EXPO MILANO 2015. Un breve viaggio nel pianeta delle meraviglie

Chissà che cosa penserebbe oggi il pittore inglese Henry Selous, visto che nel 1851 realizzò un quadro ad olio che immortalava l’inaugurazione della prima Esposizione Universale a Londra. Questo quadro è diventato famoso perché tra tutti i vari personaggi inglesi dipinti, tra cui la Regina Vittoria, spiccano due personaggi cinesi: un funzionario del governo di nome Xi Sheng e un uomo d’affari di Shangai, il signor Xu Rongchun. Sono state proprio queste due persone che hanno reso il dipinto “internazionale”. Oggi il quadro accompagna le varie edizioni dell’Expo; presente anche a Milano, città che ha firmato la trentaquattresima Esposizione Universale bissando la sua prima partecipazione, avvenuta nel lontano 1906, anno dell’apertura del traforo del Sempione con il conseguente tema dei trasporti.

Expo 2015. Il padiglione Zero. Foto di Luciano De Giorgio.

Oggi le nostre problematiche sono molto cambiate da allora, l’età pionieristica delle scoperte é stata sostituita dall’era tecnologica e più ancora dal problema della fame nel mondo. Cent’anni fa vivevano sulla terra circa un miliardo e settecentomila persone che oggi sono diventate sette miliardi! Più che logico che il tema scelto per l’esposizione milanese del 2015 fosse “Nutrire il pianeta, energia per la vita“. Un tema molto sentito ma anche difficile da affrontare, eppure non impossibile; come hanno dimostrato molte nazioni con esempi lungimiranti che fanno ben sperare, almeno nel cercare di diminuire lo spreco alimentare, tematica ben affrontata all’interno del Padiglione Zero con un’installazione che materializza tonnellate di rifiuti. Si calcola che un terzo di ciò che è coltivato finisca in spazzatura.

Proprio il Padiglione Zero è la degna presentazione di tutti i contenuti, il giusto punto di partenza con la sintesi dell’evoluzione dell’umanità; subito entrati si è quasi avvolti da centinaia di cassetti per lo più chiusi, con qualcuno aperto, facile l’accostamento al nostro cervello ed a tutto quello che l’uomo ci ha immagazzinato dentro nei secoli: un vero archivio della memoria. Poi la stanza dei semi, da dove nasce il cibo, quindi la scenografica sala del passaggio dalla vita rurale a quella industriale e moderna, queste ultime rappresentate rispettivamente da Crespi d’Adda e New York. Ma oggi tutto è commercio e ce lo ha dimostrato il grande tabellone della Borsa mondiale del cibo. Usciti dalle dodici sale del Padiglione Zero, si è pronti per scoprire i 60 padiglioni nazionali e i 9 cluster suddivisi per tipologia di prodotti, per un totale di 145 nazioni partecipanti.

Per me è stato impossibile vedere tutti i padiglioni, a cominciare dai “quattro terribili” così denominati per le lunghissime code per accedervi: il Giappone (record di sette ore di coda), gli Emirati Arabi Uniti (prossima Expo Universale a Dubai nel 2020), Palazzo Italia (sigh!) ed il Kazakistan che ha conquistato il pubblico sensibilizzandolo sul tema della tutela delle risorse agricole e sulla cultura. E l’idea dello sviluppo sostenibile, mostrando tra l’altro fantastiche immagini con sabbia colorata, un acquario con storioni del Caspio e offrendo assaggi di latte di giumenta fermentato. Un paese in rapido sviluppo economico che nel 2017 ospiterà ad Astana, la sua capitale, un’Esposizione Internazionale dedicata all’Energia del Futuro.

Milano. Expo 2015. Interno del Padiglione Nepal, sala delle preghiere. Foto di Luciano De Giorgio.

Tantissimi sono i padiglioni da visitare e da ricordare; vediamo di fare un piccolo elenco anche se molto soggettivo. Partiamo dal Brasile con la passeggiata sulla rete metallica tanto piaciuta a bambini e adolescenti, la Polonia con il plastico ferroviario e annesso trenino fatti tutti di cioccolata, l’Austria dove ci si immerge in un vero bosco, il Cile con un tavolo lungo 48 metri realizzato con il legno della Patagonia, l’Estonia con le altalene che producono energia al loro movimento, il Qatar con all’interno il suo albero della vita altamente tecnologico e la rivoluzionaria coltivazione idroponica, la Svizzera con le sue quattro torri contenenti sale, acqua, caffè e rondelle di mele prodotti che dovevano essere distribuiti al pubblico durante i sei mesi dell’esposizione ma che si sono esauriti prima della chiusura (!).

La Thailandia con una vera risaia e la ricostruzione del suo tipico mercato galleggiante, la Veneranda Fabbrica del Duomo con la copia della statua della Madonnina in grandezza originale, poi il Turkmenistan con i suoi giganteschi tappeti alle pareti, l’Indonesia con le fantastiche marionette del Wayang e il teatro di figure. Il Vietnam con il tipico cappello da contadino (che era in vendita), la Cina con il suo enorme campo di grano virtuale fatto di led, la Francia per la raffinata dispensa capovolta che ha fatto camminare i visitatori a testa in su. Infine quello strano e meraviglioso padiglione, completamente “open” dell’Olanda, un po’ Luna Park con tanto di ruota panoramica e un po’ Woodstock con ad un’atmosfera figli dei fiori stile anni Settanta grazie ai suoi nove Food Truck con intorno tanti posti da sedersi, mangiando, bevendo o riposando a fianco di finte mucche poste dentro un laghetto.

Milano, Expo 2015. Il padiglione dell’Olanda.

A nome di tutti gli altri padiglioni non menzionati, vorrei parlarvi del Nepal, lo sfortunato Paese che ha subito un terribile terremoto il 25 aprile con ottomila vittime. Gli operai che stavano lavorando sull’ultimazione del padiglione rientrarono disperati in patria, tranne tre che vennero prontamente aiutati da manovali bresciani e molti volontari, in una magnifica gara di solidarietà. Solo l’8 luglio il padiglione è stato completamente aperto al pubblico, offrendo ai visitatori un’atmosfera che ricorda gli antichi insediamenti delle valli di Kathmandu, con porticati e templi caratterizzati da 42 colonne intagliate a mano e le preghiere colorate appese attorno al palazzo. Il tutto ricorda la forma di una mandala, il diagramma circolare che simboleggia il cerchio della vita. Lungo il decumano è presente anche una grande teca trasparente dove si può lasciare un’offerta alle sfortunate famiglie del Nepal che si sono trovate improvvisamente senza casa.

L’oggetto più fotografato di tutta l’Expo è stato il tanto discusso Albero della Vita, nato da una intuizione di Marco Balich, direttore artistico di Padiglione Italia. È stato realizzato da un consorzio di imprese locali, denominato Orgoglio Brescia. La grande struttura alta 37 metri affonda le sue radici nel Rinascimento grazie al disegno di Michelangelo realizzato a Roma nella piazza del Campidoglio. L’albero è stato realizzato in legno e acciaio ed è considerato una sorta di monumento, ma anche scultura, edificio, installazione e opera d’arte. Vedremo dove verrà collocata questa icona del futuro, adesso che l’Expo sta per terminare.

Il 20 maggio, grazie a Vittorio Sgarbi, è approdata nel Decumano dell’Expo un’opera dello scultore siciliano Carmine Susinni, anch’esso presente per l’occasione, intitolata “All’amico Lucio”. Si tratta di una scultura in bronzo raffigurante il grande e compianto cantautore bolognese, seduto sul lato di una panchina nell’atto di intrattenersi cordialmente con la gente, il tutto racchiuso da una cornice. Questo ha fatto sì che l’installazione è risultata la più fotografata dai “selfisti” e non solo, grazie anche alla mezza panchina vuota dove ci si può sedere e quindi farsi fotografare o fotografarsi con il grande Lucio Dalla, autore di “Caruso” e “L’anno che verrà” tanto per citare due dei suoi brani più famosi.

Mi devo fermare, altrimenti dovrei riempire pagine e pagine sulla mia straordinaria esperienza vissuta contemplando questa immensa fantastica kermesse, rallegrata anche dall’alimentazione con i piatti tipici ed i ristoranti, che completano grandi e piccoli padiglioni nazionali con le peculiarità caratteristiche di ogni paese. Il 31 ottobre chiuderà i battenti, allora affrettatevi se volete visitarla per godere di tanta bellezza all’insegna della pace universale e unione dei popoli.

Luciano De Giorgio

CHI SONO.
Sono nato a Parma nel 1954, sposato con due figli e residente in provincia di Milano a Gorgonzola. Dopo un’anonima carriera di impiegato, mi sto dedicando a quello che mi piace, in primis scrittura e fotografia. Attualmente faccio parte del Consiglio dell’Universitá del Tempo Libero di Gorgonzola.

Come fotografo ho scritto il mio nome su vari libri, cito tra gli altri:
AA.VV. – il volto dei Santi la devozione a Gorgonzola – a cura dell’U.T.L. Gorgonzola 2003

AA.VV. – Ville Cascine Il castello di Trezzo – Comune di Trezzo sull’Adda 2003

AA.VV. – Gli stemmi e la storia – Provincia di Milano 2003

L. De Giorgio – Fiere e Sagre della Martesana & Adda – Quaderni di Martesana 2004 esordendo anche come autore dei testi.

Ho un sogno nel cassetto: un racconto, che è un viaggio nel mondo delle opere dedicate a Collodi nell’Italia di oggi accompagnati da un Pinocchio innamorato e molti altri suoi simili dal titolo “Pinocchio abita a Gorgonzola“. Sono attualmente alla ricerca di un editore.

Nota di redazione: Luciano Di Giorgio ha pubblicato anche un bellissimo libro dal titolo ” Insegnami a volare”, in ricordo del grande pittore lombardo Aldo Sterchele, di cui ho tanto scritto sul Cofanetto Magico, purtroppo scomparso il 14 maggio del 2014. Anche Luciano era ed è, come me, un fedele amico ed estimatore di Aldo. Ho appena ricevuto quest’opera, ricca di splendide fotografie. L’ho subito letta e guardata con tanta commozione; felice anche per la dedica della figlia di Aldo, Eva Sterchele. Rivolgersi a lui nel caso desideriate acquistarlo. Ne vale la pena! Nel libro viene anche citato il nostro Cofanetto magico. Il suo indirizzo email è il seguente: luciano.degiorgio@fastwebnet.it
Grazie, Luciano!
Maria Cristina Giongo

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7 Responses to “EXPO MILANO 2015. Un breve viaggio nel pianeta delle meraviglie”

  1. Valentino scrive:

    Complimenti ! Un articolo coinvolgente, invitante, che ti prende per mano e ti porta dentro alle emozioni dell’ignaro visitatore qual io sono. Grazie Luciano, non so se riuscirò ad andare a Milano per tuffarmi a capofitto nel percorso del Decumano per incrociarmi poi col Cardo e perdermi nel mondo inebriante degli odori e dei sapori, ma è certo che grazie a questo articolo ne ho assaporato la sensazione ed appreso dettagli altrimenti inaccessibili.
    Cordialità.
    Valentino

    • Luciano De Giorgio scrive:

      Grazie Valentino, in effetti l’ho scritto soprattutto per chi, come te, non ha la possibilità di visitarlo. È fantastico condividere cose fantastiche come può essere una Esposizione Universale. In ogni caso ti ringrazio per tutte le belle parole espresse, la mia è una pura e semplice passione sfociata in questi ultimi anni. Luciano

  2. Luciana scrive:

    ECCELLENTE: sono rimasta sbalordita da questo affascinante racconto sull’esposizione EXPO 2015 e contenta di vedermi accanto al grande LUCIO DALLA.
    Con piacere ho ricordato la meravigliosa giornata trascorsa con te e Franca visitando padiglioni, gustando delizie dolci e salate e scattando tante foto. Mi hai fatto venire voglia di ritornarci ma non rimane tanto tempo il 31 ottobre 2015 sta per arrivare….ma ho già acquistato i biglietti.
    LUCIANO SEI UN GRANDE UOMO
    Luciana

  3. sonja vermulst scrive:

    Sono un’allieva di Cristina.
    Tante volte leggo gli articoli del Cofanetto Magico, anche il Suo sull’Expo a Milano, mentre leggevo mi è dispiaciuto non esserci andata. Erevamo al Lago di Garda in Ottobre, ma avevamo sentito chè all’Expo c’erano molta gente e anche molte code.
    Ma ho letto nel suo articolo di “Crespi d’Adda”la citta della famiglia Crespi e loro fabrica.
    L’ho cercato sul internet e addesso sono molto curiosa di questa citta patrimonio dell Unesco.
    Mentre cercavo, ho trovato ancora un altra citta patrimonio dell’Unesco in vicino “Sabbioneta”.
    La prossima volta quando sarremo al Lago andremo a visitare certamente queste citta.
    Tuttavia qualcosa di positivo grazie à Lei, Luciano

  4. Luciano De Giorgio scrive:

    Grazie Sonja del suo interesse e del suo commento. Crespi d’Adda l’ho visitata più volte, è un villaggio e non una città. Penso le faccia piacere che Cristina mi ha invitato a preparare un articolo su Crespi d’Adda ed io ho accettato più che volentieri. Quindi, col nuovo anno, sarò di nuovo sulle pagine del Cofanetto Magico. Mi potrei definire il “Pellegrino viaggiatore”. Le piace? Grazie ancora e chissà che un giorno riusciamo a parlare anche di Sabbioneta….

    • Maria Cristina Giongo scrive:

      Aggiudicato, Luciano! Sabbioneta non la conosco….allora dopo Crespi d’Adda, aspettiamo che tu ci faccia viaggiare di nuovo. Con novità, aneddoti, link utili, per….italiani e olandesi!!!!

      Un caro saluto a Sonja anche dalla…sua insegnante d’italiano!!!!

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