Una bella immagine dell’ambasciatore Gaetano Cortese quando svolgeva il suo incarico istituzionale nei Paesi Bassi. Foto M.C. Giongo
L’italia è veramente il Paese della “Grande Bellezza!” Siamo talmente circondati da meravigliosi patrimoni culturali, storici, artistici, archeologici, naturali, che spesso ce lo dimentichiamo; similmente a certi bambini viziati i quali pensano che tutto sia a loro dovuto. Anche quando già possiedono di tutto. Oggi voglio parlarvi di libri. Libri speciali. Libri che sono nati con lo scopo di creare un ponte fra il cittadino e le istituzioni. Mi riferisco ad una collana sulle sedi delle Ambasciate italiane nel mondo. Un’idea scaturita dalla mente, dal cuore, dalla creatività ed esperienza di un ambasciatore, Gaetano Cortese.
Gaetano Cortese è una figura istituzionale che merita particolare attenzione. E’nato a Caltanissetta il 5 febbraio di alcuni anni fa…. Gli piacciono le cravatte azzurre, un colore che gli sta bene, un colore che ricorda i cieli tersi, splendenti ed il mare turchino della sua bella isola, la Sicilia. Pluridecorato, pluri… onorato; fra premi ed onorificenze ricevuti, sia in Italia (4) che all’estero (in totale 24, persino una da parte del Giappone, il cui nome “Sol Levante,” è già un poema di per sè).
Uno scorcio di Caltanissetta, città natale di Gaetano Cortese.
Su di lui posso aggiungere che è stato un ambasciatore molto vicino a noi italiani nei Paesi Bassi. E, fra i tanti che ho conosciuto nella mia lunga vita in Olanda, quello a cui mi sono sentita più vicina io stessa, anche a livello umano; e di simpatia. Infatti è dotato di uno spiccato senso dell’ironia, divertente nel raccontare i fatti della vita. Ben lontano quindi dalla figura dell’uomo di potere (politico), che si dà arie, del diplomatico distante dai problemi reali del popolo. Accanto a lui una moglie sempre elegante, raffinata, Sidsel Cortese Hover, professoressa, di nazionalità norvegese. E i loro due figli, Francesco e Christian.
Palazzo di Venezia ad Instanbul.
Gaetano Cortese ha voluto aprire le porte delle Ambasciate e delle sedi degli ambasciatori nel mondo a chi è interessato a conoscerne la storia fondando e curando una collana per l’Editore Carlo Colombo, per cui sono già usciti 42 volumi. Pubblicati in più lingue: francese, inglese, tedesco, portoghese, norvegese, olandese.
Sono principalmente destinati ai capi di stato, diplomatici e ad altri ambasciatori, in ricordo della loro permanenza nei Paesi dove hanno svolto il loro incarico. Tuttavia, per renderli visibili anche ad un più vasto pubblico, non solo di élite, è possibile scaricarli dal sito dell’ambasciatore Stefano Baldi, “La penna del Diplomatico “ nella sezione “ Le Ambasciate italiane.” Oltre che trovarli nelle più importanti biblioteche, musei nazionali ed internazionali.
Come suaccennato, sono tante le sedi delle Ambasciate valorizzate da Gaetano Cortese, fra cui la residenza del Palazzo di Venezia ad Istanbul, in cui la storia della Serenissima si intreccia a quella dell’impero ottomano; poi di Bruxelles, Londra, Lisbona, l’Aja (con la prefazione di Giorgio Napolitano e del primo ministro di allora J.P. Balkenende) Oslo, Vienna (con la prefazione di Sergio Mattarella), Berlino, Stoccolma, Madrid, Il Cairo e Washington.
Su quella nei Paesi Bassi, la residenza in Sophialaan all’Aja, dove attualmente risiede l’ambasciatore in carica Giorgio Novello, uomo di altrettanta profonda umanità e sapienza, ho già scritto un articolo uscito nel quotidiano nazionale Avvenire.
La copertina del libro dell’ambasciatore Gaetano Cortese sulla sede residenziale Il palazzo di Sophialaan, all’Aja, nei Paesi Bassi, per la collana dell’editore Carlo Colombo da lui fondata e curata.
Lo scopo di tali opere è sottolineare ancora una volta quanto il nostro patrimonio culturale sia importante anche a livello di relazioni bilaterali in Europa e nel mondo.
Per esempio, tornando ai rapporti fra Italia ed Olanda mi sovviene una frase dell’introduzione di Gaetano Cortese nel volume dedicato alla residenza dell’Aja, dove si sottolineano “le influenze tra il Rinascimento italiano ed il Secolo d’oro olandese, la genialità di Spinoza, Erasmo, Rembrandt, Vermeer. E anche l’influenza italiana sugli artisti olandesi: Rubens e Van Dijk maturarono la loro arte nei loro viaggi in Italia, dove svilupparono un senso particolare del cromatismo e della plasticità.”
Nel settore dell’istruzione, facendo riferimento ai nostri tempi, ricorda “le migliaia di scambi studenteschi che avvengono fra i due Paesi, grazie al programma Erasmus e alla profonda integrazione fra le economie.”
L’ultimo nato in casa Cortese e nella casa editrice Carlo Colombo, è il volume sull’Ambasciata d’Italia in Egitto. Non a caso uso il termine di “ultimo nato”, in quanto per l’ambasciatore Cortese queste pubblicazioni sono diventate come un figlio, tanti figli che gli hanno permesso di rendere universale il suo amore per l’arte, l’architettura e per quelle istituzioni che portano avanti valori di fratellanza e di sostegno reciproco.
Allora chiediamo a lui di continuare a parlarcene, con tanti auguri per il suo passato compleanno!
Ambasciatore Cortese, spieghi Lei quale è il ruolo principale di un Ambasciatore. Quando poni questa domanda ai cittadini entrano in confusione, dando l’idea di non saperlo.
L’ambasciatore rappresenta il capo di Stato del proprio paese presso un altro Stato. Suoi compiti sono: proteggere gli interessi nazionali e dei suoi cittadini sul territorio straniero, negoziare con il governo ospite, inviare informazioni in patria, promuovere la collaborazione politica, economica, culturale, scientifica e tecnologica.
Oggi le funzioni dell’ambasciatore sono numerose e svariate: oltre alla gestione della politica estera, si occupa sempre di più del sostegno e della promozione delle imprese italiane, degli scambi commerciali, della promozione della cultura e del coordinamento della cooperazione allo sviluppo. Non bisogna tralasciare anche tutte le attività consolari elargite ai nostri connazionali all’estero. Questi servizi di sostegno a favore dell comunità italiana messi in atto dalle rappresentanze consolari ricadono sempre sotto il controllo e la supervisione del Capo Missione al quale compete il coordinamento del Sistema Paese nel quale rientrano tutti gli Enti italiani operanti nel Paese di accreditamento.
Va evidenziato che solo verso la metà del XV secolo le ambasciate cessarono di essere missioni occasionali per divenire missioni diplomatiche stabili. È vanto italiano che le prime furono istituite dalla Repubblica di Venezia e dal Ducato di Milano e successivamente si diffusero in tutta Europa. L’ambasciatore divenne il rappresentante diplomatico di rango più elevato secondo la classificazione dei capi di missione diplomatica formulata nel Regolamento di Vienna del 19 marzo 1815, classificazione che fu confermata negli accordi sui rapporti diplomatici siglati dalle Nazioni Unite a Vienna il 18 aprile 1961, che esplicita anche i loro privilegi ed immunità. Sono considerati di pari grado i nunzi apostolici, rappresentanti diplomatici dei pontefici.
L’ambasciatore è investito ufficialmente della propria funzione attraverso l’accreditamento: questo consiste nella consegna, presso il Capo dello Stato ospite dei documenti ‒ detti lettere credenziali ‒ che attestano la sua qualifica. Un tempo soltanto le grandi potenze si scambiavano i propri ambasciatori; a partire dal 1945, invece, essi vennero accreditati anche presso e da Stati più piccoli.
Per la conclusione di speciali accordi di carattere internazionale (come la negoziazione delle condizioni di armistizio o di pace), gli ambasciatori possono essere nominati plenipotenziari: possono, cioè, essere investiti di pieni poteri nella trattazione e nella conclusione di quei determinati accordi.
E’ appena uscito un altro volume che ha arricchito il “vostro cofanetto magico” sulle sedi delle Ambasciate italiane nel mondo. Di che cosa si tratta?
Si tratta del libro sulla nostra Ambasciata in Egitto, dedicato al caro collega ed amico Ministro Consigliere Antonio Verde, deceduto durante la sua missione diplomatica in Egitto, che con grande passione e cura ha coordinato i vari contributi, per uno dei quali “ Storia della comunità italiana del Cairo “ è stato co-autore assieme al primo segretario Marco Cardoni. Il libro, come sottolinea nella prefazione l’ambasciatore Giampaolo Cantini, ripercorre la storia della sede dell’ambasciata al Cairo che è strettamente legata alla vicenda della comunità italiana in Egitto e al contributo che essa ha dato, nell’arco di quasi due secoli, allo sviluppo di questo Paese.
L’architetto Ketty Migliaccio ha ricostruito in maniera encomiabile la storia della nostra sede diplomatica con il suo documentato contributo “ storia di un ambizioso progetto “, che ha richiesto diversi anni di ricerca ed approfondimenti presso l’archivio storico-diplomatico della Farnesina. La mia introduzione ripercorre in grandi linee l’evolversi della presenza italiana in Egitto evidenziando l’apporto dato dalle nostre comunità al Cairo, Alessandria e Porto Said, dall’Istituto Italiano di Cultura e dal Centro Archeologico Italiano al Cairo alla creazione di una struttura di sostegno all’ archeologia italiana in Egitto.
Quali di queste opere le hanno dato maggior soddisfazione?
Tutte le opere dell’Editore Carlo Colombo di Roma hanno e continuano ad avere per me un valore del tutto particolare e di grande soddisfazione personale poiché ogni pubblicazione ha una sua particolare storia da raccontare e come tale sempre di grande interesse e novità per l’autore. La prima iniziativa editoriale dedicata alla prestigiosa rappresentanza diplomatica italiana a Bruxelles riveste un ricordo speciale proprio perché ha dato l’avvio alla nascita della Collana.
So che l’idea di fondare una collana così speciale è sorta durante un pranzo con… ospiti altrettanto speciali, addirittura della famiglia reale belga.
L’idea è nata durante la mia missione diplomatica in Belgio nel 2000, in occasione di un pranzo di gala offerto in onore del Principe Filippo e della Principessa Mathilde, dal 21 luglio 2013 Re e Regina dei Belgi. Si pensò di poter donare a tutti gli illustri ospiti in Residenza una pubblicazione dedicata alla nostra prestigiosa Ambasciata, sia per la bellezza del Palazzo, sia per la storia delle due famiglie regnanti.
Infatti la Residenza nel 1929 aveva ospitato nei suoi sontuosi saloni la cerimonia di fidanzamento del Principe Umberto di Savoia con Maria José del Belgio. L’iniziativa editoriale, in versione italiana e francese, riscosse un grande successo e confermò l’interesse di tal tipo di pubblicazione presso gli ambienti belgi ed italiani. Si convenne con l’Editore Colombo di creare una apposita Collana dedicata alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero.
Ricordo una sua spassosa battuta sulla residenza all’Aja, che lo ha impegnato molto non solo come ambasciatore ma pure come …”costruttore e restauratore.” In che senso?
Nel 2006 al mio arrivo in Olanda, quale Ambasciatore d’Italia presso il Regno dei Paesi Bassi, ho notato che la Residenza sita in Sophialaan, si trovava in condizioni non ottimali: erano necessari lavori di ristrutturazione e restauro. Il mio predecessore, nello scambio di consegne, mi aveva proprio fatto notare di avere già richiesto alla nostra Amministrazione dei fondi di stanziamento per potere procedere all’avvio degli appalti.
Durante la stagione invernale con l’acuirsi delle condizioni climatiche la situazione si aggravò ulteriormente creando la necessità di un intervento immediato sulla struttura demaniale con un finanziamento straordinario da parte del Ministero degli Affari Esteri destinato alla ristrutturazione e e restaurazione ex novo del Palazzo di Sophialaan. Durante tutto questo lungo periodo di lavori ho avuto la possibilità di seguire in prima persona le diverse fasi di prosecuzione degli appalti affidati ai vari committenti e di affiancarli nelle varie fasi di progettualità e realizzazione.
È stata una esperienza onerosa ma non priva di soddisfazioni allorquando al termine della ristrutturazione si è potuto restituire il Palazzo nel suo pieno splendore alla città dell’Aja. La fine dei lavori coincise, tra l’altro, con la fine della mia missione diplomatica in Olanda e durante il mio commiato nel 2009 si pensò di poter omaggiare le Autorità locali ed il corpo diplomatico con la pubblicazione “Il Palazzo di Sophialaan “, dedicata proprio alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico della Ambasciata d’Italia nel Regno dei Paesi Bassi.
Paesi Bassi. Una delle sale della sede degli Ambasciatori italiani all’Aja, tratta dal libro di Gaetano Cortese.
I continui viaggi e traslochi a cui si sottopongono gli ambasciatori non pesano sui rapporti familiari?
I funzionari che intraprendono la carriera diplomatica sanno sin dall’inizio che la loro vita è proiettata per due terzi all’estero e per un terzo in Italia. In tal senso si è a conoscenza che ogni 4 anni si è soggetti a cambiamenti di sede diplomatica che comportano traslochi ed adattamenti nei rispettivi Paesi di accreditamento.
La famiglia ne è consapevole e condivide in gran parte le decisioni che si adottano in merito. Le eventuali difficoltà potrebbero derivare per le (i) consorti che svolgono attività lavorativa in Italia o che vorrebbero proseguire le proprie carriere professionali. Il dibattito sul lavoro all’estero del coniuge è di grande attualità. Un altro tema da evidenziare è la continuità scolastica dei figli. In questi casi i trasferimenti predisposti dall’Amministrazione coincidono con l’inizio delle scuole per non creare problemi in seno alla famiglia.
C’è stato un Paese a cui si è affezionato di più?
In generale l’interesse per un diplomatico è quello di potere conoscere a fondo il paese in cui presta servizio e trarne il miglior ricordo durante la sua missione diplomatica. Nella mia esperienza diplomatica ho prestato servizio a Zagabria in qualità di Console, a Berna come primo segretario commerciale e all’ Avana come consigliere ed incaricato d’affari a.i. Dopo il rientro alla Farnesina sono stato assegnato alla Ambasciata d’Italia a Washington come primo consigliere e a Bruxelles come primo consigliere e dopo ministro consigliere alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea.
Rientrato a Roma ho prestato servizio al Quirinale in qualità di Consigliere aggiunto per la Stampa e l’Informazione del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Dopo i sette anni trascorsi alla Presidenza della Repubblica sono stato inviato quale Ambasciatore in Belgio e successivamente Ambasciatore nei Paesi Bassi e Rappresentante Permanente d’Italia presso la Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (O.P.A.C.) a L’Aja. In tutti i paesi ove ho esercitato le mie funzioni diplomatiche ho un ricordo piacevole ed affettivo: non avrei preferenze da suggerire.
Tornando ai suoi libri, “alle sue creature”, quale sarà il prossimo? Sono sicura che per una persona con il suo spirito e la sua energia è impossibile fermarsi.
D’intesa con l’ambasciatore d’Italia a Copenaghen stiamo finalizzando una nuova iniziativa editoriale sulla nostra rappresentanza diplomatica a Copenaghen, in occasione del 160 anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Danimarca.
Abbiamo anche in previsione una pubblicazione sulla Residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Dublino per la quale alcuni colleghi che hanno prestato servizio in Irlanda hanno assicurato alcuni contributi di memorie e ricordi.
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
https://amblaja.esteri.it/ambasciata_laja/resource/doc/2020/04/sophialaan1_0.pdf ( qui potete scaricare il libro sulla sede residenziale dell’Aja, nei Paesi Bassi)
https://baldi.diplomacy.edu/diplo/
Articolo uscito nel quotidiano Avvenire.
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