Cara dottoressa Imma,
mi chiamo Chiara, sono italiana, della provincia di Caserta, ma ormai vivo da anni negli Stati Uniti.
Ho il piacere di leggere questo giornale web da anni ormai e seguo con interesse la sua rubrica sugli animali.
Avevo una curiosità da chiederle per avere ulteriori informazioni e magari anche un suggerimento.
Qui da diversi anni come terapia “sperimentale” si utilizzano i cannabinoidi nei nostri animali per alcune patologie che non rispondono adeguatamente alle classiche terapie farmacologiche.
Il mio medico veterinario ha iniziato da pochissimo questo protocollo alla mia Desy, meticcia di quasi 30 chili con gravi problemi artrosici.
Volevo sapere se anche lei conosce questo tipo di “farmaco”,se lo utilizza e quale è la sua esperienza.
Grazie per la disponibilità e buona giornata.
Un saluto alla mia bella Italia.
Chiara
Cara Chiara,grazie per questa domanda perché mi hai dato occasione di fare ricerca sul web e di conoscere una collega ligure,la dottoressa Elena Battaglia,che invece da anni utilizza queste sostanze.
Proprio perché spinta dalla curiosità,oltre a diversi messaggi attraverso i social,ho avuto modo di telefonare questa collega e farle una piccola intervista.
La dottoressa Elena,si è subito mostrata disponibile e mi ha raccontato la sua personale esperienza.
Per lei tutto è iniziato dopo un viaggio nella città di Chicago, dove per la prima volta ha potuto apprendere l’utilizzo della cannabis terapeutica negli animali da compagnia in questa città dove da tempo la si adopera nei pazienti umani. Il suo primo paziente è stata la sua stessa cagnolina di circa 18 anni che, afflitta da grave artrosi, non rispondeva più alle classiche terapie antinfiammatorie (cortisone e fans) non riuscendo più nemmeno a camminare,mentre invece con questo prodotto derivato dalla canapa ed ad alto contenuto di CBD non solo ha ripreso a camminare ma sembrava addirittura essere ringiovanita di almeno 4 anni.
A seguire,visto i risultati così incoraggianti,Elena ha deciso di approfondire l’argomento ed adoperare questo prodotto anche per altre patologie.
Mi ha suggerito infatti che ha ottenuto buoni risultati su pazienti con problemi di ansia,epilessia,infiammazioni,diabete,tumori ed altro ancora.
Il farmaco può essere somministrato sotto forma di pastiglie o di olio (quest’ultimo più semplice da dosare) e la quantità varia ovviamente a seconda dei casi e della risposta del paziente.
In Italia il CBD è commercializzabile da un annetto,quindi è anche più semplice reperirlo.
Il CBD è il cannabidiolo,metabolita non psicoattivo ( infatti è il TCH che agisce sui processi psichici ),che ha effetti rilassanti ed antinfiammatori ( proprio per questo viene utilizzato in caso di malattie responsabili di dolori ) ma migliora anche il riposo e l’appetito.
Solitamente la dose stabilita viene fatta assumere in una sola volta al giorno nel gatto mentre in due volte al giorno nel cane ed utilizzando l’olio di canapa, che ha una concentrazione di THC prossima allo 0%, si permette ai nostri animali di rimanere vigili e reattivi.
Cara Chiara, in Italia c’è ancora tanta disinformazione sull’utilizzo della cannabis terapeutica anche in medicina umana ma, probabilmente anche grazie all’aiuto della esperienza americana, fra qualche anno ci saranno più colleghi, umani e veterinari, che la inizieranno a prescrivere.
Io, dopo la chiacchierata con la collega ed ulteriori ricerche, ho deciso di iniziarla ad adoperare e, grazie alla estrema fiducia di una cliente, da qualche giorno la stiamo somministrando al suo cane vecchietto con problemi artrosici molto gravi,nella speranza che il farmaco possa restituirgli una seconda giovinezza.
Grazie ancora per la tua domanda.
Dr. Imma Paone
immavet1973@libero.it
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