori dalla nostra precipitosa corsa in avanti. Ci strattonano indietro, lontani dai nostri programmi, dai nostri libri, dai nostri lavori.”
Questi esempi, le testimonianze ed i risultati delle ricerche in quest’ambito, mi portano a credere che la finalità straordinaria dei grandi sogni sia quella di dare a ciascuno l’indicazione più coerente al suo percorso di vita. Il che si traduce nel mettere in crisi le proprie limitate certezze al fine di accedere ad un livello maggiore di consapevolezza. Tutte le immagini spaventose, fantastiche, “grandiose” dei grandi sogni sono l’espediente usato dall’inconscio per scuotere la coscienza e garantire il ricordo. Per garantire la comunicazione con l’energia inconscia che farà da propulsore nell’affrontare le nuove prove della vita.
E con i grandi sogni ed il loro potere di farci riflettere in modo più ampio sul senso della nostra vita, io vi auguro un nuovo anno ricco di sogni, di speranza, di pace, e vi do appuntamento al prossimo mese per affrontare, ispirati dalla festa di San Valentino, una argomento che spero non vi lasci indifferenti: i Sogni d’amore.
(1) si fa cenno a questa ricerca sul New York Times del 16 luglio 2007 nell’articolo di Rebecca Cartwright “Destreggiarsi con i grandi sogni”
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione totale o parziale del testo
Tags: Jung, marzia mazzavillani, sogni
Marni, che articoli affascinanti! Leggo sempre i tuoi articoli con grande interesse. E li rileggo, perchè ogni volta scopro un nuovo elemento su cui meditare.
Spero che siano numerosi i lettori che facciano lo stesso. In quanto potranno trovarvi elementi di grande ricchezza, spunti impensati. Un sogno può essere terapeutico? Può “accompagnarti poi nei momenti difficili” se impari a riviverlo, persino ad occhi aperti? Pare proprio di sì.
Marni ci sta guidando in un mondo magico e vero che potrebbe aprirci molte porte.
Vorrei porti una domanda adesso: c’è anche chi non sogna mai? Oppure sogniamo sempre ma non sempre ricordiamo i nostri sogni?
Ciao, alla prossima puntata, che aspetto sempre con grande interesse.
Grazie cristina per le cose che dici..come te sono affascinata dai sogni e per questo me li sono scelti come parte del mio lavoro
Cero che i sogni possono esser terapeutici, possono esser rivissuti e colorare della loro energia una giornata, sostenere, dare coraggio, intuizioni.. insomma si riversano nella realtà con grande forza..dobbiamo solo lasciarglielo fare 😉
rispondo ala tua domanda: Tutti sogniamo, alcuni non ricordano per le ragioni più diverse …puoi leggere a questo proposito quanto ho scritto negli articoli di agosto e settembre qui sul cofanetto magico …un caro saluto marni
[…] preso in esame fino ad ora, sogni speciali e ben riconoscibili come i grandi sogni ed i sogni ricorrenti, o argomenti di interesse generale come ricordare i sogni. Oggi ci occupiamo […]