La fotografia della pagina del quotidiano nazionale Ad dove è uscita questa strabiliante storia, ripresa da altre testate.
Si chiamava Anneliese Houppermans, aveva 87 anni. Conduceva una vita misera nel paese dove abitava, Lemiers, nella provincia Limburg; tanto che qualcuno la definiva, per il suo aspetto trasandato, come una “zwerver” (sostantivo olandese che significa “vagabondo”), una “senza tetto.” In realtà il tetto lo aveva; e non solo uno! Infatti alla sua morte, avvenuta alcuni mesi fa, il notaio presso il quale aveva fatto testamento ha rivelato che aveva circa 15 case di sua proprietà.
Da giovane girava insieme ai suoi genitori su un furgoncino bianco per le strade del suo villaggio e delle zone limitrofe, vendendo frutta e verdura. Frans Evers, sacrestano della parrocchia di Lemiers se la ricorda bene, anche quando lei stessa, nel corso degli anni, andava di porta in porta ad offrire mele e patate, acquisendo sempre più clienti. Eppure di lei si sapeva poco. Non aveva figli, viveva da sola, in totale solitudine. Non aveva amici. Il risultato della sua vita di lavoro evidentemente proficuo, lo aveva investito in alloggi.
Poi l’incredibile scoperta all’apertura del testamento: Anneliese li aveva lasciati in eredità ai suoi inquilini! Uno di loro, Wesley Klein, intervistato da Sander van Mersbergen per il quotidiano AD, ha raccontato il suo stupore, la sua gioia nell’apprendere del generoso lasciato del valore di quasi 220 mila euro!
“ Quando ricevetti la telefonata del notaio”, ha detto, “all’inizio non potevo crederci! Ora capisco quanto fosse generosa. Ricordo che una volta andammo insieme all’Ikea ad acquistare dei mobili per l’appartamento che avevo affittato (via un immobiliare), in quanto erano molto vecchi. Era gentile, mi aiutò, comprò anche una cucina nuova, tirando fuori il denaro contante da un sacchetto di plastica! Ma quando vidi la sua casa rimasi molto male, rattristato; non aveva neppure un letto, dormiva sul divano. Al piano superiore aveva accumulato di tutto: non ci si poteva muovere! Lo stesso nel soggiorno, pieno di sacchetti di pane, mele. Si occupava molto dei suoi polli, capre, animali di passaggio a cui dava da mangiare. Ogni giorno, precisamente alle sei meno un quarto andava al supermercato Lidl a prendere la verdura che avanzava da portare alle sue bestie. Una volta all’anno, a carnevale, si concedeva ‘il lusso’ di recarsi in un snackbar dove prendeva sempre lo stesso menu con le patatine fritte, per 6,11 euro.”
Wesley Klein la descrive inoltre come una donna piccola, con i capelli grigi, ma non triste. “Con lei si poteva scherzare, ridere. Indossava sempre le stesse cose: corti stivali, vecchi pantaloni bucati e un maglione largo, un po’… liso. Non capivo perché si trascurasse tanto! Eppure si sapeva, appunto, che era proprietaria di alcuni immobili in Vaals. Un giorno andai da lei con la mia fidanzata e le dissi che volevo acquistare l’abitazione dove vivevo. Lei mi rispose di aver pazienza, terminando con queste parole di cui solo ora capisco il significato, accompagnate da un sorriso: devi avere un po’ di pazienza, ho già regolato tutto. Preso saprai a che cosa mi riferisco.”
In effetti quelle parole, quel sorriso Wesley non le dimenticherà mai più! E con lui altri fortunati affittuari, inquilini che mai avrebbero immaginato che il loro locatore avrebbe lasciato loro in eredità le case dove vivevano.
Succede spesso di sentire che ci sono persone che devolvono i loro averi ad enti benefici, alla chiesa, a pensioni per animali. Ma quello che ha fatto Anneliese è veramente unico, speciale.
Eppure al suo funerale non c’era quasi nessuno!
Riposa in pace, Anneliese! Di sicuro verrai ricordata con riconoscenza; purtroppo da morta.
Maria Cristina Giongo
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