Meraviglioso incontro con Papa Francesco. Auguri per i Suoi 10 anni di pontificato! Che cosa mi ha detto. La Pro Petri Sede. Un pellegrinaggio indimenticabile.

Venerdi 24 febbraio 2023, Roma, Città del Vaticano. Sala Clementina, udienza privata con Papa Francesco concessa al gruppo rappresentante della Pro Petri Sede. I diritti di questa immagine sono © Vatican Media. Proibita la diffusione senza il loro permesso scritto.

Quando penso alla splendida Associazione Pro Petri Sede, “Amis du Pape, vrienden van de Paus”, mi vengono subito in mente le parole di San Francesco di Sales, vescovo francese patrono dei giornalisti: “non parlare di Dio a chi non te lo chiede. Ma vivi in modo tale che prima o poi te lo chieda.” Questo è lo scopo della Pro Petri Sede, di cui ho l’onore di far parte: testimoniare la fede con i fatti, sempre accanto ai Pontefici sucessori di San Pietro.

Essa è stata costituita 150 anni fa ma le sue origini sono molto più antiche; infatti risale alla fine dell’anno 1860, quando un gruppo di volontari cattolici, fra cui belgi, olandesi e lussemburghesi partì alla volta di Roma al servizio di Papa Pio IX per difendere lo Stato Pontificio in caso di attacchi militari del Regno d’Italia che voleva occuparlo al fine di completarnee l’unità. Si chiamavano Zuavi. L’interessante storia degli Zuavi la racconterò in un prossimo articolo che uscirà nel quotidiano nazionale italiano AVVENIRE.

Roma, Città del Vaticano. 24 febbraio 2023. Papa Francesco entra nella Sala Clementina per ricevere “i suoi amici”, come li definisce Lui, della Pro Petri Sede. Foto di Ignace de Corswarem. È pensieroso, pare quasi preoccupato, stanco, anche a causa di un’influenza che lo aveva colpito il giorno precedente, per cui alcune udienze private erano state rimandate, mantenendo la nostra, quella con i Monaci delle Chiese ortodosse orientali e la conferenza episcopale messicana.

Prima di iniziare a parlare del nostro pellegrinaggio culminato con l’incontro con Papa Francesco vorrei tuttavia ricordare che Zuavi, la maggior parte di origini umili, contadine, fu proprio quello di difendere lo Stato Pontificio, sempre accanto al Papa; sino al 1870. Molti persero la vita, anche durante azioni umanitarie, come fu quella, durante la grave epidemia di colera del 1867, di seppellire i morti ammucchiati nella piazza principale di Albano, nel Lazio, in stato di decomposizione; a cui i cittadini non volevano avvicinarsi per timore di contrarre il morbo. Durante il giorno e per tutta la notte furono gli Zuavi ad inumare i cadaveri che si trovavano per le strade del paese.

La Pro Petri Sede è nata quindi basandosi “sull’esempio dei suoi predecessori”, come ha evidenziato Papa Francesco nel suo bel discorso ai membri presenti all’udienza. Per fortuna senza aver più bisogno di combattere con le armi della guerra, bensì con quelle della pace, della fede, della spiritualità e di aiuti concreti che ogni due anni portano in dono al Pontefice, sotto forma di un’ingente somma di denaro, per le sue opere di bene più importanti, fra cui anche interventi immediati per catastrofi naturali.

“Un generoso sostegno”, ha dichiarato Papa Francesco, “di grande solidarietà umana verso i più fragili, i nostri fratelli e sorelle sofferenti. Coloro che sono senza difese, abbandonati, vittime della miseria, della discriminazione e dell’emarginazione. Vi ringrazio, cari amici, per il vostro fedele apporto al mio ministero di successore di San Pietro.”

24 febbraio 2023, Sala Clementina. L’Elemosiniere generale, storica guida della Pro Petri Sede, Reverendo Dirk Van Kerchove, accompagnato da padre Luc Mertens, viene accolto da Papa Francesco a braccia aperte, con un gran sorriso e gioi, da parte di entrambi, che oramai si conoscono da tempo! Foto di Ignace de Corswarem.

Le parole di Papa Francesco sono seguite a quelle della nostra guida spirituale e anche di pellegrinaggio, l’Elemosiniere generale reverendo padre Dirk Van Kerchove, che da anni organizza pellegrinaggi interessantissimi a Roma, in preparazione all’udienza con il Papa, quest’anno proprio all’inizio della Quaresima. Nonostante alcuni mesi fa fosse caduto con conseguente frattura ossea e un ricovero ospedaliero di un mese, non ha rinunciato ad accompagnarci, con tanta forza d’animo. Un luminoso esempio per tutti.

Ecco una parte del suo discorso rivolto al Santo Padre:

“Caro Padre,
Non vogliamo chiudere le nostre orecchie e i nostri cuori davanti ai Suoi appelli paterni in favore di tutti coloro che soffrono: i migranti e i rifugiati in cerca di migliori condizioni di vita oppure obbligati ad abbandonare le loro case per trovare pace e sicurezza, la popolazione martoriata dell’Ucraina, vittima di una guerra insensata. L’otto dicembre dello scorso anno ci siamo commossi molto vedendo le Sue lacrime, davanti alla colonna dell’ Immacolata, versate per i bambini innocenti di questo paese; e non possiamo dimenticare che il cardinale Krajewski, prefetto del dicastero per il servizio della carità, ha portato a rischio della propria vita la vicinanza e l’aiuto del Papa a questa popolazione colpita. E poi le vittime di altri conflitti nel mondo spesso dimenticati dall’opinione pubblica, come la guerra in Siria. Vogliamo condividere la Sua preoccupazione per i nostri fratelli e sorelle colpiti da catastrofi naturali, come il terremoto in Turchia e Siria, dalla fame e dalle epidemie. Pertanto, in occasione del nostro pellegrinaggio, non vogliamo soltanto rinnovare la nostra fedeltà al Papa e alla Santa Sede ma vogliamo anche consegnare a Lei il frutto dei nostri risparmi; sperando di aiutare in questo modo la Sede di San Pietro, per quanto è possibile ed il più possibile, a combattere la miseria nel mondo.

Lei, Padre Santo, dice spesso che assistiamo ad una terza guerra mondiale a pezzi e, come un’ instancabile promotore della pace, chiede a tutto il popolo di Dio di pregare con Lei per la pace, affinchè tutti i leader mondiali capiscano che una guerra non risolve mai i problemi. Già più di due mila anni fa, il grande poeta Virgilio scrisse la stessa cosa nell’undicesimo libro della sua Eneide: Nulla salus bello.

Con Lei vogliamo pregare il Principe della pace affinchè venga frenata la follia della guerra e venga posto fine al commercio di armi.

Preghiamo anche per Lei, Padre Santo, affinchè Dio La custodisca e La conservi a lungo per il bene della Chiesa e dell’umanità.

Infine chiediamo umilmente la Sua benedizione apostolica per tutti i membri della nostra associazione, pronti ad ascoltare il Suo messaggio ispiratore.”

Luk De Staercke, tesoriere della Pro Petri Sede, mostra con orgoglio la cifra raccolta dai membri per i progetti delle opere di bene di Papa Francesco. Foto di M. C. Giongo

Città del Vaticano, 24 febbraio 2023. L’emozionante momento in cui Luk De Staercke con la moglie Karien De Staercke Audoore, hanno consegnato la “preziosa busta” al Santo Padre.

Ricordiamo che la Sala Clementina si trova nel Palazzo Apostolico accanto alla Basilica di San Pietro, nella città del Vaticano. Fu costruita nel XVI secolo per volere di Papa Clemente VIII in onore di Papa Clemente I, il terzo successore di San Pietro. È meravigliosa: ricoperta da affreschi rinascimentali e varie opere d’arte di notevole importanza.

La sala è usata dal Papa per le udienze a delegazioni di particolare importanza, come il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il collegio dei cardinali, le varie conferenze episcopali. Nella Sala Clementina viene inoltre esposto, dopo la morte, il corpo del Papa affinché i membri della curia e le delegazioni straniere possano rendergli omaggio prima della traslazione nella Basilica di San Pietro.

Prima della partenza avevamo ricevuto un elenco con un protocollo da rispettare, fra cui quale abbigliamento sarebbe stato più consono per l’occasione: completo scuro con cravatta e camicia bianca per gli uomini, gonna e giacca di colore “sobrio” o vestito scuro per le donne.

Eventualmente, ma non obbligatorio, il classico velo per coprire il capo. Per i sacerdoti la tonaca referente all’ordine o congregazione di appartenza. Oppure un abito nero con il collarino ecclesiastico (romeinse boord). Ovviamente “niente jeans e…scarpe da tennis”!

Al Papa non si può consegnare nulla o chiedere nulla se non si ha ottenuto un precedente permesso da parte del prefetto della Santa Sede; questo, ovviamente, per evitare che venga strumentalizzata la Sua immagine a fini di lucro per coloro che sono proprietari di ditte e attività imprenditoriali, come mi hanno raccontato accade spesso.

Nel nostro caso è stata fatta un’eccezione per un ritratto che un nostro socio, Tom Van Collie, ha fatto a Papa Francesco, sulla base di una sua fotografia. A Papa Francesco è piaciuto molto.

Venerdi 24 febbraio 2023. Roma, Città del Vaticano. Sala Clementina. In questa immagine, per me molto significativa, Papa Francesco, diventando serio, mi ha chiesto se “pregavo contro di Lui o a Suo favore…“Non si preoccupi, caro Papa Francesco, certo che prego per Lei, a Suo favore! Sempre!” gli ho risposto sorridendo. I diritti di quest’immagine sono di © Vatican Media. Proibita la diffusione per conto di terzi senza il loro permesso scritto, detentori del copyright.

È la seconda volta che incontro il nostro amato Pontefice; nella prima, avvenuta nel 2016, tenne le mie mani nelle Sue per scaldarle, in quanto erano fredde. Rammento la dolcezza paterna dei suoi occhi fissi nei miei. Ma allora camminava bene, era pieno di energia, sorrideva sempre. Quante cose sono accadute in seguito e credo anche… quante delusioni! Intanto sono già passati 10 anni dall’inizio del Suo pontificato, per cui Gli facciamo tanti, tantissimi auguri!

Appena si è seduto, ha riacquistato il buon umore; alla fine ha salutato e stretto la mano a tutti, con una parola per ognuno di noi. Ha riacquistato pure il suo senso dell’ironia! Infatti, quando Gli ho detto che pregavo per Lui, mi ha domandato: “ma lei prega contro di me o a mio favore?” Una “frase storica”che sottintende, a parer mio, il difficile momento che sta attraversando con una parte di prelati che contestano certe sue dichiarazioni e prese di posizione, forse considerate troppo moderne…

Non possiamo dimenticare la sua perplessità, velata di tristezza, alla “tempestiva” (con una tempistica sbagliata!) pubblicazione del libro di padre Georg Gänswein alla morte di Papa Benedetto XVI, avvenuta il 31 dicembre 2022.

Papa Ratzinger è stato il 265esimo Pontefice (il settimo tedesco). Rinunciò al Ministero di Vescovo di Roma e Successore di San Pietro l’11 febbraio 2013; le sue “dimissioni” fecero molto scalpore. Papa Francesco affidò al prefetto Gänswein il compito di stare al Suo fianco, il quale, tra l’altro, di recente è apparso alla televisione italiana, su Rai Uno, intervistato dal giornalista Bruno Vespa, a cui ha detto di essere in attesa di conoscere da Papa Francesco, a giorni, il suo futuro e la sua prossima funzione all’interno della Santa Sede.

Una famiglia speciale! Da sinistra, Jan Danckaert con la bella moglie Ghada Danckaert Marogy e sua zia Layla; poi Danïella Danckaert-Ghysens, la mamma di Jan, nonna e fra poco pure bisnonna, e Margriet, la madre di Ghada, a sua volta nonna( con una maglia verde, il colore della speranza!)

Vorrei citare i nomi di tutti i presenti a questa udienza e pellegrinaggio ma sarebbe troppo lungo, e farei un torto a tutta la “grande famiglia” della Pro Petri Sede che è rimasta a casa: la quale annovera ben 1200 membri!

Però, a proposito di famiglia, desidero citarne una da cui sono rimasta particolarmente colpita, composta da figlio, moglie, madre, mamma della moglie e zia della moglie (li potete vedere nella foto sopra). Molto uniti fra di loro, dotati di gran fede e di interesse per e negli altri. Sempre allegri.

Per me è molto importante la generosità e, appunto, l’interesse verso agli altri. Non mi piace chi si dà arie; siamo tutti uguali, ognuno con il suo destino di vita ed i suoi talenti. In questo pellegrinaggio c’erano persone di ogni livello sociale e culturale, ognuno con i propri valori.

Alcuni avevano risparmiato il denaro per questo viaggio, giorno per giorno; e ogni anno danno un contributo economico per sostenere il Santo Padre nelle Sue opere di bene. Non importa di che entità. Ciascuno fa e dona quello che può.

Importa l’amore che si manifesta nei confronti di coloro che comunque hanno avuto meno di noi dalla vita. Importa il senso di fratellanza con la comunità di cui si vuole far parte. Infatti ho apprezzato molto le persone che cercavano di stringere amicizia con tutti, invece di isolarsi.

Tornando alla famiglia Danckaert – Marogy vorrei ricordare un episodio: la nostra udienza era prevista per le ore 12.00. Ma dopo mezz’ora il Santo Padre non era ancora arrivato. A questo punto mamma Danïella, un vero punto di riferimento per la famiglia, bella e sorridente, ha cominciato a pregare, a recitare il rosario ad alta voce, seguita da Ghada e da Margriet (vedi foto qui sotto) e…. Papa Francesco è entrato nella sala!

24 febbraio 2023. Città del Vaticano. Sala Clementina. Dopo questa foto le nostre eleganti compagne di viaggio sono state definite… “Le tre grazie”! Foto di Maria Cristina Giongo.

La splendida Sala Clementina. In attesa di Papa Francesco. Foto di M. C. Giongo

Aspettando Papa Francesco….

Questa è stata la forza del nostro pellegrinaggio: la condivisione, e, ripeto, l’interesse che molti partecipanti mostravano verso gli altri, alcuni dei quali camminavano appoggiandosi ad un bastone, faticosamente; eppure mai venivano lasciati indietro! E mai si lamentavano!

Quanto rispetto per loro, stima, affetto, soprattutto nei momenti in cui era evidente che soffrivano. Non conosco tutti i loro nomi ma questo articolo è dedicato soprattutto a loro.

Ho imparato molto da questa esperienza. E ho ripreso a pregare. Non lo facevo da tempo, scoraggiata da un mondo dove imperversano guerre, crudeltà, dittature, dove ancora si muore di fame, persino di solitudine.

Fra persone sempre più egoiste, indifferenti. Spesso spettatori di catastrofi naturali, a cui assistiamo impotenti, vedendo terribili scene in televisione, con le lacrime agli occhi, domandandoci: “ Dio mio, perché? Perché?” In questo momento penso alla recente tragedia di mare dove sono morti tanti innocenti, fra cui parecchi bambini, affogati nelle acque vicino a Cutro, in Calabria: l’ennesima strage di migranti che si potevano salvare, come ha ricordato Papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa.

Un giorno, durante la Santa Messa, mi sono inginocchiata e ho pregato intensamente; ad un certo punto mi sono accorta di piangere e soprattutto mi sono resa conto che ogni stanchezza, ogni malanno dei tanti legati all’età che avanza inesorabilmente… mi erano passati.

Rammento che improvvisamente ho avvertito accanto a me la presenza rassicurante dei miei amati genitori e nonni, dei miei adorati figli, delle deliziose nipotine, di mio marito. Di un mio carissimo amico che svolge una professione molto importante, a livello politico, sociale, culturale: purtroppo colpito da una malattia malvagia che tuttavia non gli impedisce di compiere benissimo il suo lavoro, con una tenacia ammirevole. Anche lui un grande esempio per me. Sostenuto da una moglie meravigliosa.

Erano tutti lì, accanto a me. Mentre pregavo per loro sentivo che a loro volta mi infondevano forza, coraggio. Luce e calore. Un momento magico!

23 febbraio 2023. Questa scultura, che si trova nella Chiesa San Giuliano dei Fiamminghi, spesso meta dei pellegrinaggi della Pro Petri Sede, è la mia preferita. Risale al 1828. Si tratta del monumento funebre della contessa Fèlicie de Timbrune de Valence, in marmo di Carrara e di Portoro. È opera di Matthias Kessels, nato a Maastricht il 1784 e morto a Roma nel 1836, il quale venne sepolto proprio in questa Chiesa. Vi consiglio di visitarla, acquistando, come ho fatto io, il libro intitolato “San Giuliano dei Fiamminghi. Il fascino ritrovato.” Per “fascino ritrovato” si fa riferimento ai restauri che sono stati attuati sulle pregevoli opere che contiene. (Gangemi editore spa. Introduzione storica di Padre Hugo Vanermen.)

Un particolare della splendida composizione appena descritta, anch’essa restaurata. Secondo alcuni studiosi l’angelo rappresenterebbe la scomparsa della giovane figlia Inés, che, come si evince dalla scritta sul sarcofago, “chiama a sé la madre.” Foto di Maria Cristina Giongo

Abbiamo visitato luoghi incantevoli, a cominciare dalla Basilica di San Pietro, quella di San Lorenzo fuori le mura, Santa Maria degli angeli e martiri, il Santuario del divino Amore, Santo Stefano degli Abissini, all’interno della città del Vaticano, la Basilica di Cosma e Damiano e Santa Croce in Gerusalemme, oltre, appunto, a San Giuliano dei fiamminghi. In ognuna di queste chiese abbiamo assistito alla Santa messa e ricevuto l’Eucarestia.

Roma. 23 febbraio 2023. Le speciali reliquie che si trovano nella stupenda Basilica di Cosma e Damiano e Santa Croce in Gerusalemme: fra cui due frammenti della Corona di spine di Gesù Cristo, un chiodo della Sua croce e, nella foto grande, in alto, un pezzo del legno della Croce chiamato “La reliquia del titolo.” Si tratta della tavoletta che riportava l’imputazione formulata da Pilato nei confronti di Gesù, in tre lingue: ebraico, greco e latino. Qui sotto la Croce del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Fotografie di Maria Cristina Giongo

Inoltre abbiamo visitato le Terme di Diocleziano, le catacombe di Commodilla, Palazzo Venezia, pure esso colmo di tesori, la caserma delle Guardie Svizzere, con il museo annesso. Infine l’Ambasciata belga della Santa Sede.

Roma. 22 febbraio 2023. L’interno del sontuoso Palazzo Venezia, un grande patrimonio artistico. Foto di Maria Cristina Giongo

Purtroppo prima di arrivare a Palazzo Venezia, lungo il tragitto, ci siamo confrontati anche con la triste realtà della miseria, della povertà ed abbandono, di cui questa immagine ne è la testimonianza; per non dimenticare mai lo scopo della Pro Petri Sede a favore degli oppressi ed indigenti.

Roma, vicino a Palazzo Venezia. Un’immagine dolorosa, che fa riflettere. Foto di Maria Cristina Giongo

Fuori da Palazzo Venezia mentre il nostro “Principaal” (reverendo Dirk Van Kerchove), come lo chiamiamo noi con affetto, ci raccontava tante interessanti notizie sulla sua storia. In primo piano Rita, altra piacevole compagna di viaggio, con la sua amica (seduta) e poi, dopo il nostro Principaal, seduto accanto a lui, Guy Van Rysseghem, anche lui un compagno di viaggio sempre gentile con tutti. Foto di M. C. Giongo

22 febbraio 2023. Dopo una giornata di pellegrinaggio …cinque minuti per cambiarci e poi, via, di corsa, ricevuti all’Ambasciata Belga della Santa Sede. In questa fotografia si vede il comandante delle Guardie Svizzere, Christoph Graf, con accanto la moglie Brigida Gandolfi, italiana, (in tailleur scuro). Accanto a lei ci sono io, intorno a noi la famiglia Danckaert-Ghysens-Marogy.

Oltre al nostro Principaal Dirk Van Kerchove, direttore, da qui il nome Principaal, del Catharinacollege in Geraardsbergen, abbiamo avuto due bravissime guide, Karien De Staercke-Audoore, sempre a nostra disposizione per qualsiasi problema, e Anne-Elisabeth Nève, che parla italiano e gestisce il sito della Pro Petri Sede, cortesi entrambi, tanto carine!

A livello dirigenziale, impossibile non citare il presidente della Pro Petri Sede, Bruno Nève de Mérvignies, con la moglie Caroline Demeure, diplomatico dalla prestigiosa carriera. Ambasciatore in Bonn, Varsavia e Cairo. Dal 1989 al 1996 è stato segretario della regina Fabiola Del Belgio. Eccolo nella nella foto qui sotto, di Ignace de Corswarem.

Era presente anche il segretario generale, Jacques Maes, con la moglie Anne Marie Vermeire, sempre sorridente. L’avvocato Jean-Louis Bosteels, pure lui molto coinvolto e attivo all’interno della Pro Petri Sede, Jan Bedaf, una colonna portante della Pro Petri Sede, sempre accompagnato dalla moglie.

Indi il mio compagno di…autobus, Ignace Deeren, medico, con cui condividevo spesso i percorsi di visita. Essendo giornalista… non posso tralasciare di citare Jurgen Mettepenningen, caporedattore della rivista della Pro Petri Sede.

Infine, ma non ultimi, i nostri simpaticissimi sacerdoti, importanti guide spirituali, con cui era piacevole ritrovarsi a pranzo e a cena, fra un bicchiere d’acqua, uno di vino e tante canzoni (oltre a me c’era un altro italiano, Stefano Signore…a tenerci allegri con le sue canzoni!).

Un grazie particolare a Peter Broos, cantore in Chiesa durante la Messa, dalla voce potente e bellissima; spesso accompagnato all’organo da Annie Arnaut. L’ultima sera, a cena, ha intonato Santa Lucia, celebre brano tanto caro a noi italiani!

Peter Broos. Foto di Ignace de Corswarem.

Anche loro, i nostri sacerdoti, sono stati una parte importante del pellegrinaggio: a cominciare dal… mitico Padre Luc Mertens, Padre Johan Goossens, Padre Jan Van Raemdonck. E Padre Dirk Smet, che fa parte del consiglio dell’Ambasciata belga della Santa Sede. Nel 2011 diventò cappellano di Papa Benedetto XVI, ora lo è di Papa Francesco. Anche lui membro della Pro Petri Sede. Poi il diacono Tom Uytterhaegen, pure lui sempre gentile con tutti e l’abbate Guido Delvoye.

Una bella, significativa immagine di Padre Dirk Smet, scattata dal nostro bravo fotografo ufficiale Ignace de Corswarem.

22 febbraio 2023. Basilica di San Pietro, la Messa concelebrata del mercoledi delle Ceneri. Gli ultimi cinque sacerdoti sono della Pro Petri Sede; dal fondo, in avanti, Padre Guido, i padri Raemdonck, Van Kerchove, Mertens, Goossens. Foto di Ignace de Corswarem

Padre Johan Goossens, che ha sempre avuto tanta pazienza con noi ogni volta che gli chiedevamo di benedire i piccoli doni per le nostre famiglie, figli, nipoti, amici, acquistati durante il pellegrinaggio: rosari, medagliette, immaginette, candele… Con i miei amici della grande famiglia Danckaert gli abbiamo fatto benedire ogni nostro ricordo! Lui, disponibile in ogni momento: caro padre Johan! Foto di Ignace de Corswarem.

Città del Vaticano. Il cimitero teutonico. Foto di Maria Cristina Giongo

A questa fotografia ( sopra) sono molto legata, perché mi ricorda un momento di gran serenità e di privilegio all’interno del Vaticano, quando ho scoperto un piccolo ingresso da cui si entrava nel cimitero teutonico. Ero completamente sola. Si sentiva solo il cinguettìo degli uccellini.

Il mio gruppo mi aveva preceduta, quando avevo deciso di fermarmi per riposarmi un poco in albego. Dopo un’ora e mezza mi sono presentata all’ingresso della Città del Vaticano; le gentili Guardie Svizzere mi hanno lasciata entrare lo stesso per potermi ricongiungere a loro.

Non c’era veramente nessuno all’interno. Tanto che mi ero quasi persa, alla ricerca di una delle “misteriose” porte per accedere all’interno della Basilica, dove si teneva la Santa Messa per la giornata delle Ceneri.

Il cimitero tedesco è piccolo, ma con grandi statue. Mentre fotografavo la statua imponente nella foto ho notato che indicava qualcosa in alto; allora ho alzato gli occhi e….ho visto la maestosa cupola illuminata (erano le ore 18.00). Sono rimasta senza fiato davanti all’immagine spettacolare che si presentava ai miei occhi!

Quell’attimo folgorante di luce, quella pace assoluta la porterò sempre nel mio cuore, nell’anima. Da tirare fuori nei momenti di riflessione sulla bellezza di ciò che ci circonda, in quelli di stress, di frenetica vita quotidiana, talvolta di tristezza.

Ecco alcune fotografie delle nostre cene, la sera, in albergo e dei (veloci) pranzi al ristorante; sempre uniti, in allegria.

Un’altra festosa tavolata; alla sinistra ancora un figlio, Alexander, in pellegrinaggio con la dolcissima mamma, vicino a lui. Sulla destra, accanto a me, Marianne Brekelmans-Selders, ottima compagna di viaggio!

Angeli protettori…foto di M. C. Giongo

La nostra guida Karien, Ignace Deeren, la signora Lieve, anche lei simpaticissima. Sotto il nostro fotografo ufficiale, Ignace de Corswarem


Roma il 25 febbraio, alle 5 del mattino, in partenza per l’aeroporto di Fiumicino.

Un video speciale, un po’…nostalgico, in cui si vede Padre Jan Van Raemdonck che dentro l’aeroporto aveva trovato un piano e… si è messo a suonare per noi; un saluto musicale prima che ci imbarcassimo per Bruxelles. Per vedere il video cliccare sulla frase in rosso “video speciale”.

Vorrei concludere questo reportage con due fotografie di gruppo, per coloro che non ho potuto citare, dove ci sono tutti! Il piccione nel mezzo è stato definito da Jan (il figlio della grande famiglia belga)…. lo Spirito Santo! Se ne stava tranquillo nel centro, a farsi fotografare!

Spero di riuscire in futuro ad intervistare Papa Francesco, come ebbi la fortuna di fare con Karol Wojtyla poco prima che diventasse Papa Giovanni Paolo II, in una lunga intervista di più di un’ora, che fu veramente straordinaria. Allora…pregate per me, affinché questo mio progetto si avveri!

Piazza San Pietro, 24 febbraio 2023. Appena usciti dall’udienza con Papa Francesco.

Ciao a tutti, grazie a tutti, in particolare al nostro caro Principaal, Reverendo Dirk Van Kerchove; e naturalmente al nostro amato Papa Francesco, con tanti auguri per i Suoi 10 anni di pontificato!

Maria Cristina Giongo
CHI SONO

www.mariacristinagiongo.nl
wikipedia

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Direzione tecnica: Hans Linsen

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7 Responses to “Meraviglioso incontro con Papa Francesco. Auguri per i Suoi 10 anni di pontificato! Che cosa mi ha detto. La Pro Petri Sede. Un pellegrinaggio indimenticabile.”

  1. Pasquale scrive:

    Bravissima Cristina. Una stella speciale.

  2. Michielsen Rita scrive:

    Mooi artikel hoor. Dank voor uw gezelschap op reis.

  3. Lorella scrive:

    Bellissimo articolo!!!

  4. elisa scrive:

    Bellissimo articolo e bellissime foto, cara Cris, fanno riflettere eccome…

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