Editoriale di luglio e agosto. La creatività è il Creatore. Si chiama Dio.

Sudafrica 2018. Foto di Maria Cristina Giongo. La natura, la flora, la fauna, sono un tripudio di colori inimitabili, fantastici!

Ogni tanto rivolgo una preghiera di ringraziamento a Dio, la mente geniale che ha ideato la meravigliosa natura in cui viviamo. Dove ogni cosa è stata “pensata“ in ogni minimo particolare. Dalle piante agli animali, all’emisfero celeste, dove ognuno ha un suo motivo di esistere, di svilupparsi; una sua funzione vitale, riproduttiva, incantevole. Miracolosa.

Sudafrica 2018. Le caratteristiche strisce bianche e nere del manto della zebra sono diverse in ogni individuo, proprio come l’impronta digitale dell’uomo; questa incredibile particolarità ha permesso agli studiosi di distinguere ogni singolo soggetto da centinaia di altri individui del tutto simili ma non perfettamente uguali. I ricercatori che monitorizzano le specie in via di estinzione utilizzano la diversità delle strisce di ogni soggetto proprio come un codice a barre. Foto di Maria Cristina Giongo

Non finirei mai di leggere libri sulla natura, di vedere documentari che ne esprimono la bellezza, affascinata da tanta perfezione; sino a commuovermi davanti ai fiori, ai tramonti infuocati e al “silenzio immobile” delle albe dorate. Ad animali che cambiano il loro colore per adattarsi all’ambiente in cui vivono e persino le loro abitudini. E’ proprio vero che la creatività è il Creatore. Non ricordo più dove ho letto questa frase o chi l’abbia pronunciata per primo, ma è profondamente esatta: confermata da tutto ciò che ci circonda.

Anche per Il Cofanetto magico ho scritto articoli sui miracoli in natura, come per esempio sulla rana che annulla quasi il battito del suo cuore d’inverno, congelandosi e poi scongelandosi in primavera. Su mamma polipo che per far vivere i suoi piccoli arriva a non mangiare più e a perdere le energie a tal punto da morire. E sull’orca marina che porta sul naso il suo piccino senza vita per tenerlo ancora un po’ fuori dall’acqua quasi con la speranza di rianimarlo; mentre le sue compagne girano in circolo attorno a lei, sotto la luna, in un commovente accompagnamento di dolore e rielaborazione del lutto.
Cliccate su questo link per leggerlo e vedere il video.

E poi i Triops, incredibili minuscoli crostacei preistorici, le cui microscopiche uova possono rimanere per centinaia di anni in un terreno secco, ovunque, trasportate dal vento: ma se e quando piove si dischiudono. Tanto tempo fa scrissi un articolo su questi animaletti misteriosi per il settimanale OGGI, del gruppo Rizzoli, che ebbe un grande successo; parecchi ignoravano la loro esistenza. Io stessa allevai i piccoli, mettendo le uova che avevo conservato per mesi, al secco, chiuse in una bustina di plastica, in una bacinella d’acqua, dopo averle posate sul fondo della sabbia, sotto ad una luce. Non credevo che potesse avvenire il miracolo; eppure avvenne.

I Triops vivono soltanto 50 giorni ma poco prima di morire avvertono che sta arrivando la loro fine e quindi a loro volta…depongono le uova. Il tutto nel giro di 24 ore; poi si esibiscono in uno strano balletto, a volte compongono disegni sulla sabbia indi ricadono sul fondo ,morti stecchiti.
Cliccate su questo link per leggere il mio articolo su Oggi.

Eindhoven (Paesi Bassi), maggio 2019. Foto di Maria Cristina Giongo

Ora sto osservando una famiglia di oche; quando sono nati i loro pulcini il padre e la madre li hanno subito accompagnati in una “piccola piscina d’acqua” ai bordi di un campo, ancora troppo piccoli per nuotare in quella del laghetto (foto qui sopra) Lì hanno potuto subito abbeverarsi, sotto gli occhi vigili della mamma, che con il suo corpo chiudeva l’uscita. Poi li hanno seguiti, giorno dopo giorno, nel loro processo di crescita. Senza mai abbandonarli un attimo.

Mamma oca stava spesso accovacciata per accogliere sotto le ali quelli che ancora non se la sentivano di affrontare il mondo circostante; il padre, sempre vigile e protettivo, seguiva i più temerari che invece volevano esplorare il terreno. Senza paura dell’uomo, addirittura riposandosi davanti alle case abitate. Soltanto quando qualcuno si avvicinava troppo alla nidiata allora prendeva la rincorsa correndo nella sua direzione, soffiando ed emettendo un suono intimidatorio. Un chiaro avvertimento di non valicare quel confine e di lasciare in pace la sua famigliola!

Eindhoven (Olanda), giugno 2019. Foto Maria Cristina Giongo

Ogni giorno attraversavano il sentiero adiacente in fila indiana; un sentiero dove passano biciclette, pedoni, cani con i loro padroni. A questo punto il padre… bloccava il traffico mettendosi nel mezzo; e tutti si fermavano per far passare la mamma con i suoi piccoli. Quanto amore ho visto in quelle creature, quanta attenzione per i loro pulcini!

In questi momenti penso spesso ai tanti e terribili casi di padri che massacrano i loro figli di botte; i mesi scorsi ne sono accaduti tanti…Maltrattamenti, vere e proprie torture, dove genitori criminali arrivano a bruciare i piedini dei loro bimbi, a spaccargli il fegato a furia di botte, a rompergli le ossa. Sovente anche le madri. Allora piango; piango veramente e mi chiedo perchè Dio ha pensato di “abbellire” la perfetta opera del creato forgiando anche l’uomo. Forse per donarla ad un essere che avrebbe potuto goderne, gioirne in pieno?

Non dimentichiamo che gli animali quando uccidono non lo fanno per cattiveria: ma per sopravvivere, per nutrirsi, non avendo altro mezzo per procurarsi il cibo. E quando sono sazi, non riprendono la caccia. Gli animali sono amici fedeli; e curano i loro cuccioli con amore.

Sudafrica, gennaio 2018. Un pezzo di mondo che ti fa capire in pieno la bellezza del creato, nella sua “complessa semplicità”; perfetta, bellissima! Foto di Maria Cristina Giongo

Noi uomini stiamo sempre più perdendo l’anima ed il cervello, che Dio ci ha infuso per completare la sua opera e renderci felici. Ma che cosa non ha funzionato?

Se Dio esiste (come spero e credo ogni volta che osservo la natura nella sua interezza e bellezza), si starà chiedendo la stessa cosa. Forse ha sbagliato dandoci il libero arbitrio, sta a dire la possibilità di scegliere fra il bene ed il male. Allora…torniamo a scegliere il bene, ritrovando la nostra anima persa, il cuore, la bontà, la generosità, la solidarietà verso i nostri simili.

Avete mai visto un cane che salva un altro cane o un gatto feriti sull’autostrada? Io sì. Corre verso di lui, incurante delle auto che passano e lo trascina sino al ciglio della strada, sedendosi accanto ad esso in attesa di soccorsi. Loro conoscono il senso della pietà, molto più degli uomini.

Sudafrica. Foto di Maria Cristina Giongo. Tutti gli animali sono belli, anche…i più brutti. Ed hanno un loro senso di esistere in natura.

In Sudafrica ho assistito ad una scena che da una parte mi ha fatto male, dall’altra mi ha commossa. Tre ghepardi affamati guidati dalla madre hanno assalito un gruppo di antilopi; la mamma velocissima ne ha preso uno uccidendolo all’istante; poi lo ha offerto ai suoi piccoli per sfamarli, mangiando per ultima. Io ho chiuso gli occhi nel momento in cui avevo intuito quello che sarebbe accaduto.

Quando mio marito ha detto che potevo riaprirli ho guardato in alto e ho visto che tutte le altre bestie (che erano fuggite all’arrivo dei ghepardi) si erano raccolte in cima alla collina e guardavano giù, dove era accaduto il fatto; immobili, in fila: la giraffa, un rinoceronte, delle zebre…
Sembrava che volessero dare l’estremo saluto alla povera antilope, quasi un funerale in suo onore. Poi piano piano ognuno di essi ha ripreso la sua strada, in un silenzio assoluto mai “sentito” prima.

Cerchiamo di ritrovare la semplicità e la purezza di cui si nutre la natura; e soprattutto diamoci da fare affinchè non muoia, a causa dell’inquinamento, del surriscadamento del pianeta, della caccia smodata e comunque, sempre crudele.

Guardate che bel cielo stellato ho visto in Sudafrica, in una luce ancora viva che aveva reso il passaggio fra il giorno e la notte quasi una magia, uno spettacolo imperdibile!

Gennaio 2018. Sudafrica. Addo Elephant National Park. Foto di Maria Cristina Giongo. Fra il cielo e la terra. Un cammino sempre in salita.

Nell’augurarvi una felice vacanza, vi lascio con…il compito di leggere tanti libri sulle bellezze della natura e soprattutto di godervela in pieno, quest’estate. A volte basta stendersi sotto ad un albero in una giornata di sole, in un campo di fiori, avvolti dal profumo dell’erba e della terra muschiata per sentirsi di colpo bene, sereni, rilassati, in pace con se stessi e con il mondo. Senza più aver bisogno di vacanze lussuose, discoteche, telefonini, computer, stimoli compulsivi.

Felice vacanza anche ai miei adorati redattori e collaboratori del Cofanetto magico!

A voi tutti, carissimi lettori, cofanetti magici, un abbraccio dalla vostra, come sempre vostra affezionatissima

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2 Responses to “Editoriale di luglio e agosto. La creatività è il Creatore. Si chiama Dio.”

  1. Elisa Prato scrive:

    Che meraviglia, cara Cristina. mi rendo sempre più conto di essere fortunata per ammirare tante stupende creature. Speriamo di avere la fortuna di poterle avere sempre tutte e di poter imparare qualcosa da loro.

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