Operazione salvataggio di Salvatore Giannella. Un libro bellissimo.

E’ da tempo che non mi capita di pensare: finalmente sto leggendo un bel libro! Questo sì, che è un bel libro! A me piace molto leggere. Per tanti motivi, fra cui il desiderio di conoscere, di imparare, quello di entrare in contatto con un altro pensiero uguale o diverso dal mio; per la voglia di una storia corposa, avvincente, ricca di originalità, a volta intrigante, a tratti coinvolgente. Un racconto che susciti in me emozioni e sensazioni impercettibili, oppure intense; e poi ricordi, profumi del passato che tornano a galla e nuotano insieme a te nel mare infinito dell’esistere.

Amsterdam (Olanda) 2014. Lo scrittore giornalista Salvatore Giannella, autore del libro “Operazione salvataggio”, con Maria Cristina Giongo.

Tutto questo l’ho provato leggendo l’ultimo libro del grande giornalista e scrittore Salvatore Giannella, “Operazione salvataggio”, edizioni Chiarelettere.
Il desiderio di conoscere e poi quello di imparare, viene soddisfatto attraverso il tema dominante di quest’opera: la descrizione, colta e dettagliata, di “ tanti eroi sconosciuti che hanno rischiato la vita per salvare migliaia di opere d’arte”. A partire dalla Seconda guerra mondiale, dalla guerra civile spagnola sino a quella dell’ ex Iugoslavia, in Afghanistan, Siria: ovunque ci sono state opere d’arte di grande valore storico e culturale che rischiavano il danneggiamento e la distruzione.

Salvatore Giannella traccia un lungo percorso popolato di personaggi legati dagli stessi interessi, da amicizia, spirito di sacrificio, coraggio, i quali si muovono “rapidamente” per difendere un bene comune. L’avverbio rapidamente non è usato a caso: infatti spesso si trattava di decisioni prese senza indugio, senza perdita di tempo, usando qualsiasi mezzo atto a portare in salvo e a custodire patrimoni immensi, che grazie a loro sono sopravvissuti. I nomi sono tanti; li troverete tutti nel libro. Così pure alcune descrizioni delle opere preservate. Ne cito solo uno, simbolicamente, senza fare torto a tutti gli altri: Pasquale Rotondi, soprintendente della regione Marche, che, su incarico del ministro di allora, Bottai, riuscì a portare in salvo ben 6509 capolavori, sottraendoli al saccheggio per mano dei nazisti. “Si tratta della più grande raccolta di beni culturali mai realizzata nella storia dell’umanità”, scrive Salvatore Giannella, inclusa La tempesta del Giorgione, aggiungendo: “c’è chi ruba e….chi restituisce”! Nel suo libro lo definisce “lo Schindler dell’arte”. Ricordiamo che proprio per lui ha ideato e a lui ha dedicato “Il premio Rotondi”.

Il famoso dipinto “La tempesta” del Giorgione.
Nel suo libro Giannella racconta che la moglie di Pasquale Rotondi, Zea, storica dell’arte e sua ex compagna di studi all’università, gli fu di aiuto nella conservazione delle tele,custodite nella camera da letto; a tal punto da fingersi malata per giorni interi…in modo da impedire che venissero scoperte (persino dai figli!)

Il secondo elemento che mi fa dire di un libro che mi è piaciuto, riguarda, come ho accennato all’ inizio, la sua capacità di suscitare in me ricordi, emozioni e sensazioni. I ricordi sono legati proprio alle Marche, dove un grande amico di Salvatore, Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore, trascorse l’ultima fase della sua vita. Io ho sempre amato questa terra vigorosa, fertile, ricca di ogni bene, a tutti i livelli, a tutte le altezze. Mare, colline, città medioevali, grotte, montagne. Un patrimonio naturale ed artistico intaccato, che nemmeno l’uomo è riuscito a danneggiare, come è successo in altre parti d’Italia. Pesaro, la mia città del cuore, dove ho passato le vacanze estive per ben 50 anni. Urbino, Sassocorvaro, Montefeltro, Beato Sante, Gubbio… persino la turistica Gradara, sono tutti luoghi che hanno fatto parte della mia infanzia. E poi quel tipico profumo di pizzette appena sfornate, le soffici piadine, i gelati che sanno veramente di gelato, il mare che profuma veramente di mare; il fidanzatino che suona la chitarra in spiaggia, di sera, solo noi due, la passeggiata lungo la battigia, mano nella mano e con gli ormoni alle stelle (sotto le quali c’è stato il primo bacio). La domenica a Messa, tutta la famiglia insieme, nella splendida Cattedrale ricca di reperti archeologici che ora si possono ammirare sotto al pavimento di vetro.

Richard Grune: Solidarietà.
Nel libro di Salvatore Giannella si trova anche questa intensa e significativa litografia esposta al Gay Museum di Berlino. Grune fu incarcerato dai nazisti con l’ “accusa di omosessualità”.

Oltre a quella legata al ricordo dei miei luoghi preferiti, l’opera di Giannella ha suscitato in me altre emozioni, soprattutto leggendo la storia di Tamara Deuel, scampata alla Shoah. Forse lo scrittore voleva ricordarci, alla fine del libro, che parlare del salvataggio delle opere d’arte non significa dimenticare, neanche per un attimo, le tante vite umane distrutte dalla cattiveria e prepotenza degli uomini e di chi vuole le guerre. Nella testimonianza di Tamara Deuel, raccolta da Roberto Malini in Israele, c’è tutto l’orrore dei campi di concentramento, di una delle tante famiglie distrutte dalla crudeltà umana. Un racconto intessuto di particolari riferiti al dolore quotidiano di chi prima stava bene e poi, di colpo, è sprofondato nell’inferno, senza neanche capirne il motivo.
Nonostante il dramma vissuto, le parole di Tamara Deuel sono intrise di ottimismo e speranza che l’uomo non rifaccia mai più gli stessi errori. Salvatore Giannella ha voluto pubblicare anche la fotografia di un dipinto di Tamara, del 2006, “Kaddish” (olio su cartone) che ben l’identifica in questo suo pensiero: “Quando dipingo non penso”, scrive la donna. “Probabilmente sono viva per questo motivo, per raccontare la mia storia e quella di milioni di persone che non possono più parlare. E’ il mio segreto. Un segreto che mi guida anche se non lo razionalizzo. E’ un modo per continuare a ricordare non le persone, ma la loro anima”. Infatti nel dipinto riportato nel libro si “vedono” delle anime”, spiriti sovrastati da uno molto più grande, benefico.

Amsterdam, giugno 2014. Il giornalista scrittore Salvatore Giannella, con Maria Cristina Giongo, davanti all’ ingresso di un appartamento affittato in una delle zone più belle e caratteristiche della città olandese.

Lo scorso giugno ho incontrato Salvatore Giannella ad Amsterdam, con la sua meravigliosa moglie, anche lei l’essenza più colta di ciò che si intende per Arte. Ma non l’ ho intervistato su questa sua ultima, preziosa, fatica, trovandolo inutile: il libro parla già da sè. Un nostro comune e caro amico, Albano Carrisi, mi disse tempo fa di lui: “è un pozzo di scienza e di sapienza”. Ci siamo trovati davanti ad un desco, pane, prosciutto e una birra…. a raccontarci le “ nostre storie”, i nostri progetti, sogni e speranze.

Termino con un commovente passo tratto da Operazione salvataggio, subito racchiuso nel mio bagaglio mentale di immagini e sensazioni da conservare: “Nel campo di concentramento ero stata accolta da un gruppo di adulti. La sera ogni tanto mi tenevano con loro a parlare , a raccontarmi di arte, letteratura. Fra loro c’erano architetti, insegnanti, ingegneri. Quando qualcuno faceva il compleanno riceveva in regalo da tutti un piccolo pezzetto di pane. Per il mio preparai una torta fatta solo di pezzetti di pane, e fu la torta migliore che abbia mai avuto in vita mia”.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Le fotografie sono di Hans Linsen
CHI SONO

Salvatore Giannella è stato direttore de L’Europeo, di Genius e di Airone. Ha curato le pagine di cultura e scienze del settimanale OGGI. Ha una rubrica su SETTE e CORRIERE IT. E’ sposato con Manuela Cuoghi, grafica e docente di educazione artistica; hanno due figli, Valentina, giornalista e Giacomo, artista digitale. Suo fratello, Vittorio Giannella, è uno stimato fotografo. Nel suo blog (Giannella Channel) troverete la sua biografia completa.

Link consigliati:
www.arcadellarte.it
http://giannellachannel.info/

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