L’amore clandestino.

Felice-Casorati

L’attesa, tempera su tela di Felice Casorati (Novara 1883 – Torino 1963)
Collezione privata.
“ Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno” (Felice Casorati)

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L’attesa è il titolo dell’ultima poesia della giornalista scrittrice Michela Fontana, che ancora una volta ha toccato il tema dell’amore tormentato, irrealizzato.
Quel tipo di amore perennemente in bilico fra l’appagamento totale e passionale (temporaneo) e l’attesa che lo segue. Attesa di un altro appuntamento, di attimi felici vissuti in angoli dove la luce del sole non batte mai.
Li chiamano amori clandestini; il più delle volte sono intessuti di momenti indimenticabili in cui persino le case sorridono al passaggio dell’amante che corre incontro al suo caro. E lei stessa a tutti sorride: ai bambini, ai muratori… Ma anche di tanta pena e dolore. Un’attesa perpetua che può durare una vita. Con la speranza di incontrarsi una giorno chissà dove, chissà quando, chissà in quale altro spazio esistenziale, per stringersi in un abbraccio che duri per sempre.

Attesa. Olio su tela di Edward Hopper (New York 1882-1967)

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L’attesa

Le case mi ridono
venendomi incontro,
perchè come me
sono liete di aspettarti.

Io rido agli alberi,
ai bambini, ai muratori;
corro leggera
perchè sto per incontrarti.

Pensiero blasfemo
temere che tu possa mancarmi.

Voglio credere alla mia verità
più forte di ogni paura.

Michela Fontana

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Michela Fontana, ex insegnante di diritto, giornalista, è nata a Milano. Ora vive ad Arona, in provincia di Novara. Le sue poesie ed i suoi racconti, che hanno vinto alcuni premi per la prosa, sono sempre intessuti di rimpianto e di quel velo di malinconia che accompagna i grandi amori vissuti nel segreto della propria anima. Amori talmente forti che neanche il trascorrere del tempo ha potuto “lenire”; alla ricerca di ancora uno sprazzo di gioia incosciente… ritrovata per riscaldare l’inverno della vecchiaia.

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