Gentile Dottoressa Paone,
mi sono resa conto che ci sono sempre più persone che tengono animali esotici a casa loro.
Che cosa ne pensa di questa passione? O possiamo chiamarla “moda”?
Ho trascorso le vacanze nelle Marche e ho visto un signore, con moglie e due figli che portavano a spasso sul lungomare un Suricato; al guinzaglio, come se fosse un cane. Mi sembrava piuttosto… “spaesato!” Ho cercato su Google e letto alcune notizie su questo simpatico animale, scoprendo che non è proibito tenerlo come animale domestico, se si ha un giardino. Ho trovato anche commenti di persone che ne hanno visti due a passeggio per Milano, sempre al guinzaglio. Tuttavia ho sentito dire che sono anche portatori di malattie e che non tutti i veterinari sanno come curarli, o controllarli spesso quando sono in cattività. Sono curiosa di conoscere il suo giudizio, qualche notizia in più e, appunto, che cosa pensa sul tenere in casa animaletti simili. Grazie da Monica, una sua fedele lettrice.
Cara Monica, sono veramente molto felice di leggere che sei una fedele lettrice ma soprattutto sono sempre molto contenta quando mi ponete queste domande così insolite perché mi permettete di cercare sempre nuovi argomenti per appagare la mia curiosità.
Come ho più volte detto in passato, io mi occupo in maniera quasi esclusiva di cani e gatti, tutti gli animaletti che rientrano nella categoria di “esotici” o di “animali non convenzionali” li lascio seguire da colleghi specialistici.
Grazie alla tua domanda, però, ho potuto leggere diversi articoli scritti da colleghi e non, in modo da poter essere quanto più precisa possibile.
La prima curiosa notizia che ho appreso è che questo animaletto è diventato molto famoso sicuramente dopo il film della Walt Disney del 1994 : Il Re Leone in cui interpreta Timon, intelligente e scaltro Suricato che insieme all’amico Pumbaa, un Facocero, salvano prima il cucciolo di leone Simba da un branco di avvoltoi, lo aiutano a crescere all’insegna del loro motto di vita racchiuso nella famosa frase “swahili Hakuna matata” (che significa “senza pensieri”) e, quando diventa adulto e deve andare a salvare le sue terre, lo accompagnano per combattere al suo fianco da veri amici. Bellissimo film, pieno di punti di riflessioni e di messaggi sociali e culturali.
Il Suricato è un piccolo mammifero originario delle aride regioni del sud dell’Africa, in particolare del deserto di Kalahari, appartenente all’ordine dei Carnivori ed alla famiglia degli Erpestidi o manguste. Da adulti hanno un corpo snello, lungo, con una lunghezza che varia da 24 a 35 cm (le femmine sono più grandi dei maschi) ed un peso che oscilla tra 600 grammi ed 1 chilo. Presentano una coda molto lunga che utilizzano come un punto di appoggio per rimanere in equilibrio quando sono di vedetta (una delle loro attività in natura). Sono animali diurni con una sofisticata organizzazione sociale. Vivono in gruppi familiari di anche 30 individui, che cooperano tra di loro per la ricerca di cibo, la sorveglianza del proprio territorio, per la cura dei piccoli.
Hanno dei lunghi ed affilati artigli grazie ai quali riescono a scavare dei cunicoli sotterranei fino addirittura a 5 metri di profondità, che utilizzano come tane. Nell’ambito dei gruppi esistono gerarchie da rispettare. Solo la coppia dominante si può accoppiare e procreare, agli altri è dato il compito di contribuire alla crescita ed alla protezione della prole. Dopo 60-70 giorni di gravidanza nascono dai 3 ai 7 cuccioli. Solitamente gli animali più giovani si occupano della guardia, gli adulti di scavare le tane e cercare cibo ed i vecchi di controllare l’attività della colonia.
Sono animali molto socievoli e comunicativi con circa 300 suoni diversi tra borbottii, mugolii e trilli.
Sono animali molto magri, sprovvisti praticamente di grasso ed hanno bisogno di mangiare spesso. Si nutrono di invertebrati, rettili, lucertole, gechi, serpenti, piccoli roditori, uova di uccello. Bevono poco, ma ricavano l’acqua di cui hanno bisogno dalle loro stesse prede.
Una curiosità: sono parzialmente immuni al veleno di molti animali, scorpione compreso.
In natura la durata della vita di un Suricato varia dai 5 ai 15 anni perché influenzata da diversi fattori come l’accesso all’acqua, le malattie, la disponibilità del cibo, l’attacco dei predatori. In cattività possono raggiungere anche i 20 anni.
Vorrei fare solo una premessa: a me dispiace troppo quando vedo questi animali allontanati dal loro reale habitat e fatti crescere in luoghi non adatti a loro per spazio e clima. Purtroppo è un dispiacere che mi accompagna da quando ero bambina per aver visto gli animali nello zoo e i grossi pesci negli acquari, ma che continuo a provare ogni volta che, nella mia professione, vedo tartarughe, iguane e furetti stressati e mal gestiti.
Non ho ancora visto personalmente un Suricato, probabilmente a Napoli non è ancora una moda, ma, come te, Monica, ho letto di un Suricato portato con il guinzaglio a Trastevere suscitando un pò di confusione tra i cittadini locali, preoccupati soprattutto per la paura che potessero essere veicolo di malattie infettive per l’uomo.
Per quanto io possa dirti pare che il Suricato possa adattarsi alla vita domestica, rispettando però tutta una serie di condizioni. La prima sicuramente è l’acquisto di un animale nato in casa ed abituato, sin da piccolo ad essere manipolato dall’uomo e non importato, a volte anche in maniera illegale alimentando i traffici clandestini, direttamente dalla loro terra. Ricordandoci che in natura vivono in società, se si decide di prenderne più di uno è possibile che diventino territoriali e spesso anche aggressivi, mentre se si “adotta” uno solo, questo cercherà nell’uomo la figura del capo e quindi sarà più affettuoso nei suoi confronti. In casa potrebbe essere tenuto libero come un cane o un gatto, ma questo lo espone a tutti i pericoli che possono esserci, compresi fili elettrici da rosicchiare e corpi estranei da ingerire. Dovrebbe esserci in casa un tubo che possa simulare la sua tana, una lettiera per gatti come toilette ed una mini sabbiera per permetter loro di scavare come farebbero in natura. Alternativa è una grossa gabbia con all’interno queste cose o meglio ancora un giardino comunque recintato, anche in profondità, per evitare che scappi scavando delle buche profonde. Poiché non tollerano il freddo bisogna rivestire la tana con fieno, coperte e nei periodi freddi anche tappetini riscaldanti (facendo ovviamente molta attenzione al loro utilizzo) e, se non possono essere esposti al sole direttamente è bene utilizzare una lampada UVB.
Come animale domestico è molto curioso ma non ama la confusione ed è molto timoroso con gli estranei che potrà considerare nemici o predatori del proprio nucleo familiare ed essere perciò aggressivo. Se in casa ci sono altri animali domestici (cane o gatto) in genere è più possibile la convivenza se l’inserimento del Suricato avviene quando questo è piccino mentre praticamente è impossibile se già adulto. Per quanto riguarda la sua alimentazione in cattività si possono fornire insetti (come grilli, vermi, scarafaggi, bachi da seta), verdure ( come patate dolci, carote, zucca), uova ed anche crocchette altamente proteiche (come quelle per gatti o meglio ancora per furetti).
E’ molto importante che siano regolarmente portati a visita presso un veterinario specializzato, non eccedere con il cibo per evitare l’obesità, arricchire l’ambiente per evitare disturbi comportamentali legati allo stress e soprattutto che siano regolarmente vaccinati contro Cimurro, Adenovirus canino, Leptospirosi, Panleucopenia felina e Rabbia.
Posso aggiungere a tutta questa spiegazione un ulteriore consiglio, per quanto carino ed indifeso possa sembrare questo piccolo animale, ricordatevi sempre che in realtà è un predatore e conserva sempre i suoi naturali istinti. Addestrare un Suricato in modo che possa essere “diligente” ed affettuoso è possibile, ma richiede molto tempo, pazienza ed energia.
Nonostante ancora oggi non sia vietato il possesso “casalingo” di un Suricato in Italia, io mi domando: quanto è giusto rimuovere questo animale selvatico dal suo habitat naturale alterando gli equilibri sia della flora che della fauna?
Ovviamente resta un mio personale dilemma.
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