Immagine realizzata da Marica Caramia, ispirata dalla
favola di Rampina di Valentino Di Persio
Dopo le lotte per la sopravvivenza contro lupi e mute di cani randagi, Rampina ha dovuto affrontare la sfida più difficile, quella contro l’uomo padrone, ed io poco potevo fare per difenderla da lontano. La cavallina era cresciuta sotto le mie ali protettrici da quando l’avevo strappata alla morte nel maggio 2017 in Abruzzo. «Se la mangeranno i lupi stanotte!» aveva detto la veterinaria, dopo svariati tentativi per farle bere del latte di vaccino.
Stella, la mamma, aveva già preso la strada per Cannatina lasciandola lì per terra in fin di vita. Saverio, il proprietario, se ne era andato anche lui con una scusa.
Rimasto solo con Rampina -l’avevo chiamata così perchè era nata con lo zoccolo anteriore destro rampo- le parlai accarezzandola dolcemente:
«Ehi! Ma vuoi proprio morire? Non vedi che ora il sole splende in cielo? E’ passata la tempesta che questa notte ti ha ricoperto di grandine impedendoti di attaccarti al seno di tua madre per nutrirti del suo latte. Quel prezioso nettare col freddo era diventato raffermo. Poi tua madre non ha più voluto saperne di te e ti ha abbandonata al tuo destino.» Continuai a parlarle come a una bambina: «Devi bere il lattuccio, così diventerai forte, così potrai difenderti da quei lupacci sempre affamati.»
Rampina aprì gli occhi e scosse la testa. Aveva capito il mio messaggio. Fu allora che mi venne un’idea che poteva rivelarsi risolutiva ma anche rischiosa. Tornai giù a casa. Rovistando nella dispensa, trovai un secchiello da mare a forma conica. In frigorifero feci incetta di tutto il latte. Ritornai lassù da lei. Rampina, nel sentirmi arrivare, cercò di sollevare la testa senza peraltro riuscirci. Misi subito in atto l’estremo tentativo per sottrarla alla morte; infilai il suo musetto nel secchiello col latte, trattenendolo per qualche istante prima di mollare la presa. La cavallina tirò subito fuori il muso, deglutiva e starnutiva. L’aiutai a mettersi in ginocchio prima di riavvicinare il secchiello al suo musetto. Questa volta fu lei stessa a immergerlo dentro. Succhiò fino all’ultima goccia di latte. La cavallina era salva. L’empirico esperimento era riuscito.
Da allora Rampina era diventata la mia ombra, mi seguiva dappertutto. Le piaceva persino condividere con me gli spaghetti di cui andava ghiotta. Saverio mal sopportava questo stato di cose benché lo avessi rassicurato di non avere nessuna pretesa sulla proprietà della puledra, malgrado le avessi salvato la vita. Col tempo Rampina era diventata una bellissima giumenta.
A luglio, mentre mi trovavo a Roma, mi giunse la voce che Saverio aveva contattato alcuni macellai per sbarazzarsi di Rampina col pretesto che infastidiva le persone tornate per l’estate. Cosa non vera. Infatti, solo una signora aveva avuto qualcosa da ridire, ma presto anche lei era stata conquistata dall’affabile creatura. Intanto Saverio aveva rinchiuso Rampina in un recinto. Due trafficanti di animali venuti dal Nord giunsero di buon’ora un mattino col loro camion. Rampina si oppose con tutta se stessa e con successo alle costrizioni, talvolta violente e dolorose adottate da due energumeni per costringerla a salire sul camion che l’avrebbe condotta al mattatoio. L’impavida giumenta si era ribellata ai due ferocemente impennando con le zampe anteriori. I due trafficanti mollarono la presa. Rampina ne approfittò per valicare il cancello e correre su per i campi impervi.
Rampina era fuggita via. Di lei si erano moltiplicati gli avvistamenti; chi la voleva alla testa di un branco di lupi, altri la immaginavano scorribandare felice tra i bambini, nelle immense praterie. C’è, invece chi giura che un angelo l’ha portata via con sé.
«Vieni via con me», le ha detto. «Ti porto dove splende sempre il sole, dove avrai solo amore».
Nella foto qui in alto Franco di Persio con la moglie Lidia e il figlio Massimo, sotto la figlia Veronica, con Rampina
Rampina è salva. Rampina ha accettato la doma da parte degli uomini sensibili dal gran cuore. Grazie a mio fratello Franco Di Persio per averla riscattata, grazie a Gianluca Assetta per averle insegnato il difficile mestiere di Cavalla.
Valentino Di Persio
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Tags: abruzzo, addestramento, brittoli, cavallo, horse, rampina, valentino di persio
Che splendida storia!
Spendida storia di animali intelligenti, e non solo istintivi, che sanno bene da che parte andare.
Vale sempre la pena prendersi cura degli animali, loro danno soddisfazioni sempre e rendono i nostri cuori più calorosi. Rampina è una storia vera esiste è la prova che il rapporto con gli animali ci insegna cosa significa amare in modo incondizionato e ci rende persone migliore. Questo è un racconto fatto di emozioni, di lotta per la sopravvivenza, di coraggio e di amore.
Rampina mi ha lasciato questa poesia.
addio Aravecchia , terra natia
Addio, mi stanno portando via.
Vi porto con me dentro al cuore,
tutti , tutti, tranne qualcuno.
Addio, vi lascio soli
in questo mondo malato
di inguaribile follia.
Rampina
Conosco dalla A alla Z su Rampina perché ho letto e riletto tante volte la sua storia. Sono rimasta affascinata!!!
Bellissima la poesia lasciata da ”Rampina”, profonda e di grande riflessione.
Complimenti Valentino Di Persio.
Brava Marica Caramia. Un grazie al Sig. Franco Di Persio per averla riscattata e al Sig Gianluca Assetta per averle insegnato il mestiere di Cavalla.