La paternità: potenza dell’amore che genera amore.

Esiste una forma di amore inesauribile: quella per i propri figli. Ce ne parla lo scrittore giornalista Roberto Allegri, facendoci partecipi della sua avventura di padre nel suo bel libro intitolato La meraviglia di un sorriso.
Il sorriso del suo Francesco.

La copertina del libro

Roberto Allegri inizia a parlarci di lui sin dal momento della nascita. Quando, dandogli il benvenuto in questo mondo, gli dice “da adesso sarò sempre al tuo fianco. Creerò interi reami per te. Farò del mio meglio per insegnarti il Bene”.
In questa promessa è impressa l’essenza della sua opera di uomo che dà la vita ad un altro uomo. “Sono diventato padre ed è il primo passo verso la meta ultima del mio organismo. Mi sono duplicato”, scrive Roberto. “Ho messo in pratica la prima legge della natura: la continuazione”.

Parole che ti colpiscono perchè ti fanno riflettere sul senso dell’esistenza che va avanti anche dopo di te. E dell’amore che porta il sè il germoglio di questa continuazione voluta da Dio e lasciata poi nelle nostre mani; perchè la possiamo rendere fertile, dandogli un’ impronta di eternità.

“Un bimbo non cambia la vita”, confessa Allegri, “la stravolge, la rivolta, l’abbatte continuamente per riedificarla”. Chi è genitore sa che cosa intende dire: chi non lo è, lo apprenderà leggendo questo libro, dove ogni aspetto della paternità viene affrontato e sviscerato, con l’aggiunta di piccole perle di saggezza che aiuteranno i genitori in dubbio. Per esempio sul fatto se sia un bene soddisfare tutte le richieste del bambino.

Allegri pensa che i bambini vadano accontentati quando sono piccoli. Lui non è d’accordo con coloro che dicono: “lascialo piangere! Che capisca che non può avere sempre quello che vuole!”. Infatti si domanda: “Perchè? Il bimbo mi sta parlando, mi sta domandando qualcosa. Perchè dovrei ignorarlo? In questo modo rischio di rovinare la sua fiducia in se stesso, fiducia che si sta formando”.

Ha ragione!I bimbi sono veramente “un piccolo mondo in costruzione”, ed è compito dei genitori di dare loro sicurezza, partendo da “fondamenta salde e forti, come per gli edifici”.

La prefazione di questo libro è del giornalista e direttore di testata Alfonso Signorini e porta la dedica al padrino di Roberto Allegri, Albano Carrisi, a cui è legato da un grande, reciproco affetto, profondissimo. La figura di Albano, “dagli occhi come saette di giada”, appare e scompare, nel ricordo di attimi della sua infanzia divisi con lui. Il libro termina proprio con queste parole del noto cantante: “ adesso c’è anche tuo figlio. Il cerchio si chiude e tutto ricomincia”.

Tuttavia la bellezza di quest’opera è insita soprattutto nel rapporto esclusivo fra padre e figlio che crescono insieme nella scoperta reciproca, sotto i vigili ed amorosi occhi di mamma Cristina. E’nello sforzo di questo padre che si prefigge di insegnare alla sua creatura le regole fondamentali del buon vivere, prima fra tutte che “il mondo non è dei furbi ma dei buoni e degli onesti”. Un’utopia?
Forse: ma …travolto dall’entusiasmo della paternità Roberto ci crede. O, almeno, vuole crederci, spinto dalla purezza del suo bimbo “per cui esistono solo i fatti, le sensazioni più immediate, le emozioni, a prescindere se una persona sia alta o bassa, vestita o meno alla moda, magra o grassa…”.

L’autore racconta anche della sua infanzia; un’episodio molto significativo è quello in cui la madre intuisce subito la sua avversione per la competività, “il disagio nel dover confrontarsi con gli altri, di dover dimostrare qualcosa. Il timore di non riuscirci”. Per cui decide di chiudere il capitolo “nuoto” in piscina, solo dopo poche lezioni, capendo al volo proprio “quella disarmonia che aveva imprigionato suo figlio.” Un capitolo bellissimo in cui risalta l’intelligenza del genitore che riesce ad entrare nel mondo emozionale del figlio, imparando a comprenderlo “senza l’uso di tante parole”. Servendosi solamente “delle antenne dell’amore e del rispetto”.

Ecco allora che lui stesso mette in pratica quanto ha ricevuto dal suo nucleo familiare, trasmettendo a Francesco gli insegnamenti materni. “Francesco è la somma di tutto: l’apice della mia esistenza e il magico contenitore di tutti gli affetti più cari”, scrive, donandoci un’altra verità. La cosa che più mi colpisce nei libri di Roberto Allegri è proprio quel suo calibrare la cadenza dei termini, che non sono mai troppi. Non abbondano, non strabordano. Poche, essenziali parole, che ci danno immediatamente l’idea di quale “pasta”, siamo fatti noi. Noi… magici contenitori degli affetti più cari.

Fare i genitori non è facile; accompagnare un essere in formazione durante il percorso della sua esistenza è quanto di più faticoso ci sia. Ma nel momento stesso in cui abbiamo assunto la responsabilità di tale compito, dovremmo farlo diventare la nostra priorità di vita.
“E quando il bimbo crescerà affronterà un’avventura dietro l’altra con la certezza di potersi guardare alle spalle e trovare papà e mamma, in silenzio, pronti a dare una mano”.
Concludo con questa frase in quanto ci leggo tutto il senso compiuto della potenza dell’amore che genera altro amore: composta da quel tipico silenzio che ci invita all’ascolto, sino a farci percepire la presenza di Dio in noi e in chi è parte integrante di noi.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Foto di Nicola Allegri.

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4 Responses to “La paternità: potenza dell’amore che genera amore.”

  1. lorella scrive:

    Grazie Roberto ! un grazie che le invio con una forte stretta di mano , una frase mi ha colpito molto : saper capire un figlio “servendosi delle antenne dell’amore e del rispetto ” , non ho mai sentito una frase così bella e completa che esprime tutto il percorso che ogni padre dovrebbe fare per il proprio figlio , da quando nasce a quando cresce , diventa uomo , solo così potrà a sua volta diventare un buon padre ! sono parole le sue che toccano il cuore ! e poi …… non poteva trovare un padrino migliore del mitico Al Bano !!!!!!!!!!!!!!!

    Questo libro sarà utile a tutti quei padri che non sanno capire i propri figli , antepongono prima le loro esigenze , non gli ascoltano e se poi magari sbagliano gli danno pure la colpa non capendo che sgridarli continuamente gli hanno allontanati , se nel momento del bisogno un figlio non lo aiuti che razza di padre sei ? ignorante , ovvero , hai ignorato tutto , tutte le cose belle che tuo figlio poteva offrirti e che non te le ha offerte perchè non ti andava mai bene niente …. poi , che qualcuno non si lamenti del perchè il proprio figlio non chiede mai niente ….Qualcuno ha mai sentito questa frase ? ” quando non ci sarò più allora puoi prenderti tutto ! ” condita con tono arrogante ? bella questa frase , vero ? dai miei genitori , ringraziando il cielo non l’ho mai sentita ! Spero che questo libro tocchi l’anima di tutti quei padri che la pensano così , che possano cambiare e che possano capire , capire che aiutare un figlio è la cosa più bella di questo mondo !

    • Roberto Allegri scrive:

      Cara Lorella, ti ringrazio moltissimo per le belle parole che hai usato. Sono di grande incoraggiamento e sempre come ossigeno puro per chi fa questo mestiere, purtroppo pieno di dubbi e di incertezze. La magia – e il peso della immensa responsabilità- sono aumentati da quando è uscito il mio libro: ho tre bambini adesso, tutti piccoli e capaci di provocare quella tempesta di emozioni dalla quale non si fugge ma che si “assorbe” in pieno. Grazie ancora!!!!

  2. lorella scrive:

    Un grazie , per la prefazione , va ad Alfonso Signorini , naturalmente !

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Cara Lorella,

      ti ringrazio anche a nome di Roberto per le belle parole ( in questo momento lui è troppo occupato con l’uscita del suo prossimo libro, ma lo ha letto di sicuro).

      Condivido quello che hai scritto e anch’io penso che ci vorrebbe rispetto per i figli pure da parte dei genitori.

      Cari saluti dall’Olanda,

      Cristina

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