Gentile dottoressa, il mio gatto ha più di 16 anni, ora mangia cibo in scatola dove si trova quel “gel” strano, che io butto sempre via. Mi aveva consigliato le scatolette il mio veterinario considerato che ora mangia a fatica le crocchette. Tutta quella “salsa” che si trova nelle scatolette e bustine, fa bene ai gatti? Superata una certa età che cosa si può dar loro, soprattutto quando cominciano ad avere problemi ai denti? Ed una ultima domanda : come facciamo a districarci fra i tanti cibi consigliati per i nostri animali?
Grazie e cari saluti da Francesco di Torino.
Caro Francesco, queste domande sono veramente impegnative ma cercherò di rispondere nel modo più semplice e chiaro che posso.
Solo per curiosità voglio dire che le industrie per la preparazione del cibo per animali ( secco o umido che sia ) hanno iniziato ad esistere a metà secolo scorso, quindi non tantissimo tempo fa; ma ciò che più mi ha colpito è che la ricerca sugli alimenti e la conoscenza della migliore alimentazione per gli animali ha fatto passi da gigante solo negli ultimi 30 anni.
Infatti prima dell’avvento degli alimenti commerciali, i cani mangiavano qualsiasi tipo di alimento disponibile nel loro ambiente: scarti di carne, latte, uova, il cibo che si procuravano frugando tra i rifiuti e gli scarti della cucina dei propri padroni. Solo in un secondo momento, quando il rapporto cane-animale ha assunto altre caratteristiche si è iniziato a porre maggiore attenzione alla ricerca di alimenti di migliore qualità per la salute degli animali domestici.
Con il tempo si è ulteriormente passati dall’utilizzo di materie prime di scadente qualità come crusca di grano, sfridi di lavorazione e carne non destinabile al consumo umano, alla scelta di carni fresche e verdure di qualità superiore, lavorate e conservate con l’aggiunta di sempre meno additivi e conservanti chimici. Altro traguardo raggiunto con l’evolversi della ricerca è stato la preparazione di diete specializzate, formulate per gestire al meglio malattie specifiche come l’insufficienza renale, epatica, ipertiroidismo ed altre ancora. Ovviamente anche i medici veterinari, dopo aver capito l’importanza della nutrizione, hanno cominciato a prestare più attenzione all’argomento, dando vita alla figura specializzata del nutrizionista.
Fatta questa premessa solo per pura curiosità storica e ritornando al suo gatto, l’alimentazione con scatoletta in un animale anziano, la suggerisco anche io frequentemente. Con l’età, oltre a problemi metabolici che possono essere diagnosticati solo con opportune indagini, i nostri pet iniziano ad aver problemi anche alla dentizione. Spesso le gengive si infiammano e si ritraggono lasciando scoperto il colletto del dente, che intanto perde la sua stabilità. Un dente che si muove è inevitabilmente un dente dolente quindi una alimentazione con cibo secco aumenterà il fastidio.
Tra l’altro, soprattutto i gatti, hanno per natura una scarsa propensione a bere, quindi una alimentazione con cibo umido riesce ad apportare anche una buona percentuale di acqua nel loro organismo.
Altra cosa da considerare è che con l’avanzare dell’età spesso nei nostri animali l’appetito si riduce, quindi suggerire una alimentazione con cibo morbido da poter riscaldare in microonde o a bagnomaria permette di accentuare degli odori che possono stimolare l’appetito.
Il “gel” presente nelle scatolette o nelle bustine di cibo umido non è altro che il brodo di cottura degli stessi alimenti messi in scatola, quindi a sua volta ricco di principi nutritivi utili alla nutrizione del gatto. Per tutti i cibi in scatola, anche quelli per noi uomini, sono necessarie sostanze, naturali o non, che servono a mantenere intatto il cibo nel tempo. Parliamo di antiossidanti, coloranti, conservanti, addensanti ed esaltatori di sapidità.
Molte aziende di mangimi per animali hanno iniziato, per tutelare il benessere dei nostri animali, ad usare sostanze naturali come : vitamina E e C come antiossidanti, gomme di guarana o agar-agar come addensanti, sale da cucina come esaltatore di sapore, mentre altre continuano ad utilizzare prodotti chimici, più pratici e stabili, regolarizzati sempre da normative CEE.
L’etichetta presente sulle confezioni, obbligatoria per legge, è l’unico modo che abbiamo per conoscere la lista degli ingredienti e tutto quello che viene aggiunto al cibo. Leggere l’etichetta è qualcosa che dovremmo imparare a fare visto che attraverso questa riusciamo anche a capire perché un cibo, che magari usa carne e non farina di carne come primo ingrediente della lista, costi più di un altro che invece al primo posto segna cereali.
Nelle etichette sono indicate le percentuali di tutti i principi nutrizionali così che possiamo scegliere quelli per esempio che non hanno meno del 25% di proteine su sostanza secca, oppure oltre il 5% di fibra, dobbiamo esser certi che nella lista compaia la Taurina e l’Arginina, amminoacidi indispensabili per la salute del gatto visto che una loro carenza crea problemi cardiaci, oculari, neurologici.
Ritornando alla sua domanda, fattami anche spesso dai miei clienti su come poterci districare tra i vari cibi esistenti in commercio, posso solo suggerirle di imparare a leggere bene le etichette, dare priorità a cibi di grandi aziende ( come Hill’s, Royal, Farmina ) che investono molto sulla ricerca e sulle qualità delle materie prime ed affidarsi alle competenze del proprio veterinario.
Un proverbio dice quanto spendi, tanto vale e credo proprio che sia la verità da tener sempre in considerazione.
Spero di averla aiutata ad allontanare qualche tuo dubbio, ma, mi creda, questo argomento è veramente troppo impegnativo da riuscire ad esaurire in poco spazio.
Per qualsiasi altro dubbio mi contatti pure al mio indirizzo email: immavet1973@libero.it e cercherò di aiutarti ulteriormente.
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