La posta del cuore dei nostri amici animali di Imma Paone. Cani aggressivi.

Cara Dottoressa Imma, ho una cagnolina di 3 anni maltese che è sana, dolce, sociale ed affettuosa, eppure gli altri cani la mordono.
Per tre volte un cane si è liberato dal suo padrone che lo teneva al guinzaglio e le è saltato addosso morsicandola.
Cane aggressivo? O esiste anche la cattiveria fra animali?
Scusi la domanda strana ma so che lei è anche un pò psicologa degli animali e dei loro padroni….
Cari saluti dalla Germania.
Ingrid

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Cara Ingrid,
la tua è veramente una domanda che mi mette in seria difficoltà. In realtà non sono molto preparata in etologia e psicologia animale, esistono oggi figure veterinarie specializzate in comportamento animale, ma cercherò di risponderti come meglio posso.
Subito chiarisco un concetto fondamentale: non esistono cani cattivi in natura ma solo proprietari non capaci di educarli bene. Negli ultimi anni infatti si è sentito la necessità di istituire dei veri e propri “patentini per proprietari” per cercar di far capire loro, prima dell’acquisto o adozione di un cane, come meglio gestirlo e quale cane è più adatto alle loro esigenze.
Spessissimo mi arrivano in ambulatorio persone alla prima esperienza che magari hanno adottato cani che hanno particolari esigenze o una indole non semplicissima, che ovviamente non sanno come gestirlo.

Si sa che l’aggressività del cane è influenzata sia dall’ambiente che dagli stessi proprietari. Il primo, caratterizzato da rumori ambientali spesso continui (attività umane, traffico), dalla mancanza di spazi vitali e del movimento, i secondi con il loro comportamento, spesso incoerente, eccitato, nervoso o privo dei più elementari principi educativi.
Spesso è possibile riconoscere un cane aggressivo già dalla fase di imprinting, un’importante fase della socializzazione che avviene nel primo periodo di vita. Molti cuccioli adottati troppo presto, intorno ai 20/25 giorni, si dimostrano insofferenti e aggressivi in una fase nella quale spesso hanno appena aperto gli occhi. Tale atteggiamento, che tende a rinforzarsi progressivamente durante la crescita, peggiora quando tali soggetti vanno in famiglie che non sanno educare il cane né essere autorevoli (e non autoritari).

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In natura i cuccioli che crescono regolarmente con la loro mamma, verso l’età di cinque settimane, imparano a moderare l’intensità dei morsi che danno ai propri fratelli durante le attività ludiche. Quando invece un cucciolo entra a far parte di una nuova famiglia e non ha vissuto abbastanza con i propri simili, è necessario insegnargli il divieto di mordere.
Noto invece che numerosi proprietari invece trovano divertente e normale che un cucciolo mordicchi tutto, comprese le loro mani, e lo lasciano fare, anzi, spesso lo incoraggiano in tal senso. In questo modo anche se cresciuto, continuerà a giocare mordicchiando, ma senza aver imparato a controllare l’intensità del morso.
Nella grande maggioranza dei casi il morso è però una manifestazione dell’aggressività.

Esistono diversi tipi di comportamenti aggressivi, che corrispondono a funzioni diverse:
Aggressione predatrice: messa in atto per la cattura e l’uccisione della preda.
Aggressione tra maschi (o tra femmine): comportamento aggressivo che si manifesta tra due maschi che cercano di imporsi come cani dominanti.
Aggressione per irritazione: scatenata da dolore, irritazione, costrizione. Questo mi è capitato di osservarlo in cani che hanno un dolore cronico, per esempio dolore da displasia dell’anca. Questi soggetti diventano aggressivi anche solo se qualcuno si avvicina per accarezzare il loro bacino, semplicemente perchè hanno paura di sentire dolore.
Aggressione per paura: è una reazione difensiva di un cane che ritiene di essere in pericolo. L’animale può percepire qualcuno o qualcosa come minaccioso e ritiene l’aggressività un metodo efficace per risolvere una situazione difficile.
Aggressione territoriale e materna: si tratta di due comportamenti molto simili perché il loro comando neuroendocrino e il loro scatenamento sono comuni. In genere lo si osserva in una mamma che cerca di proteggere i propri cuccioli.

Tutti questi comportamenti aggressivi, a eccezione dell’aggressione per paura, si svolgono seguendo tre fasi:
1. l’intimidazione, che comprende posture (ad esempio coda dritta in alto o denti scoperti) e vocalizzi (di solito un forte ringhio);
2. il morso;
3. l’acquietamento, nel corso del quale il cane vincitore sottomette quello vinto.

Ho scritto che non esistono cani aggressivi per determinazione genetica ma animali resi tali da padroni incompetenti.
A scatenare episodi di aggressività, purtroppo talvolta molto pericolosi, è quasi sempre una gestione sbagliata del cane a causa di una totale mancanza di competenze dei proprietari.

L’amore non basta per essere bravi padroni. Ci sono cani immensamente amati dai loro proprietari ma incompresi, stressati o frustrati. L’incapacità di saper capire le motivazioni alla base di un comportamento, di decodificare i segnali con cui il nostro amico a quattro zampe ci comunica paure e disagi insieme alle cattive abitudini che gli diamo spesso senza nemmeno accorgercene, finiscono spesso nei peggiori dei modi.
Generalizzando possiamo dire che è sempre un problema di gestione: o perché non si conoscono le caratteristiche di quella determinata razza oppure perché non si conosce il passato di quel cane o, ancora, perché si finisce per dare troppa responsabilità al cane di casa che ha il carattere e la mole per potersi prendere in gestione il branco, creando dei momenti in cui posso scatenare aggressività.

Come sempre nella vita vanno stabilite e rispettate delle regole. Se ad un cagnolino tipo chihuahua gli permettiamo di fare qualsiasi cosa come correre per primo alla porta abbaiando per vedere chi è quando suonano il campanello oppure lasciargli sempre il cibo a disposizione o ancora giocare ogni volta che lo desidera portandoci il suo gioco per poi abbaiare, gli daremo dei privilegi. La mancanza di regole che permettano di gestire correttamente situazioni come queste, finirà per far pensare al cane che gli abbiamo detto di comandare, di gestire questo branco ( la famiglia umana ). Gli avrò quindi dato una responsabilità troppo grande che molto probabilmente, in un cane di piccola taglia, creerà delle grosse ansie tanto che talvolta portano addirittura all’ autolesionismo.

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Cani invece come rottweiler, pitbull, maremmano, pastore tedesco, dobermann e in generale quelli da guardia o da difesa personale, questa responsabilità se la prenderanno più che volentieri, diventando piuttosto pericolosi.
Attenzione dunque alla “delega di responsabilità”.
Se io insegno ad un cucciolo di rottweiler che se quando suonano alla porta lui va per primo e annusa l’estraneo che entra gli sto praticamente dicendo che sarà lui in futuro a decidere chi dovrà entrare e a chi ringhiare. Con queste razze c’è chi pensa che avere polso sia la scelta giusta invece è sbagliatissimo:bisogna lavorare su una collaborativa di branco anche perché un capobranco, uomo o cane che sia, troppo autoritario invece che autorevole, in natura viene scacciato dal branco.

Bisogna fare attenzione anche a sgridare il cane in maniera non corretta. Molte persone rimproverano i cani anche se vanno nella cuccia. Non è raro che continuino a dare i calci alla cuccia, alcuni addirittura a picchiarli col giornale. Questo a lungo andare potrà essere causa di rivolta da parte del cane. La cuccia dovrebbe essere considerato uno spazio di tranquillità. Bisogna ricordarsi di non portare nemmeno mai in un angolo il cane quando lo si rimprovera perchè anche in questo caso potrà sentirsi “alle strette”, senza via di uscita e reagire nei peggiori dei modi.

In realtà, come spesso dico ai miei clienti, non esiste un manuale per educare un cane, ma si cerca, in maniera collaborativa, il modo più adatto per educare “quel” cane. Continuamente faccio paragoni con il ruolo di educatore di un genitore con il proprio figlio basandomi sul concetto che ogni figlio ha un carattere diverso.

Solo cercando di capire le esigenze del cane e codificando i suoi comportamenti si potrà, in maniera autorevole, educarlo nei migliori dei modi.

Resta un sol ultimo concetto importante secondo me. Se un proprietario si rende conto di non riuscire nel suo intento ha l’obbligo morale di chiedere aiuto a figure specialistiche, come educatori o comportamentalisti, e nell’attesa dei risultati, utilizzare anche semplicemente una museruola quando li portano a passeggio per evitare spiacevoli inconvenienti a se stesso e ad altri soggetti ( uomo o cane che siano).

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Spero di esserti stata di aiuto cara Ingrid e per qualsiasi altra informazione puoi contattarmi per email: immavet1973@libero.it.

Dr. Imma Paone
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