Un fiore per te, Asmae Dachan!

Intervista ad Asmae Dachan, giornalista, musulmana. Fermate quegli infami che compiono crimini contro l’umanità con la scusa della religione! Usare il nome di Allah per uccidere è una bestemmia! Perchè porto il velo.

Aleppo, Siria, agosto 2013. La giornalista Asmae Dachan davanti alle macerie di una scuola di Aleppo.

Asmae Dachan, ha 40 anni ma ne dimostra di meno. Ha una voce delicata, gentile, un animo puro e buono, sostenuto da una fede assoluta. Oltre che da molto coraggio. Lo stesso coraggio con cui lotta contro chi scredita la sua religione con atti criminali compiuti verso altre creature umane. Ha vinto il premio della giuria al Concorso dei Giornalisti del Mediterraneo del 2016 per un suo servizio sul terrorismo, pubblicato dalla rivista Panorama.

Roma. 21 settembre 2016. Asmae Dachan con Papa Francesco all’udienza dei giornalisti italiani.

Asmae ha accettato di darmi questa intervista per il Cofanetto magico e non per altre testate nazionali con cui collaboro perchè crede nella potenza della diffusione corretta e spontanea dei blog e non ama essere al centro dell’attenzione dei media.
E’ giornalista e plurilaureata.
Con lei iniziamo la rubrica “Un fiore per te”, in cui consegniamo virtualmente un fiore, colmo di riconoscenza e affetto, a chi si è distinto nel campo sociale, culturale, umanitario, artistico.

Asmae, parlaci di te. Dove sei nata?

Sono nata ad Ancona, i miei genitori sono di Aleppo, in Siria. Mio padre venne in Italia 51 anni fa per studiare medicina, quando in Siria c’era una situazione di benessere e gli studenti venivano mandati in Italia proprio per questo scopo. La mamma, con cui era fidanzato al suo paese, lo raggiunse in seguito. Si sposarono e in totale hanno messo al mondo 9 figli, integrandosi a tal punto nella società italiana da volerci restare. In seguito, a causa della guerra, il ritorno è stato comunque impossibile.

Voi siete musulmani. Che cosa si prova a professare una religione in nome della quale ultimamente sono stati commessi e vengono commessi tanti crimini contro l’umanità, in nome di Allah?

Il fatto che venga usato il nome di Allah commettendo tali delitti è una bestemmia.
Perchè il Signore ci ha dato la vita e l’ha resa sacra sin dal concepimento. Per cui uccidere una creatura umana è contro natura! In questi anni abbiamo assistito proprio a questa continua bestemmia nei confronti di Dio che questi infami usano come giustificazione per i loro crimini.

Tu chiami Allah Dio, Signore…

Certo. Perchè Allah è la parola araba per dire Dio. Infatti i cristiani arabi quando pregano invocano Allah.Tornando al discorso di prima questi scellerati stanno portando nel baratro insieme a loro la nostra comunità di 1 miliardo e mezzo di persone che invece professano l’Islam in modo tranquillo, con la gioia, la pace e la preghiera nel cuore. Noi non abbiamo nulla da spartire con questi criminali!

13 ottobre 2013

Asmae, adesso sei veramente adirata! E ti capisco! Ma non hai paura a lottare pubblicamente contro di loro, contro l’Isis?

No, non ho paura di loro, non ho paura di essere perseguita e additata come “infedele” perchè non li sostengo; ho piuttosto paura per il clima di diffidenza che si sta creando intorno a noi, veri musulmani; temo che la fratellanza e la comunione fra i popoli possa risentirne. Io piango per le vittime innocenti, per i loro parenti; in più si aggiunge la sofferenza e la rabbia di veder usata la nostra religione come scusa per ammazzare. Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna di crescere in occidente e quindi di conoscere e godere di ogni libertà, in clima di democrazia, per cui sento come un dovere di lottare contro questi barbari disumani, anche come giornalista. Una battaglia che dobbiamo combattere tutti insieme, uniti, con fermezza. Ogni capitolo del Corano inizia con la formula: “Nel nome di Dio, il Clemente e il Misericordioso”; ma questi bruti non sanno nulla di che cosa sia la clemenza nè la misericordia.

Tu sei profondamente religiosa.

Sì, per questo come credente musulmana inorridisco e condanno la strumentalizzazione blasfema e malefica che questi carnefici fanno dell’islam e del Corano. Noi musulmani credenti conosciamo la gioia della fede, della famiglia, della responsabilità che tutti noi abbiamo a livello di giustizia sociale e solidarietà umana. Però debbo anche dire che all’interno dello stesso Islam esistono correnti estremiste. Abbiamo il dovere di ammettere che anche nella nostra comunità ci sono problemi che vanno affrontati. Non si può far finta che non ci siano.

In quale modo dovrebbero essere affrontati, secondo te?

Prima di tutto non facendo dell’Islam un partito politico (e ovviamente nemmeno un movimento terroristico). La religione non deve essere una bandiera politica. Poi non prendendo mai decisioni estreme. E’ molto importante che si viva la religione come spiritualità. Il che vuol dire essere veramente delle persone spirituali, piene dell’amore di Dio.

Idlib, Siria, 2014. Asmae fra gli orfani e le vedove degli sfollati.

Asmae, tu porti il velo. Non ti ho mai vista senza. Che valore ha per te, che cosa rappresenta, indossato anche nella nostra società occidentale?

Il velo per me è un po’ come per le suore: un segno di modestia nei confronti del Signore, del nostro Creatore. Non è contro la femminilità, come pensano alcuni. Preserva la nostra bellezza ma non la nega. Lo portiamo solo fuori casa, all’esterno delle mura domestiche e durante la preghiera. In casa no. Non indosso il velo perchè mi viene imposto, come avviene in certi Paesi quali l’Afganistan, l’Iran e l’Arabia Saudita. Se vivessi questo fatto come un’imposizione lo odierei. Per me è un atto di fede. Noi donne dobbiamo lottare contro la discriminazione delle donne, che non passa certo attraverso un velo… (se non imposto, ripeto). Dobbiamo lottare contro le dittature dove avvengono le violazioni dei diritti umani. Dove allontanano le bambine dalle scuole. L’Islam non discrimina le donne: Dio non vuole certo che le sue creature vengano discriminate, usate, schiavizzate. Purtroppo si tratta di retaggi maschilisti, misogini. D’altra parte dove i diritti umani vengono violati sono sempre le donne a risentirne. Quando invece si inizia un processo verso la libertà possono avvenire cambiamenti epocali, come è successo in Tunisia, per esempio, dove recentemente è stata approvata una costituzione che garantisce la parità fra uomo e donna. Quindi quando si imbocca la strada della democrazia è naturale che anche i diritti delle donne trovino finalmente spazio.

Asmae, ma tu sai benissimo quanto sia difficile raggiungere tutto questo in una cultura come la vostra! In The Post Internationale ho letto un tuo bellissimo articolo su due donne siriane da te intervistate, Fadila (24 anni) e Munira. Munira a 15 anni finì nelle mani delle truppe dell’Isis entrate in casa sua e presa con la sorellina perchè diventassero spose dello Sheikh, lo sceicco. Oltre alle orrende esperienze che queste povere ragazze hanno passato, mi ha colpito che una volta liberate e tornate in famiglia, una incinta, sono state rifiutate dai loro stessi genitori, persino dalla madre; e cacciate di casa.

Posso capire che tu ti sia chiesta come sia possibile tutto questo. Soprattutto da parte dei genitori che avrebbero dovuto consolarle, coccolarle, aiutarle, sostenerle con amore. Purtroppo le madri sono spesso complici di questa mentalità: è necessario un cambiamento culturale che parta dal basso. Sono le nuove generazioni che vanno aiutate a lottare per i diritti umani. Adesso è veramente necessario cambiare, scuotere!

Scusa, però per te è più facile, perchè vivi in Italia, dove vige la democrazia, la libertà e uguaglianza per tutti..

Sicuramente ho avuto questo privilegio, ma proprio per questo dico che si deve modificare la mentalità; anche in Italia sono state condotte battaglie fondamentali, basti pensare all’abolizione del delitto d’onore. Quando le donne non avranno più paura ad esprimersi, in clima democratico, avranno anche la possibilità di agire. Le nostre donne debbono lottare per i loro diritti, come hanno fatto quelle in occidente dopo la guerra. La chiave del cambiamento sono anche le associazioni, i movimenti che cominciano a nascere. Infatti Fadila e Munira sono state accolte in centri femminili, dopo gli abusi e il rifiuto della famiglia a sostenerle, dove ora lottano per altre donne.

C’è ancora una domanda che desidero farti a cui continuo a pensare, su cui è anche sorto un dibattito nei Paesi Bassi (in cui vivo da 34 anni). Ma perchè le donne in Siria continuano a mettere al mondo figli, in piena guerra, sotto i bombardamenti? Che previsione di vita hanno questi bimbi, che futuro?

Anch’io mi sono posta la stessa domanda quando sono andata in Siria nel 2013, me la sono fatta sotto i bombardamenti, me la sono fatta da mamma. Mi chiedevo dove trovavano la forza di mettere al mondo un figlio in quelle condizioni. Per cercare una risposta mi sono consultata con alcuni psicologi che assistono i rifugiati politici. Mi hanno detto che a livello pratico bisogna considerare il fatto che ora in quei posti manca tutto: antibiotici, medicine varie, disinfettanti, ecc. Figuriamoci se si possono ottenere anticoncezionali! Inoltre la si può considerare come la forza della vita che non vuole cedere alla morte. I bimbi nati dopo l’uso di armi chimiche sono spesso malformati. E’ terribile; eppure c’è nei loro genitori una forza struggente, disperata di continuare a vivere e a dare la vita a chi continuerà a vivere dopo di loro.

So che hai visitato anche degli orfanotrofi.

Sì e questo mi toglie il sonno di notte. Un dolore che si aggiunge al dolore… E’ una pena senza fine! Soprattutto in Turchia, dove i bambini possono restarci solo sino ai 12 anni. Dopo….finiscono per strada. Capisci, a soli 12 anni! In Siria la situazione è migliore, perchè ci sono forti legami familiari. Per questo consiglio le adozioni a distanza, aiutando un bimbo nel suo Paese, dove i soldi vanno alla famiglia che si cura di lui.

Che altro si potrebbe fare perchè questa guerra finisca?

Sino ad ora, in questi 6 anni, è stato fatto ben poco da parte della comunità internazionale.
Gli interventi più urgenti sono: smettere immediatamente di finanziare la guerra. Smettere di vendere le armi e comprare il petrolio su cui l’Isis ha messo le mani. Smettere di fare accordi con le dittature. Aprire i corridoi umanitari perchè arrivino gli aiuti. Siamo arrivari al bombardamento degli ospedali! Mi piange il cuore perchè la gente non capisce; guarda alla tragedia umana ma poi si distrae e non va oltre. Oppure si perde tempo a scaricarsi le colpe gli uni sugli altri. Anche i musulmani dovrebbero farsi un esame di coscienza e domandarsi se per caso non hanno responsabilità pure loro. Non si può dare sola la colpa all’Occidente, all’Isis. Circa i sostegni umanitari devo dire che l’Unicef fa molto e lo ha fatto anche in passato con la costruzione di scuole. Ho visto di persona la realizzazione dei loro progetti. E’ un ente serio di cui fidarsi.

Asmae, hai anche pubblicato un libro di poesie. Di che cosa si tratta?

E’ un libro di poesie dedicato ai due grandi dolori della mia vita: alla Siria, alle sue vittime e a mia sorella Noura, che purtroppo è mancata. La copertina rappresenta il volto di una donna (che pare una Madonna) che una mia amica ha detto mi assomiglia molto…un vero caso. Pensa…. che è stato benedetto da un sacerdote!

L’autore della copertina del bel libro di poesie di Asmae Dachan è Gianluca Moiser.

Asmae, è proprio in tema con il 1 novembre, il giorno di Tutti i Santi e quello di ieri, 2 novembre, commemorazione dei defunti.

Per concludere, oltre a donarti virtualmete un fiore per ringraziarti per tutte le battaglie che porti avanti in prima persona, per i diritti umani e contro il terrorismo fondamentalista, vogliamo chiederti come possiamo aiutare noi il tuo popolo.

Grazie, potete aiutare in tanti modi le vittime di questi crimini. Anzitutto parlandone, perché non vengano consegnate all’oblio. L’altro modo è sicuramente quello pratico, con donazioni. Noi abbiamo un sito dove potete fare delle offerte per progetti scolastici, ospedali, orfanotrofi. Andiamo nelle scuole e facciamo incontri con enti e associazioni per parlare di Siria e avviare raccolte. Chi vuole dare il suo contributo visiti il sito e poi decida. Il Signore sia con te e con tutti voi!

Cara Asmae, il Signore sia anche con te e il tuo povero popolo che vive un dramma terribile.

Ai miei cari lettori, cofanetti magici, chiedo come ogni anno, all’avvicinarsi del Natale, di fare un’offerta che arrivi quest’anno in Siria. Ogni anno vi segnalo un modo perchè le vostre donazioni arrivino direttamente dove c’è bisogno, portate da persone che conosco, come è stato per l’ospedale di Fra’ Fiorenzo Priuli, a Tanguieta, in Moldavia-Transnistrie, dove poveri anziani muoiono di freddo e fame, per i poveri di Papa Francesco, a cui li ho consegnati personalmente. Vi ho sempre dimostrato che il denaro donato è arrivato sul posto. Ora è urgente che facciamo tutti un’ offerta (non importa quanto grande, se siamo in tanti possiamo fare molto…) via il sito segnalato. Reagite subito e poi mettete la ricevuta del versamento sotto l’albero di Natale. Lo farò pure io. Ho chiesto ai miei figli la stessa cosa come regalo di Natale per me.

In dicembre speditemi le foto del vostro albero di Natale con questi foglietti d’amore appesi; un cuore, un disegno, una stella luminosa ed io capirò. Grazie, grazie a tutti!
So che i miei Cofanetti magici sono generosi!

Sarà come al solito il nostro modo: il modo di noi Cofanetti magici di festeggiare il Natale insieme, uniti in un’opera di solodarietà umana per chi è molto, ma molto meno fortunato di noi e trascorrerà Il Natale nel sangue, nelle lacrime, senza cibo, medicine, nel buio e dolore totale.

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Questo il sito che potete visionare se volete fare una donazione per la Siria e sapere dove andranno i vostri soldi.
www.onsur.it

Il numero di conto italiano è: IBAN: IT 89 P 02008 21204 000 102280533 Lo troverete anche sul loro sito.

Proibita la riproduzione senza citare il nome delll’autore e la fonte di provenienza.
No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source.

Link al blog di Asmae Dachan: Diario di Siria
e la sua pagina facebook.

Due donne siriane, due storie di abusi e separazione (articolo The Post Internazionale)

Gli altri anni le vostre donazioni sono direttamente arrivate a Fra’ Fiorenzo:
Terrore per il virus Ebola. Fra Fiorenzo, l’ospedale Saint Jean de Dieu a Tanguieta. Storia di un uomo meraviglioso.

Al’associazione Moldavia- Transnistrie:
Sono stata contagiata dal virus. Il virus della bontà.

A Papa Francesco:
Pattini d’argento per Papa Francesco. In occasione del Giubileo della Misericordia.

Il mio caloroso incontro con Papa Francesco e la Pro Petri Sede.

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