La posta del cuore dei nostri amici animali di Imma Paone. Il Coronavirus

Cara dottoressa Paone, forse una domanda stupida, ma che ci stiamo facendo fra noi amiche amanti degli animali: visto che pare sia stato originato da un pipistrello o da un serpente, adesso passa solo da uomo a uomo? Il Coronavirus si può trasmettere anche da animale ad animale? Ci sono virus letali per i nostri amici animali?
Grazie per la risposta e per i suoi begli articoli.
Una lettrice dal Belgio.

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Salve “lettrice del Belgio”, domanda più che attuale considerando soprattutto lo stato di allerta creatosi.
Premesso che non sono una infettivologa ma, anche io come semplice cittadina mi sono dovuta informare per capire, da quanto ho potuto studiare non è assolutamente certo che tutto abbia avuto inizio da un pipistrello, ma essendo questi animali vettori di altri tipi di Coronavirus già esistenti in campo medico da oltre 50 anni, si è ipotizzato che potrebbero essere, anche questa volta, coinvolti nella trasmissione, con un “salto di specie“, del nCoV19 (come è stato siglato il Coronavirus Wuhan).
I Coronavirus sono una grande famiglia di virus e possono causare diverse infezioni, dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile ad una corona al microscopio elettronico (da qui il loro nome).

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Per questo ultimo ed allarmante Coronavirus si parla di “nuovo” proprio perché non è mai stato identificato in precedenza e può trasmettersi da persona a persona, di solito a seguito di uno stretto contatto con un paziente infetto.
Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo Coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale.
Generalmente i sintomi sono lievi e ad inizio lento. Alcune persone si infettano ma non sviluppano sintomi né malessere.
La maggior parte delle persone (circa l’80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa 1 persona su 6 con COVID-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie.
Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache. L’indice di riproducibilità stimato è del 2,2% ( basso se lo confrontiamo che per il morbillo è 27% ). L’incubazione resta per ora da 2 a 12 giorni ed al momento il tasso di mortalità è di circa il 2%. (questi dati li ho presi dalla Fonte OMS ma purtroppo in continuo aggiornamento).
Passando ora ad un argomento che come medico veterinario mi è più familiare, posso dirti che i Coronavirus sono conosciuti in campo veterinario dal 1937 e sono responsabili di malattie infettive in cani, gatti, maiali, ruminanti, polli ed altri animali domenstici.
Il Coronavirus causa infezione all’apparato digerente nei cuccioli e nei cani, si trasmette unicamente per trasmissione oro-fecale, ed è in grado di sopravvivere nell’ambiente per almeno 6 mesi. Il virus percorre l’apparato digerente senza essere digerito dagli acidi dello stomaco e si posiziona nell’intestino, che è la sua sede definitiva, quella in cui inizia a riprodursi provocando danni all’organismo del cane.
I cani più soggetti al virus sono quelli non vaccinati o quelli che ancora non hanno finito il ciclo di vaccinazioni. Spesso gli allevamenti diventano veri e propri focolai di Coronavirus. I soggetti che vivono in ambienti sporchi o sovraffollati, come accade spesso nei canili, possono avere una possibilità in più di contrarre l’infezione.
I sintomi dell’infezione da Coronavirus sono molto comuni da altre infezioni virali, batteriche o da intolleranze ed allergie; quindi nella maggior parte dei casi sono confusi con altre patologie.
Tra questi abbiamo:
depressione,
perdita di appetito,
abbattimento,
vomito e diarrea, a volte emorragica.
Nei cuccioli i sintomi sono più gravi e la diarrea prolungata provoca disidratazione ed anche morte, mentre negli adulti spesso si risolve autonomamente in pochi giorni.
Si tratta comunque di una patologia secondaria per gravità rispetto alle più pericolose, come il Cimurro o la Parvovirosi, infatti, pur esistendo un vaccino per questa patologia, non è tra i raccomandati dalle società veterinarie internazionali ed è quindi utilizzato, in genere, solo nei grandi allevamenti.
La diagnosi dell’infezione da Coronavirus è difficile da effettuare poiché i sintomi sono comuni ad altre malattie. Infatti essendo affini a quelli del Parvovirus, in genere si esegue un test su sangue per escludere la presenza di quest’ultimo.

Per quanto riguarda i gatti invece, il virus felino ha addirittura due varianti: il Coronavirus enterico felino (FECV), che colpisce il tratto digestivo, e il Coronavirus della peritonite infettiva felina (FIPV), responsabile di una patologia ad altissima mortalità.
Quello enterico si diffonde molto facilmente per via oro-fecale, ma si tratta di un virus che causa delle forme diarroiche, in genere, piuttosto banali.
Più grave invece è il virus responsabile delle due forme di peritonite infettiva felina (umida e secca).
La forma umida è la più fulminante: i soggetti colpiti presentano alcuni sintomi comuni alla forma secca, come febbre e perdita di appetito, e altri specifici, come la formazione di liquidi ricchi di proteine delle cavità pleurica o peritoneale. La malattia insorge rapidamente e ha un decorso clinico brevissimo. Dall’inizio della malattia si stima una sopravvivenza di sole 5-7 settimane. Nella forma secca, altrettanto grave, si osservano invece sintomi che coinvolgono il sistema nervoso centrale (depressione, paresi posteriore, atassia) e oculare (uveite anteriore, edema corneale).
Purtroppo non esiste un test diagnostico specifico per la FIP. Il test su sangue è in grado di dire che un gatto è positivo al Coronavirus, ma non può sapere se si tratta di questo o del comunissimo Coronavirus enterico.

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Fatta questa panoramica sui Coronavirus che ci interessano maggiormente, posso dire che al momento non esistono prove in grado di dimostrare che animali, come cani o gatti possano essere infettati dal nuovo Coronavirus dell’uomo, così come invece si sa che questi pets non possano trasmettere il “loro” Coronavirus all’uomo.

Senza dilungarmi ulteriormente, per rispondere alla sua ultima domanda, aggiungo che esistono virus letali per i cani e ne sono diversi, per questo mi limito ad accennare i più comuni : Morbillivirus responsabile del Cimurro, Parvovirus causa della gastroenterite emorragica, Adenovirus canino di tipo 1 dell’Epatite Infettiva, tutte malattie che possiamo tenere sotto controllo con un buon protocollo vaccinale.

Spero come sempre di esser stata chiara vista la complessità dell’argomento ma per qualsiasi dubbio potete sempre contattarmi all’indirizzo email: immavet1973@libero.it

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