Un allegro nonsense

 

Per festeggiare l’anno nuovo appena giunto fra di noi, ecco un allegro nonsense che si è scelto la fantasia come motivo ispiratore. E nel quale (fra giochi di parole che sembrano refusi, ma non lo sono) ho deciso di scherzare gaiamente sulle mie difficoltà di persona chiusa, che per esprimersi a pieno ha inderogabilmente bisogno d’affidarsi alla penna o alla tastiera di un computer. Certo, non sempre ciò che scrivo è di grande qualità…

 

 

Se le fecce tricolori
(piloti bravi, ma cattivi)

–mentre in incubo mi compro
un abito scadente di Truffardi
(griffe inesistente)–
son decisi a rovinarmi
davvero per intero
l’anno appena in corso

–per darmi addosso sempre
(e siste=
maticamente)
dal primo di gennaio
al trentuno di dicembre–

da timido e poeta
davanti a tutti mi nascondo
–ossia pubblicamente–

in sillogi stampate
(sillogi “cartaccee”!)
di dubbia qualità.

Pietro Pancamo
CHI SONO

 
 
 
 

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46 Responses to “Un allegro nonsense”

  1. Marco scrive:

    La tua originalita’ mi piace sempre di piu’.Credo di aver capito il senso :il vestito non conta ma noi stessi

  2. Maria Luisa scrive:

    scusa Pietro, ma non concordo con te…. quello che scrivi è di grande qualità !!, riesci a esprimere benissimo con “nonsense” le tue emozioni…..

  3. Laura e Mariateresa scrive:

    Non essendo io poeta,ritengo che le tue sillogi stampate,sicuramente non di dubbia qualità,siano,però di difficile interpretazione

    • Pietro Pancamo scrive:

      Grazie per la stima!
      I miei versi, in quanto basati quasi tutti su un accumularsi onirico di immagini fantasiose (qualcuno le chiama similitudini), non cercano di veicolare significati ben definiti (o definitivi), ma semplicemente sensazioni. Nei miei componimenti, dunque, non c’è nulla da capire o interpretare. Bisogna solo sentire (con l’anima ovviamente).

  4. Nella scrive:

    veramente difficile? oppure come i compiti in classe (di un tempo) quando erano facili inducevano in inganno d’interpretazione

    • Pietro Pancamo scrive:

      Come dicevo a Laura e Maria Teresa, non è che ci sia molto da interpretare nelle mie poesie.
      Grazie per essere di nuovo qui, cara Nella. E a presto!

  5. Arrigo scrive:

    CON LA PENNA RIESCI A ESPRIMERTI MEGLIO….PUR CON TANTI ,CONTANTI NONSENSE……VUOI ESSERE CAPITO,MA QUALCHE VOLTA VALE LA PENA CAPIRE GLI ALTRI.

    • Pietro Pancamo scrive:

      A differenza del sottoscritto, tu sei riuscito a esprimerlo benissimo che degli altri non ti importa nulla e che anzi ti piace offenderli. Quindi complimenti vivissimi per il tuo commento, caro Arrigo! Che facciamo? Ti candidiamo contemporaneamente al Nobel per la pace e a quello per la letteratura? Fammi sapere, gran simpaticone.
      Con “stima”,

      Pietro Pancamo

  6. Bianca scrive:

    Divertenti Truffardi, l’ossimoro del nascondersi pubblicamente e le sillogi”cartaccee”….. ma le frecce tricolori chi sono??

    • Pietro Pancamo scrive:

      Sono fecce senza la “erre”: sono dunque la feccia (in senso morale) delle frecce tricolori.
      Grazie per aver afferrato l’intento meramente ludico del mio componimento.

  7. Cristiano scrive:

    “Senso” e “non senso” oggi non sono più in contrapposizione: solo questione di circostanze e diventano vicendevolmente sostituibili.

  8. Elena scrive:

    Mi sembra un rebus da settimana enigmistica qual’è la soluzione?

  9. Laura e Mariateresa scrive:

    Purtroppo sono tanti i cattivi piloti che indirizzano le nostre vite dove non vorremmo. Bastasse la fantasia!

    • Pietro Pancamo scrive:

      “Eh sì, meglio andare a piedi!”, stavo per esclamare. Solo che poi mi son ricordato di tutte le automobili spericolate che devo schivare a balzi disperati, ogni volta che esco per le mie interminabili camminate (che adesso non si svolgono più nei boschi, ma per le viuzze anguste, e terribilmente in salita, del paese in cui vivo).

  10. Marisa scrive:

    Ho appena visto a teatro “Aspettando Godot” di S. Beckett e mi riporta alla sua poesia: qui come là l’assurdo del linguaggio e il “nonsense”. I giochi di parole, il loro miscuglio, l’alternanza di vocali e consonanti, hanno un segno di positività, se attraverso questa rottura di convenzione pragmatica dello scrivere, il suo animo ha la capacità di parlare a se stesso e ad altri con riflessiva leggerezza. Appare questa un’alternativa possibile al linguaggio di Beckett, specchio di un’esistenza senza speranza e senza dialogo: quella si, veramente “nonsense”.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Son solo uno che scrive filastrocche prive di senso, per offrire un po’ di fantasia rasserenante a chi le legge. Tutto qui. La voglio comunque ringraziare infinitamente per aver menzionato Beckett, addirittura, e per aver apprezzato il mio testo.

  11. Elena Cassardo scrive:

    fecce tricolori – cattivi, bravi piloti …
    cartacce di dubbia qualita’ ….
    abito scadente …
    darti addosso sempre ..

    tutto cio’ potra’ anche essere tutto un NONSENSE ..

    Pero’, caro Pietro (.. per me) tutto cio’ e’ squallida realta’, NON fantasia

    • Pietro Pancamo scrive:

      Ti sembrerà strano, cara Elena, ma la realtà è un po’ ovunque: quindi, guarda caso, persino nelle poesie. Che, grazie al cielo, son ricche anche di fantasia. Vedi quella, ad esempio, che caratterizza lo stile e il linguaggio del mio allegro nonsense.
      Grazie, come sempre, per il tuo “gettone” di presenza.

  12. Marisa scrive:

    Molto “amara” questa poesia corretta, peraltro da una fine ironia ! Grazie comunque sempre per lo stimolo alla riflessione!

  13. santina.P scrive:

    ciao..questa poesia la trovo molta curiosa,un gioco di parole!!

    • Pietro Pancamo scrive:

      Ed in effetti la mia poesia di gennaio proprio questo è: un giochino allegro. Mi auguro che ti sia piaciuto, cara Santina, e ti ringrazio per avermi commentato.

  14. Anna Maria Benussi scrive:

    Ho letto la tua poesia, l’ho riletta, l’ho letta un’altra volta ancora e non ho scoperto i tanti significati trovati dai tuoi estimatori; ma più leggevo e più venivo coinvolta dai versi che mi ricordavano le filastrocche senza fine della mia infanzia. Anch’esse non avevano senso, ma era tanto piacevole ripeterle.

    • Pietro Pancamo scrive:

      «Lunedì chiusin chiusini
      martedì buca l’ovino
      sguscia fuori mercoledì
      pio-pio fa giovedì
      venerdì fa un volettino
      becca sabato un granino
      la domenica mattina spunta già la sua crestina».

      «C’era una volta un paese lontano
      dove i colori si davan la mano.
      Tra tutti il rosso era il più piccolino
      e l’arancione gli stava vicino.
      Rideva forte il giallo brillante
      e il verde, lì accanto, parlava alle piante.
      Alti nel cielo, l’azzurro ed il blu,
      guardavan la Terra e stavan lassù.
      Più grande e più scuro degli altri era il viola,
      ma i sette sembravano una cosa sola
      e chi li vedeva nel cielo sereno
      diceva: “Guardate, c’è l’arcobaleno!”».

      Come si può capire dal mio nonsense, e dai testi della tradizione che ho qui sopra riportati, le filastrocche piacciono molto anche a me.
      Alla prossima, cara Anna Maria!

  15. Antonella scrive:

    Ciao Pietro sei una persona meravigliosa e intelligente, quando vuoi diventi anche molto divertente e ironico.

    • Pietro Pancamo scrive:

      Tutti questi complimenti mi confondono a tal punto, che davvero non so se arrossire o montarmi la testa. Meglio comunque la prima ipotesi, no?
      Grazie di cuore, cara Antonella!

  16. valeria martina scrive:

    Caro Pietro, forse anche influenzata da alcuni commenti mi sono ritrovata a declamare con enfasi la tua poesia e mi sono divertita moltissimo.Mi mancava l’abito di scena e continueràa mancarmi fino a quando non ne avrò trovato uno all’altezza del testo!! Magari griffato Truffardi….., ma rigorosamente accompagnato da una specie di bacchetta (magica?)………
    valeria

    • Pietro Pancamo scrive:

      Cara Valeria, un grazie speciale e sentito per questo tuo commento così fatato; devo dire che mi ha proprio… incantato!
      Forse il mio componimento, un po’ tocco per la verità, rinsavirebbe all’istante con un magico… tocco di bacchetta. Chi lo sa!?

  17. Enrico Parco scrive:

    La tua abilità di giocare con le parole è ogni volta sorprendente, sei sempre molto bravo e profondo… :-)

    • Pietro Pancamo scrive:

      Quest’abilità che gentilmente mi riconosci, deriva dalla fantasia e dalla forza dell’immaginazione. E tu, caro Enrico, non puoi neanche… immaginare quanto io ti sia grato per il bel commento, così lusinghiero, che hai inteso lasciarmi.

  18. Mario Favara scrive:

    Ciao Pietro, in ogni poesia metti sempre del tuo ma in questa ti sei proprio sbizzarrito 😀

    • Pietro Pancamo scrive:

      Lieto di risentirti, caro Mario. Beh, che vuoi… io seguo sempre il consiglio di John Keats: «Lascia […] briglie sciolte alla fantasia».

  19. Laura e Mariateresa scrive:

    Dopo aver letto un articolo del filosofo Sgalambro ho compreso meglio la tua poesia.Sgalambro nella sua ultima opera, richiamandosi all’epifania joyciana,ha privilegiato il non senso ,ilnon significato aggiungendo:”E’ come se a un tratto un cavallo si fosse sbrigliato , avesse perso le redini-ma volontariamente- e se ne andasse al galoppo cercando di entrare e di uscire, qua, là… Un pensiero “sbrigliato” “

  20. luciana imperato scrive:

    Caro Pietro, complimenti per la tua fantasia ed ironia; qualche volta cerca, però, di avvicinarti, anche a briglia sciolta, un pò di più a noi.
    Tanti cari auguri, anche se in ritardo, per l’anno nuovo

    • Pietro Pancamo scrive:

      Felice anno, cara Luciana.
      Ti sono obbligato per i complimenti, naturalmente, e ti comunico che la mia nuova poesia, quella di febbraio, ha prontamente raccolto il tuo appello (anzi è già in rotta di avvicinamento: tempo tre giorni soltanto e, attraverso le pagine del «Cofanetto», vi raggiungerà tutti quanti).

  21. Susy Pagliaro scrive:

    E’sempre un momento particolare la lettura dei tuoi versi, caro Pietro! L’anima legge,accoglie, riflette, sente…Quanti “nonsense”nella vita..Almeno il tuo dona un sorriso! Grazie, caro poeta! Susy

    • Pietro Pancamo scrive:

      In questo giorno che per me è di stanchezza, il tuo commento viene a farmi compagnia. Ti sono riconoscente più che mai, carissima Susy.

      • Maria Cristina Giongo scrive:

        CARO poeta, spero che la stanchezza passi, voli via per lasciar spazio ai pensieri delle tante persone che ti vogliono bene! Di cui questo post è la prova evidente! LA FATICA DEL VIVERE colpisce tutti, a momenti. Poi il momento passa e si ricomincia con maggior forza di prima…..Saluti dall’ Olanda

  22. maria luisa scrive:

    che carina l’idea della filastrocca nonsense, sei molto bravo con le parole, mi riporti indietro nel tempo della mia infanzia …. ! bravo, ironico e divertente .

    • Pietro Pancamo scrive:

      A volte è proprio un nonsense a restituire un po’ di sorriso, e perciò di senso, alle nostre vite. Grazie per la considerazione in cui mi tieni, cara Maria Luisa.

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