Che cosa vuoi fare da grande? Il bambino.

Un bel primo piano della bravissima attrice Margherita Buy, che mette in risalto i suoi splendidi occhi.

Oggi desidero parlarvi di un vecchio film, “Incompreso”, con Margherita Buy. In passato avevo letto una critica negativa a riguardo. Invece a me è piaciuto molto. E’ un’opera drammatica (scritta per la televisione) del 2002, diretta dal regista Enrico Oldoini, tratta “ in linea di massima” dal romanzo omonimo di Florence Montgomery (del 1869). Ne conosciamo anche una versione datata 1966 di Luigi Comencini.

Un’immagine che mostra la famiglia della fiction televisiva “Incompreso”, con Margherita Buy e Luca Zingaretti.L’estate scorsa è stata trasmessa da Canale 5.

Edoardo Quaratesi e la moglie Elisa vivono tranquilli a Lucca con i due figli Francesco e Mino (rispettivamente di 10 e 5 anni) in una magnifica villa con piscina. Edoardo, interpretato da Luca Zingaretti, (il famoso commissario Montalbano), è spesso fuori casa per lavoro. Quando torna mostra molto affetto verso il figlio più piccolo e trascura il figlio maggiore, Francesco, credendo che oramai non abbia bisogno di tenerezza essendo ormai troppo grande.

Nell’estate del 1956 la loro vita viene sconvolta quando Elisa, interpretata magnificamente da Margherita Buy, scopre di essere malata di una grave forma di leucemia, che la condurrà molto presto alla morte. Non continuo a raccontarvi la trama perchè credo valga la pena che lo vediate, senza ovviamente conoscere prima il seguito e la fine.

Quello che mi ha colpito di quest’opera è il senso dell’infanzia rubata, presente nella sofferenza di Francesco, che vive una vita all’apparenza normale, con una mamma che lo adora. Una mamma brava, intelligente, altruista, comprensiva e affettuosa, che cerca in tutti i modi di compensare nel cuore dei figli le assenze del marito, dovute alla sua professione; non ad una mancanza di amore per i suoi cari. Come accade frequentemente in parecchie famiglie.

Francesco è un bambino buono, che non capisce perchè non possa trascorrere la sua infanzia felicemente. Eppure apparentemente ha tutto: una madre amorevole, una casa lussuosa e un’esistenza senza problemi economici. Tuttavia si sente in colpa se il fratellino cade da cavallo perchè è stato lui a fargli fare un giro di nascosto sul suo ponny. Si sente in colpa perchè sua madre si è ammalata, perchè il padre lo tratta severamente.

Una scena del film televisivo “ Incompreso”. Sullo sfondo si vede Francesco che ascolta una telefonata della zia, sorella di sua madre, che lui non sopporta perchè lo tratta male. Alla morte della mamma sarà proprio lei a prendere il suo posto accanto al padre. Lo sognava da una vita: infatti era sempre stata innamorata di lui ed era sempre stata gelosa ed invidiosa della sorella. Purtroppo anche nella vita reale ci sono casi di sorelle invidiose e cattive. Non solo nelle favole! Non dimentichiamo che spesso questi due “ peccati” possono diventare patologici e portare alla distruzione di chi li prova e di chi li subisce.

Ad un certo punto Francesco pronuncia una frase che riassume il vero significato di questo film. Quando gli chiedono che cosa vorrà fare da grande risponde: IL BAMBINO! Una parola che esprime tutto il disagio dei bimbi che non capiscono il mondo degli adulti e che spesso si sentono privati del loro diritto di vivere serenamente il periodo più importante della loro vita. Quello che dovrebbe essere il più felice, il più spensierato.

Riflettiamo quindi su questo punto e domandiamoci: ci impegniamo veramente per dare la possibilità ai nostri figli di trascorrere in pace la loro infanzia? Li lasciamo veramente liberi di godersi quelli che per loro dovrebbero essere i migliori anni della loro vita? Senza gettare su di loro le nostre preoccupazioni di adulti disillusi, che talvolta ci fanno diventare acidi e rancorosi?

Li coccoliamo abbastanza? Avvertono la nostra presenza attenta e protettrice nei loro confronti? Amarli non vuol dire certo tenerli sotto ad una campana di vetro; prima o poi dovranno imparare pure loro a cavarsela da soli. Amarli vuol dire camminare accanto a loro mano nella mano. Fino a che è possibile. Poi debbono proseguire da soli. Ma ce la faranno soltanto se noi avremo saputo costruire per loro un’ingente riserva d’amore per i momenti più bui.

Proprio come nel film fa la mamma di Francesco, dolce, paziente, dedita solo alle sue creature. Purtroppo questo non basterà al ragazzino, forse troppo sensibile per affrontare i problemi prima e la tragedia in seguito, che distruggeranno il suo nido.

Olanda. 1982 – 1986. Da un “ vecchio” album di famiglia. Sorridete sempre ai vostri bimbi, sin dal momento della loro nascita; è importante che vedano sempre un volto sereno e felice davanti a loro. Ne riceveranno un beneficio ed una scorta d’amore indispensabile per il loro futuro. Maria Cristina Giongo

Rammento ancora con gioia i tanti rituali che alla sera precedevano il sonno dei miei bimbi: il bacio messo nella manina del più picccolo, che poi la chiudeva a pugno “per non lasciarselo scappare”, e quello stampato “indelebilmente” sulla fronte del maggiore. Le tante favole raccontate prima che si addormentassero, le canzoni che cantavo per loro, legate al mio Paese d’origine, l’Italia. E poi le battaglie con i cuscini sul lettone e quelle travestiti da indiani correndo per la casa. Mi prendevo sempre un’ora di tempo alla sera, per accompagnarli verso il riposo notturno.

La chiusa era sempre la stessa: “sogni d’oro”. Seguita da una vocina: “e d’argento”. Subito dopo da un’altra: “no, di cristallo”. “Nooo, di diamante”. “ Di zaffiro”. Sino a che io dicevo: “Ora si dorme!!”. E calava il silenzio. Qualche volta… il bacino scappava dal pugno chiuso e allora dovevo correre a posarne un altro. Oppure l’orsetto aveva un improvviso mal di gola, ma generalmente la quiete era raggiunta ed io potevo cominciare a lavorare. Infatti, di giorno mi occupavo di loro (scrivendo articoli o libri quando si riposavano) e la sera, quando dormivano, tenevo corsi d’italiano in casa.

Sono stati momenti bellissimi ed indimenticabili. Per me e per loro. Termino chiedendovi, care lettrici e cari lettori, di scrivere su un foglio 10 ricordi di attimi felici passati con i vostri bambini: inerenti un sentimento, una vacanza, un episodio. Piccoli sprazzi di spensieratezza goduti accanto a loro, CON loro. Serviranno a voi e pure a loro.

Ve lo consiglio perchè di recente sono stata ad un funerale dove una figlia ha letto un foglio su cui c’erano proprio 10 dei più bei momenti che l’anziana madre scomparsa aveva trascorso con lei. Aveva trovato quegli appunti in un diario nella sua scrivania. Li aveva scritti per non dimenticarseli mai e poterli rileggere nei momenti tristi. Mi sono commossa. Frasi brevi, semplici, ma dense di significato, tipo: “ricordo quel pomeriggio, al tramonto, in campagna dalla nonna, tu con la testina tutta sudata per le corse nei campi posata sulla mia spalla, mezza addormentata. Ti accarezzavo e pensavo: come siamo felici! ”Queste è l’eredità d’affetti più bella da lasciare ai nostri figli!

E che nessun bimbo debba mai rispondere ad un adulto che gli domanda che cosa vuole fare da grande: “il bambino”!

Maria Cristina Giongo
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3 Responses to “Che cosa vuoi fare da grande? Il bambino.”

  1. Claudia Tagliabue scrive:

    Ho visto questo film almeno 5 volte !!! Bellissimo, tristissimo, ma porta a meditare e riflettere. Si Cristina, i nostri figli, li abbiamo coccolati, abbracciati, VIZIATI. Abbiamo giocato, riso, pianto, con loro. Tranquilla, non abbiamo nulla di cui rimproverarci. Abbiamo fatto del nostro meglio, forse di più. Non dimentichiamo, però, che il GENITORE PERFETTO non esiste…. Bellissime le tue foto, molto tenere…

  2. Maria Cristina Giongo scrive:

    Grazie, Claudia, sì, abbiamo fatto il nostro meglio! Non saremo state perfette ( come dici tu il genitore perfetto non esiste), ma abbiamo veramente dato tutto quello che potevamo dare loro. Soprattutto AMORE.

    In quelle foto sono giovane…..sempre in viaggio fra un Paese e l’altro….Quando mi invitarono a TG l’una, su Rai uno, per parlare del mio libro ” Caro piccolo Baby”, dedicato proprio al mio Christiaan, avevo appena partorito il mio secondo figlio, Alexander. L’ho messo in una culla da viaggio e via…siamo partiti alla volta di Milano tutti e tre. Christiaan ( che aveva 4 anni) con sulle spalle uno zainetto con i biberon del fratellino dentro!

    Ciao, Claudia e sempre grazie per la tua presenza sul Cofanetto, con i tuoi cari ed intelligenti commenti!

    • Claudia Tagliabue scrive:

      Ahahahah mi sembra vederlo Christiaan con lo zainetto….. Per non parlare di Alexander che avrà pensato: “ma dove diavolo mi sta portando, questa mamma, tutta matta…..” Grande Cristina !!!

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