… potrebbe essere la giusta definizione dell’8 marzo, giorno caro alle donne. La mimosa è la fioritura che anticipa la primavera e precede l’esplosione della natura e dell’euforia in milioni di donne nel mondo. Una boccata di consapevolezza della propria forza, del coraggio, e della piena coscienza di quello che nella società esse rappresentano. Per lungo tempo è stato ritenuto, a torto, che la festa delle donne fosse legata a un evento doloroso che vide perire un centinaio di donne in un incendio scoppiato in una camiceria, a New York. In tal caso non potrebbe trattarsi di una festa, bensì di un ricordo nefasto, che nessuna baldoria potrebbe mai cancellare. E’, invece, una festa che simboleggia il riscatto della donna nella società civile, il riconoscimento dei suoi diritti in campo sociale, economico e politico, senza venir meno al suo ruolo imprescindibile in seno alla famiglia. Una doppia fatica che richiede energie, impegno, efficienza, sacrificio. Tutte qualità, queste, che le sono congeniali da sempre. Nelle società matriarcali in epoca arcaica, la donna veniva considerata potente forza della natura associata alla madre terra, perché generatrice di vita.
Esistono tuttora nel mondo, diversi esempi di società matriarcali, come la società dei Minankabau in Indonesia, la società Moso in Cina e quella Yuchiteca in Messico. Tutte organizzazioni pacifiche ed egualitarie, basate sull’amicizia e collaborazione, e non sul dominio, che tengono ancora vivo un sistema sociale per donne e uomini, dove prevalgono processi decisionali basati sul consenso, la sacralità della terra, il divino femminino. Queste comunità seppure faticano a sopravvivere alle spinte della globalizzazione, rappresentano un sistema sociale ideale, non violento, bilanciato e sostenibile, dove le donne ne sono sì al centro, ma non si avvalgono del dominio per guidare la comunità.
Nella storia dell’umanità, e nel Medioevo in particolare, la donna ha saputo stimolare la fantasia di poeti, scrittori, filosofi e pensatori, ponendosi spesso al centro dell’universo come tramite tra Dio e l’uomo. Ed ha anche saputo essere resiliente alle discriminazioni, alle umiliazioni, alle persecuzioni e violenze subite. Si calcola che nel solo XV secolo, l’inquisizione abbia inviato al supplizio da 40 a 60 mila donne, pretestuosamente accusate di stregoneria e di connivenza con il diavolo.
Loro, le nostre amate donne, nei secoli dei secoli, non sono mai state carnefici, ma solo vittime. Personalmente mi piace pensare, dall’alto del mio agnosticismo, che il creatore di ogni cosa, possa essere donna, perché è alla donna che spetta la prospettiva di vita, passata, presente e futura.
Chiudo con una preziosa esortazione al rispetto della donna attribuita al grande William Shakespeare.
Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una Donna!
Auguri infiniti…
Valentino Di Persio
CHI SONO
Proibita la riproduzione del testo senza citare autore e fonte di informazione.
Alcune foto sono state prelevate dal web tramite un programma di download automatico e non si è a conoscenza se sono coperte da copyright o meno; se così fosse i legittimi proprietari dei diritti di copyright possono richiederne la cancellazione che verrà immediatamente effettuata.
No part of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or any means, without prior permission of the publisher and without indicating the source.
Tags: donna, festa della donna, mimosa, valentino di persio, women's day
Bellissimo articolo, di spessore, interessante. Grazie e buona festa della donna a tutti!
Grazie per il gradimento, carissima Direttrice.
Prego, gradito proprio molto!