Il condor si gira verso coloro che gli hanno salvato la vita curandolo e poi liberandolo. Come per ringraziarli e salutarli.
Cari lettori, amici, cofanetti magici,
buon mese di settembre! A chi ha già trascorso le sue vacanze e a chi deve ancora andare in ferie. A chi non ci è andato ma ha trovato alternative per riposarsi comunque un po’. A coloro che si sono occupati delle persone sole, anziane, abbandonate, migranti in fuga dai Paesi in guerra. Per tutti un video emozionanate che vi consiglio di guardare sino in fondo. Cliccate su questo link.
Il condor è un rapace in via di estinzione, in quanto viene spesso avvelenato perchè creduto predatore di animali domestici. L’apertura alare può raggiungere anche i tre metri.
Se vi sarete commossi a tal punto da piangere, non preoccupatevi! Le lacrime che scendono per qualcosa di bello sono sempre salutari, fanno bene. E’ inutile commentare a lungo il filmato che avete visto, di cui ringrazio Vincenzo Brescia, amico virtuale di facebook per avermelo trasmesso. E’evidente che in esso è presente il senso della vita e del ricominciare a vivere.
Questo condor, a cui diedero il nome di Sayani, fu trovato nel 2012 avvelenato, moribondo. Portato allo zoo di Buenos Aires, lo hanno curato e poi liberato, nel 2014. Non aveva volato per tanto tempo, non riconosceva più il suo ambiente naturale, le sue potenzialità. Aveva semplicemente paura.
Splendide le immagini in cui si gira, come se volesse tornare indietro. Tenero, indifeso. E poi quelle dei momenti in cui si volta in cerca di sostegno ma anche per un ultimo ringraziamento verso gli uomini, fra cui i suoi soccorritori, raccolti intorno a lui per incoraggiarlo; nel silenzio più totale. I suoi ripetuti tentativi di librarsi nell’aria, di farsi coraggio, di minuto in minuto. Sino alla scena finale, in cui spicca il volo, fra gli applausi dei presenti. Mentre si riprende la sua vita. Finalmente guarito, libero, fiero di sè. Quanti insegnamenti ci vengono dal mondo animale!
Questo è il valore del mio messaggio di oggi; riprendetevi la vostra vita, anche quando vi ha feriti, imprigionati nel dolore, nell’ingiustizia. Coraggio! Non è facile ma nemmeno impossibile. Basta volerlo, basta la fede per crederci di nuovo.
Un abbraccio a tutti dalla vostra, come sempre vostra affezionata
Maria Cristina Giongo
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