Alcuni film hanno segnato in maniera significativa l’anno della loro uscita e per me “Flashdance” è stato il film che ha rappresentato tutto il 1983 e il tempo mi ha dato ragione, perchè dopo 40 anni ancora oggi viene ricordato come una delle pellicole più rappresentative degli anni ’80.
La storia parla di Alex, una ragazza di 18 anni che di giorno lavora come operaia e di notte come ballerina in un locale. Alex ha un sogno: entrare a far parte dell’Accademia della Danza di Pittsburgh e per farlo dovrà passare un’audizione. Intanto Alex comincia ad avere una relzione con Nick, il suo capo.
“Flashdance” è stato diretto da Adrian Lyne, lo stesso regista che dopo qualche anno dirigerà “9 settimane e mezzo”, “Attrazione fatale” e “Proposta indecente” ed è stato sceneggiato da Thomas Hedley jr . Il cast vede Jennifer Beals nel ruolo di Alex, Michael Nouri in quello di Nick, Lilia Skala in quello di Hanna, Kyle T. Heffner in quello di Richie e Cynthia Rodes in quello di Tina. Una curiosità sul cast: la Beals aveva ben quattro controfigure nelle scene di ballo e nella scena finale chi danza è in realtà il ballerino portoricano Richard Colòn.
Punto di forza di “Flashdance” è sicuramente la sua strepitosa colonna sonora firmata dal maestro Giorgio Moroder, che vinse anche un Grammy. Tra i brani che ne fanno parte ricordiamo “Maniac” di Michael Sembello ma soprattuto “Flashdance … what a feeling” interpretata da Irene Cara: entrambi i brani ottennero una nomination ai premi Oscar ma a portarsi la statuetta a casa fu il brano della Cara, che dopo 40 anni è ancora una delle canzoni simbolo degli anni ’80.
Alla sua uscita, che in Italia è avvenuta il 27 Ottobre del 1983, “Flashdance” ha diviso pubblico e critica. Se da un alto è stato un gran successo al botteghino con ben 201 milioni di dollari in totale, dall’altro è stato stroncato dai critici specializzati per la trama troppo banale e per la mancanza di originalità.
Ma perchè all’epoca “Flashdance” è piaciuto così tanto al pubblico e dopo tanti anni piace ancora? Perchè le storie che parlano di sogni da realizzare piacciono sempre, poiché in esse rivediamo noi stessi e la voglia di realizzarci in qualcosa di grande ma non impossibile.
Sicuramente non è l’unico film che parla di questo, l’industria cinematografica è zeppa di questo tipo di pellicole ma forse quello che ha fatto la differenza in “Flashdance” è stata la colonna sonora, perchè, appunto, se dopo più di 40 anni molti la ricordano ancora vuol dire che ha avuto un ruolo fondamentale per farsi amare.
Cristian Del Vecchio
Nato e cresciuto a Napoli nel 1975, residente in provincia di Roma, di professione ortottista, blogger per passione, amante della musica, del cinema, della tv e della cultura degli anni ’80, divoratore di serie tv, videogiochi e fumetti, insomma un nerd a tutti gli effetti.
Potete seguire Cristian Del Vecchio anche sul suo blog. Cocoon1975.wordpress.com
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