Migrazione. In Olanda una donna musulmana chiede 10.000 euro come risarcimento per una foto scolastica scattata alla figlia durante una loro importante festa religiosa.

Davanti a Dio siamo tutti uguali e tutti fratelli.

Nei Paesi Bassi, una donna musulmana si è rivolta al giudice chiedendo che la scuola frequentata da sua figlia versi 10.000 euro come risarcimento per una foto di gruppo scattata durante il giorno della “Festa del sacrificio”. Il giudice non si è ancora pronunciato a riguardo ma la sua domanda ha suscitato molto scalpore e soprattutto la necessità di rivedere alcune regole in un Paese multiculturale come questo.

Dio ferma la mano di Abramo che stava per uccidere suo figlio come offerta a lui, in segno di obbedienza. Questa immagine testimonia che Dio chiede l’obbedienza all’uomo; a volte arriva a metterlo alla prova, ma non sino al sacrificio supremo in nome Suo. (Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio: Il sacrificio di Isacco, Galleria degli Uffizi, Firenze).

Ricordiamo che la Festa del sacrificio o Festa dell’offerta (a Dio) è la ricorrenza più importante del calendario islamico che celebra l’obbedienza a Dio. E’ in onore e ricordo di Abramo a cui Dio aveva chiesto di sacrificare suo figlio Ismaele. Quando il patriarca era già pronto a sgozzarlo il suo coltello si ruppe, per volere di Dio, “che sostituì il ragazzo con un montone”. Per il popolo musulmano è un momento di aggregazione e di preghiera che culmina con l’uccisione di animali ( generalmente agnelli), la cui carne viene divisa fra parenti ed amici, oltre che distribuita ai bisognosi.

In Turchia attualmente è d’uso, per fortuna, invece che uccidere un agnello, donare 130 euro ad un’associazione umanitaria che si faccia carico di adoperarli per aiutare i Paesi più poveri. Un’ottima idea! La festa del sacrificio viene celebrata circa 70 giorni dopo il ramadan. Ma che cosa avviene quando i musulmani abitano in un’altra nazione? In questo caso specifico, la scuola frequentata dalla ragazzina era una scuola olandese di Den Haag, (l’Aia) come tutte le altre, per cui ogni credo religioso va rispettato; ma non è obbligatoria la concessione di giorni di vacanza per determinate ricorrenze legate alle varie culture religiose.

A meno che non si tratti di istituti come quello indonesiano di Den Haag, lo Shri Vishnu, che, per esempio, rimane chiuso il giorno della grande e colorata Festa Holi-Phagwa. Per questo la famosa foto di gruppo, già programmata da mesi, era stata scattata anche con la partecipazione della loro allieva musulmana. La reazione della madre è stata spropositata, secondo la maggior parte dei cittadini.

La scuola si è scusata, precisando che non ci sarebbe stato alcun problema se fosse stata informata precedentemente del divieto di apparire in un’immagine pubblica in un giorno per loro di grande importanza religiosa. Ma le scuse non sono bastate. La madre si è comunque rivolta al giudice. Marysha Molthoff, portavoce del Collegio per i diritti umani ha dichiarato al quotidiano AD che l’azione intrapresa dalla donna “è logica, dalsuo punto di vista, anche se esagerata per via della richiesta di 10.000 euro come indennizzo.”

“Sicuramente avrebbe dovuto mettersi d’accordo con la direzione scolastica o rivolgersi a noi”, ha aggiunto. “Tuttavia è molto importante che si faccia chiarezza su questo tema sino ad ora ignorato, inerente al rispetto delle varie religioni presenti nei Paesi Bassi, compresa la concessione di giorni di ferie extra concessi per le loro celebrazioni. Oltre che per particolari pause di lavoro per la preghiera quotidiana dei musulmani. Una sentenza aiuterà la comunità olandese a sapersi regolare, senza che accadano più episodi come questi”.

Sino ad ora, come abbiamo precedentemente accennato, le scuole olandesi erano obbligate a non fare alcuna differenza di credo religioso per quanto riguarda le loro attività. Se un genitore desiderava tenere a casa il figlio durante una particolare festa religiosa poteva farlo a condizione che chiedesse l’autorizzazione alla direzione con un anticipo di almeno due giorni. In modo che fosse informata del fatto che il ragazzo non aveva marinato la scuola; ma si assentava con l’accordo della famiglia. Ricordiamo che in Olanda se un bambino minore di 12 anni non va a scuola, loro ne sono i responsabili davanti alla legge.

“La madre che ha chiesto un simile risarcimento per una foto scolastica”, ha dichiarato una giovane donna marocchina che si dichiara felice di vivere in un Paese civile come l’Olanda, “ poteva semplicemente domandare il permesso di tenere la figlia a casa. Una cosa è evidente: per noi musulmani ci sono solo due strade percorribili, se vogliamo vivere in un altro Paese. La prima è quella di esprimere le proprie idee ed esigenze cercando una soluzione insieme a chi ci ospita. La seconda è di renderci conto che siamo una minoranza islamica che abita in una nazione non islamica… per cui dovremmo fare il nostro meglio per adattarci ad essa: nel miglior modo possibile. Altre strade non ci sono.”

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

Nota di redazione: l’uso di sacrifici umani è invalso nelle culture più disparate, nelle usanze religiose dei Cinesi, degli Indù, degli Egiziani, degli Ebrei, dei Mesopotamici, dei Greci, e di molti altri popoli, e pure nei Romani (il Senato lo proibì dal 97 a. C.). Nell’epoca di Abramo che gli studiosi situano tra il XIX e XVI sec. a.C., il sacrificio umano era ancora in uso presso molti popoli del mondo.

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