In Olanda è stato scoperto un commercio di falsi documenti che attestavano la negatività al Coronavirus. La truffa è stata smascherata dal quotidiano AD. E denunciata alla polizia da alcuni medici e laboratori di test i cui nomi venivano stampati a loro insaputa sui certificati alterati venduti per 50, 60 euro a persone che potevano entrare in Paesi come l’Italia, la Germania ed il Marocco soltanto se in possesso di una dichiarazione di negatività al virus.
L’allegato del sabato del quotidiano olandese AD, sempre ricco di informazioni documentate.
Il GGD (ufficio di igiene e profilassi), attualmente occupato a fare i test del Covid-19, era arrivato quasi al collasso per il troppo lavoro; non trovava quindi il tempo per compilare una dichiarazione di negatività ai viaggiatori richiedenti. I laboratori privati lo facevano dietro il compenso di 150 euro. Per cui qualcuno ha trovato il cosiddetto buco nel mercato, in senso negativo, proponendo di risolvere il problema in modo “veloce, economico ed efficiente”, attraverso annunci su WhatsApp e Snapchat.
Conosciamo i nomi di tali organizzazioni truffaldine ma preferiamo non citarli fino a processo iniziato e concluso. Gli autori della truffa e pure i loro clienti rischiano la prigione. I primi non solo per dolo generico e dolo specifico ma anche, come ha specificato l’avvocato penalista Sander Janssen ad AD, “perchè se viaggiando dovessero contagiare qualcuno le condanna aumenterebbe, sia in caso di malattia che per il decesso, parimenti a chi trasmette l’hiv via rapporti sessuali con la consapevolezza di esserne portatore.”
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
Fonte: L’articolo completo del quotidiano AD, in lingua olandese, con le foto dei falsi documenti.
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