Questa volta, cari lettori, non voglio scrivere una risposta a qualche vostra domanda (sempre molto utili e costruttive) e nemmeno raccontarvi un episodio della mia vita lavorativa quotidiana, ho scelto di intervistare uno dei miei primi clienti con il quale ho mantenuto negli anni un rapporto di stima ed amicizia.
Il mio cliente si chiama Salvatore e per molti anni ha vissuto in compagnia di uno splendido cagnolone di nome Matisse.
Chi era Matisse?
Matisse era un bellissimo Setter Irlandese che ho acquistato in un allevamento a Pozzuoli ( Napoli ) nel 2000, spinto dall’entusiasmo nel volere un cucciolo dei miei due figli allora adolescenti. Non avevo mai avuto un cane da giovane ed ero anche io desideroso di fare questa esperienza e creare un nuovo rapporto di collaborazione per la crescita del cucciolo con i miei ragazzi. In fondo era un modo per responsabilizzare anche loro e devo dire che in parte ci sono riuscito.
Quanto tempo hai trascorso con lui?
Matisse ha vissuto con noi per ben 14 anni, una veneranda età per un cane di taglia medio-grande. Era un setter irlandese di un colore stupendo ed un carattere bellissimo. Era molto dolce, impazziva per le palline da tennis ed adorava correre in montagna. Ha vissuto in appartamento con noi ed il letto ed il divano erano i suoi troni. Adorava dormire e trascorreva molte ore al mio fianco sul divano mentre guardavo la tv e mi rilassavo accarezzandolo. Avendo avuto un problema dermatologico in molte fasi della sua vita aveva un mantello con pochi e sottili peli, quindi accarezzandolo riuscivo a toccare direttamente la pelle ed a sentirne il calore, come se stessi accarezzando la pelle di un bambino.
Cosa è stato per te Matisse?
Ho cresciuto Matisse con amore ed affetto, ovviamente un amore diverso da quello che ho ancora oggi per i miei figli, ma allo stesso modo intenso ed appagante. In realtà io non l’ho mai considerato un “semplice cane”, per me era un vero e proprio amico a cui poter parlare liberamente, senza nessuno schema mentale o sovrastrutture. A volte mi ritrovavo a confidargli dei miei pensieri sapendo ovviamente che non avrei mai ricevuto risposta, ma il semplice fatto di farlo mi faceva sentire più sollevato.
Hai parlato di dermatite, questo è stato un suo problema?
Il mio cagnolone all’età di tre anni ha iniziato a presentare delle aree di alopecia, eritemi cutanei, papule diffuse ed una pelle molto secca che emanava un forte odore di rancido. In quella occasione ho conosciuto Imma, la nostra veterinaria, che ha tentato mille strategie farmacologiche per cercare di risolvere il problema e suggerito anche un paio di specialisti in dermatologia veterinaria,che ho seguito senza grossi miglioramenti. La dermatite di Matisse é stata un acerrima nemica che, purtroppo, nessuno di noi, medici compresi, è stato in grado di fronteggiare. Durante tutto il periodo della sua vita ha vissuto praticamente come fosse un “cane nudo”, tanto è vero che ricordo benissimo che in inverno aveva così freddo che dovevo fargli indossare un cappottino. La cosa che ricordo con grande dolore era lo sguardo infastidito della gente quando incrociavano il mio cane a passeggio, come a pensare che il suo problema dermatologico fosse qualcosa di infettivo e trasmissibile, tanto da indurmi ad uscire di casa in orari assurdi per non incontrare nessuno.
E’ morto di morte naturale?
Matisse ha vissuto felicemente, nonostante il grande problema dermatologico, per ben 14 anni e solo nell’ultimo anno gli fu diagnosticato un adenocarcinoma delle ghiandole perianali, un tumore piuttosto aggressivo ed altamente metastatico. Alla scoperta di questo tumore ho deciso di non aggiungere altro dolore alla sua vita, vista l’aggressività del tumore e soprattutto la difficoltà chirurgica per la localizzazione. Io gli sono stato affianco in ogni momento della sua vita e con grande rispetto lo ho accompagnato fino all’ultimo suo respiro. La sua morte mi ha lasciato un vuoto incolmabile, assoluto ed ancora oggi quando penso a lui ho le lacrime agli occhi ed il nodo in gola.
Cosa pensi dell’eutanasia?
Non ho una vera e propria posizione a riguardo. Razionalmente parlando immagino sia una cosa giusta, sia per gli uomini che per gli animali. Non sono infatti d’accordo sull’accanimento terapeutico ne per gli uomini e ne per gli animali e credo che, le persone, debbano avere il diritto di scegliere come porre fine alle ultime sofferenze riducendo al minimo il dolore della morte. Ma, per Matisse non volevo e non potevo farlo. In famiglia tutti volevano che si spegnesse da solo e senza interferenza alcuna, l’unica cosa su cui siamo stati tutti d’accordo è stato sospendere le sue purtroppo quasi inutili terapie.
Come hai elaborato il lutto?
In realtà non è mai stato elaborato e probabilmente questo è il motivo per cui non ho mai più adottato un altro cane. Matisse era veramente unico e non ho ancora voglia di sostituire il suo ricordo. Nonostante siano passati già 4 anni il mio dolore è ancora forte e non riesco ancora a superarlo per poter serenamente accogliere un altro cucciolo.
Il tuo veterinario è stato sempre lo stesso?
Si, sempre la stessa per 11 anni, Ho conosciuto Imma al terzo anno di vita di Matisse, in pieno problema dermatologico e solo su sue indicazioni, ho conosciuto altri due specialisti in dermatologia e citologia, che,come Imma, hanno tentato di trovare una soluzione. La scelta del veterinario per me è stata determinante. Lei è stata anche di grande supporto psicologico oltre ad essere una ottima professionista in cui ho riposto massima fiducia.
E’ bene aver fiducia del proprio veterinario?
Certo, è necessario avere fiducia del proprio veterinario, sempre che abbia un buon livello di preparazione ed una alta etica professionale. Diventa stressante cambiare continuamente medico e non essere mai sicuri di quello che suggerisce. Nonostante io sia un appassionato della rete non mi sono mai permesso, in tanti anni, di fare ricerca su google e mettere in discussioni le scelte del mio veterinario. Ho sempre pensato che lei facesse bene il suo lavoro decidendo il meglio, nel limite del possibile, per il mio cane ed anche per me.
Vuoi raccontarci un aneddoto di Matisse?
Come ho detto prima, Matisse è sempre stato un cane dolce ed affettuoso,non solo con noi membri della famiglia ma anche con la nostra gatta Psiche. Psiche è stata raccolta dalla strada all’età di 3 mesi e lui, già adulto, l’ha subito ben accolta in casa proteggendola dal freddo e trattandola sempre come una grande amica. Era bellissimo vedere Psiche dormire acciambellata proprio sopra Matisse, che non osava spostarsi per non disturbarla, sembrava un quadro di amore universale.
Io, ringrazio Salvatore per il tempo che mi ha dedicato e gli chiedo scusa per avergli reso nuovamente vivo il suo dolore per il suo adorato amico. Spero però che questa mia intervista possa essere utile a quelle persone, amanti degli animali, che si credono fuori posto sapendo di soffrire per la perdita del proprio amico e si chiudono nel loro dolore decidendo di non parlarne con nessuno. La perdita di un amico a quattro zampe è un vero e proprio lutto e necessita di ogni strategia per superarlo senza problemi. Parlare con amici, parenti o con lo stesso veterinario è un modo per superarlo quanto prima così da riaprire velocemente il cuore ad un altro amico che ci aspetta.
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