“ Ho sentito gli spari e poi di colpo me lo sono trovato davanti: con la mitragliatrice in mano. Mi sono fermato impietrito senza capire bene che cosa succedeva. Mi ha fissato negli occhi e poi ha cominciato a caricare di nuovo l’arma. Allora ho capito che dovevo correre il più velocemente possibile se volevo sfuggire alla morte”.
Chi parla è un commesso, testimone della sparatoria accaduta in Olanda oggi, sabato, ad Alphen aan de Rijn, pochi minuti dopo mezzogiorno: al supermercato Albert Heijn (nel centro commerciale “Ridderhof”) . Il bilancio provvisorio è di 7 morti e 16 feriti gravi. Purtroppo fra le vittime ci sono anche dei bambini.
Stamattina la giornata era cominciata con un caldo, splendido sole; proprio per questo il supermercato, uno dei più grandi d’Olanda, era particolarmente affollato di famiglie che avevano deciso di acquistare il necessario per il barbecue. Come avviene spesso in simili giornate, tanto rare nei Paesi Bassi. Poi, improvvisamente, è accaduto il dramma; un giovane è entrato nel negozio e si è messo a sparare all’impazzata con una mitragliatrice. Per quasi 20 minuti, alla fine dei quali si è tolto la vita.
“E’stato terribile “, ha detto un’altra testimone. “ Sembrava di essere in guerra. E la polizia non arrivava… Intanto vedevo delle persone cadere per terra, colpite da questo ragazzo che sparava proprio come si vede nei film di guerra. Mi sono girata e sono scappata, sperando di non essere raggiunta alle spalle”.
“Dovevo acquistare dei fiori”, ha raccontato la signora Van Bokhoven. “Poi ho sentito dei colpi che sembravano come scoppi di fuochi d’artificio. Ma purtroppo non era così. Davanti a me ho visto cadere una persona; sotto il cui corpo si allargava una macchia di sangue. Allora ho capito. Sono corsa a cercare una mia amica che stava pagando alla cassa e nel frattempo ho scavalcato altri due corpi. Una cosa orribile, mi creda; un massacro! ” Si ferma. Non riesce più a continuare.”
La cassiera del grande magazzino scoppia a piangere e riesco solo a balbettare:” ho visto un mio collega per terra. E’ morto”.
Un uomo racconta che una signora ha dato la vita per avvertire la gente che si trovava nel supermercato di quello che stava accadendo, incitandoli ad uscire subito dal negozio. Grazie a lei, lui e i suoi bimbi si sono salvati. Lui aveva il più piccolo in braccio quando la donna gli ha urlato di scappare perchè c’era una persona che sparava; a questo punto si è girato e l’ha visto.
Ma non ha puntato l’arma contro di loro; si è diretto furente verso la donna e le ha sparato un colpo in testa. Poi ha visto la sua bimba per terra:si era allontanata per prendere qualcosa da uno scaffale. Per fortuna apprendiamo ora che è stata ferita solo ad una coscia, di striscio, e che sta bene. ” Questi sono i veri eroi!”, ha detto il testimone. Lei ha offerto la sua vita per gli altri!”
Anche una ragazza turca di 18 anni, secondo i testimoni, incurante dell’uomo che sparava, si è data subito da fare per soccorrere i feriti. Ad un giornalista che l’ha intervistata nel pomeriggio ha detto che aveva deciso di provare a fermarlo: “qualcuno doveva pure farlo! Così ho cercato di raggiungerlo ma poi mi sono bloccata vicino a delle persone ferite che chiedevano aiuto”.
“C’erano dei bambini che guardavano, spaventati, immobili davanti a corpi distesi per terra. Purtroppo per alcuni si trattava dei loro genitori. Altre mamme cercavano di portarli via di lì, gridando terrorizzate. Povere creature, non potranno mai dimenticare queste scene! Tutti urlavano, tutti correvano”, dice un uomo, A.van de Loo.
foto di A. van de Loo (NOS)
“Mi stupisce che non ci siano stati più morti perchè quel pazzo ha sparato di sicuro per venti minuti. Però mi pareva che non puntasse sempre verso le persone. Quando sono uscito ho visto un uomo a terra, morto; era accanto alla sua auto, con la portiera aperta. L’ho fotografato perchè è una testimonianza di questo dramma.”
Una mamma piange sconsolata: “appena ho visto l’uomo con la mitragliatrice ho preso la mia bimba per mano e ci siamo nascosti dietro una pila di prodotti in offerta speciale, pregavo Dio che non uccidesse anche noi. Oggi era una giornata così bella! Volevamo fare un barbecue in giardino.” Altre persone si aggirano ancora sotto shock, in attesa di essere portati in un centro di prima accoglienza.
Alle ore 15.00 si è tenuta la prima conferenza stampa per i giornalisti.
Il sindaco della cittadina, Bas Eenhoorn, visibilmente scosso, ha precisato che l’autore della sparatoria era già conosciuto alla polizia; ma non ha voluto rendere subito noto il suo nome in quanto non erano ancora riusciti a rintracciare i familiari e “non volevano che venissero a conoscenza della notizia prima, via la stampa”. Per il resto possono solo dire che è olandese, che abita nella stessa città e che la sua casa verrà perquisita per riuscire a capire il movente, magari alla ricerca di qualche messaggio sul suo folle gesto.
Per motivi di sicurezza, ha detto il capo della polizia “ abbiamo deciso di chiudere gli altri tre supermercati cittadini per via di un messaggio che ipotizza un altro attentato e stiamo analizzando un auto sosopetta nelle vicinanze, perchè ci è stata anche segnalata una bomba ”.
La regina Beatrice d’Olanda ha fatto sapere di essere senza parole e scioccata per questo dramma che ha colpito il suo paese.
Al telegiornale delle ore 20.00 hanno dato il nome dell’ autore del crimine: si tratta di un ragazzo di 24 anni, Tristan van der Vlis, che viveva con il padre in un appartamento poco distante. Alla madre ha lasciato una lettera spiegando il motivo del suo suicidio (ancora coperta dal segreto istruttorio); ma pare che non abbia rivelato il motivo per cui ha messo in atto la sparatoria. Era già stato fermato per possesso di armi ma rilasciato quasi subito.
Ad un esperto di terrorismo, Glenn Schoen, accorso sul posto, è stato chiesto come è possibile che accadano simili tragedie senza segni premonitori da parte degli autori. Ha risposto che, anche riferendosi ad altri Paesi dove sono accadute sciagure simili (come gli Stati uniti d’America), “in realtà, i segnali d’allarme ci sono. Sia in famiglia che spesso via internet, dove queste persone lanciano messaggi deliranti, pieni di odio e parole ineggianti ad ipotetiche vendette; chiari sintomi di gravi scompensi psichici”.
Su questo punto saranno le prossime indagini a far chiarezza. Per ora, mentre scriviamo, abbiamo solo la certezza del un primo bilancio dei morti e dei feriti. Di una bella giornata di sole che si è spenta nel sangue e nella paura. L’ultimo corpo che è stato portato via è stato proprio quello del giovane che ha sparato, caduto fra la cassa e l’uscita: poco distante da una bancarella di tulipani arancioni, gialli e bianchi. Pantaloni grigi maculati, di taglio militare, una felpa nera, raggomitolato su se stesso. L’unico che nessuno ha pensato di coprire con un lenzuolo.
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
Una parte di questo articolo è uscita sul quotidiano Libero, domenica 10 aprile, a pag. 16 (esteri).
Ovviamente, essendone l’autore, ho voluto scrivere anche per il nostro Cofanetto magico il resto della storia.
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