Ai tempi in cui frequentavo l’università di scienze politiche il nostro professore di economia disse una frase che mi rimase in mente: “nel mondo degli affari non si deve subito focalizzare; ma prima osservare.” Ritrovo il suo insegnamento nella bella persona che fu Michele Ferrero, il “re della Nutella”, descritto con grande profondità da Salvatore Giannella nel suo recente, coinvolgente libro che si chiama proprio “Michele Ferrero”: di Adriano Salani editore. Un’opera di attenta e precisa documentazione su di lui e la sua industria. Un grande successo editoriale che uscirà a giorni anche in lingua spagnola, per il mercato spagnolo e sudamericano. Qui sotto ne pubblichiamo la copertina in anteprima, stampata dall’editore Duomo di Madrid. Ringraziando tutti per la gentile concessione.
Voglio proporvelo proprio in occasione della Santa Pasqua, che racchiude in sè il significato di resurrezione, risorgere alla vita. Per di più la Pasqua è una festa “dolce”, con tante delizie di cioccolato. Quale occasione migliore per omaggiare una persona che ha lasciato il segno non solo nel mondo dell’imprenditoria, creando un’impresa oggi presente in cinquantacinque Paesi, ma anche come uomo di valori?
Michele Ferrero è scomparso il 14 febbraio 2015, a ottantanove anni. Il giorno precedente, come ci racconta Salvatore Giannella in questa sua appassionante storia vera, la Ferrero aveva superato la Nestlé diventando la terza industria dolciaria al mondo. Il 18 maggio 2014 aveva festeggiato i primi cinquant’anni del marchio Nutella con il francobollo che gli dedicarono le Poste italiane.
Purtroppo pochi anni prima, nel 2011, aveva perso l’amato figlio Pietro, 47 anni, sportivo, intelligente, laureato in Biologia con il massimo dei voti e la lode, colpito “da un malore fulminante, il cuore che un infarto spezza per sempre.”
Poche parole che dicono tutto; poi l’immagine colma di pathos di suo padre, il quale supplica il cardiologo Gian Luigi Viglino di salvarlo, mentre si tenta, invano, di rianimarlo. Infine la corsa dalla moglie: “ Maria Franca, il nostro Pierino non c’è più.”
“Dovranno affrontare la prova più dolorosa della loro vita, quella che nessuno è in grado di superare mai davvero: perdere un figlio”, scrive Salvatore. Cito questo episodio per sottolineare come nella vita di ognuno di noi, pure di coloro che consideriamo i più fortunati, ci sono gioie, soddisfazioni, vittorie. Ma anche dolori, tanti dolori, da cui nessuno è esente.
Anche sul termine “fortunato”, molto usato nei confronti di chi raggiunge risultati importanti, vorrei precisare che Michele Ferrero la sua fortuna se l’era conquistata da solo: lavorando sodo, con intuizioni geniali, comunque sempre frutto di una continua ricerca. Il primo a scendere in campo per realizzare quello in cui credeva.
Questo è quanto si evince da questo libro, che, e non esagero, dovrebbe essere considerato materia di studio nelle scuole superiori. Per aiutare i giovani che vogliono creare la loro azienda a comprendere quali sono i meccanismi di base per fondarla e soprattutto per portarla avanti sino al successo. “Condividere valori per creare valore,” è il motto che lo identifica.
Salvatore Giannella, nella foto in alto, noto giornalista nato a Trinitapoli, in Puglia, ex direttore di testate nazionali ragguardevoli, come l’Europeo ed Airone, scrittore di gran spessore e cultura, è riuscito con questo libro a raccontare la storia di una famiglia sin dalle sue origini, senza mai annoiare. Risalendo addirittura al 10 aprile 1637, quando ad un contadino che si chiamava Giovanni Ferrero apparve la Madonna, a Farigliano, nelle Langhe cuneesi.
Pagina dopo pagina l’autore accompagna il lettore a conoscere bene le vicende di questa famiglia speciale, con donne speciali. Avvicinandoci sempre più a lui, Michele, al suo modo di pensare, di creare, di “innovare,” di attuare scelte che lo hanno portato a creare un mercato immenso.
A questo proposito, a pagina 132, si trovano alcune delle regole d’oro che “un ferreriano di lungo corso”, Enrico Bologna, entrato in azienda nel 1967 e dal 2002 in pensione riassume per chi vuole comprendere la filosofia aziendale che porta al successo: la prima delle quali è quella di “avere un progetto personale.” Indi quella di “rispettare i propri collaboratori come te stesso. E coltivare il rapporto fiduciario con il proprio fornitore; in quanto la tua crescita è anche la sua”. E, ancora: “considerare come mercato il mondo e l’Italia come una regione.”
Sono rimasta molto colpita dalla dimensione umana, empatica e spirituale di Michele Ferrero:il tutto sostenuto da una solida fede religiosa.Oltre che dal suo ottimo rapporto con i dipendenti;una empatia trasmessagli dalla madre Piera che di notte portava la cioccolata calda ai lavoratori o ideava, per le donne in trasferta nell’azienda in Germania, la distrazione del ballo a sera. Senza dimenticare i pensionati,ai quali il “signor Michele” regalava la dinamica Opera sociale (poi Fondazione Ferrero) oppure monete d’oro per ogni loro anno di lavoro; sempre accanto a loro, alle loro famiglie. Come alla sua. Generoso. Affidabile sul piano imprenditoriale.
E poi tutte le sue invenzioni, oltre alla famosa Nutella, frutto di personali ricerche di mercato, persino contattando le cassiere dei supermercati; le tante idee per lanciare prodotti e confezioni originali, come per Mon Chéri, il cioccolatino con la ciliegia dentro avvolto da una carta di un bel colore rosso brillante. Oppure Ferrero Rocher, il cui nome deriva dalla grotta della Madonna di Lourdes.
Michele Ferrero pensò anche alle mamme, convinto che avrebbero preferito dare ai figli un dolcetto con più latte e meno cioccolato; ecco allora che “progettò” degli ovetti piccoli con meno cacao e, appunto, più latte; da mangiare non solo a Pasqua, ma tutto l’anno. Facendoli riempire di piccole sorprese! Grazie a questo tipo di studio di analisi, di indagini, riuscì a conquistare il difficile mercato tedesco, che in seguito è diventato il miglior acquirente.
Oltre ai famosi ovetti Ferrero diede alla luce le merendine per i bambini, come Kinder Bueno, Kinder Fetta al latte. Pensando agli adulti, nel 1969 lanciò sul mercato un confettino alla menta chiamato Tic Tac. Un nuovo prodotto unico, studiato in ogni minimo particolare, che divenne subito un gran successo negli Stati Uniti d’America. Il nome, ci racconta Giannella, vuole idealmente rappresentare il battito del cuore, da portare sempre con sè: tic tac, tic tac…
Sono dettagli poco conosciuti, che l’autore ci racconta con precisa dovizia di particolari. Senza tralasciare il racconto di alcuni problemi preoccupanti che richiedevano di essere affrontati nell’immediato: come quello dei cioccolatini che d’estate si scioglievano con il calore estremo, deteriorandosi. Tuttavia per ogni problema trovava una soluzione. Nel caso specifico sopraccennato la soluzione …la leggerete nel libro. Altrimenti svelo tutti segreti che vi sono racchiusi.
Michele Ferrero ha lasciato una grande impresa ma soprattutto una grande eredità d’amore al figlio Giovanni, che ha preso le redini del colosso Ferrero e della Fondazione Ferrero, raccogliendo l’esempio del padre.
Al termine dell’opera lui stesso, Giovanni Ferrero, racconta la sua visione di guida di tale impero, proiettata nel futuro, evidenziando la necessità di tener conto di parecchi elementi aggiunti: per esempio quello fondamentale del cambiamento climatico, dell’approvvigionamento sostenibile, dell’imballaggio, il packaging, fattore essenziale nel settore dell’industria, dei diritti umani e sociali per cui si erano tanto battuti suo padre Michele e sua madre Maria Franca Fissolo Ferrero.
Alla fine della biografia si trova un interessante inserto fotografico proveniente dall’archivio di famiglia, fra cui spicca una fotografia del 1963 della bella Maria Franca, in cui assomiglia incredibilmente all’attrice Lucia Bosè da giovane, la quale mostra con orgoglio il piccolo Pietro, sorridendo dolcemente.
Ed il quadro è completo! Non per niente fa parte della collana “Le stanze” dell’editore Salani; tante stanze inserite in un dipinto gigantesco da ammirare seduti su una panca, come in un museo. I libri sono opere d’arte! Da leggere e da “guardare” con quel tocco di immaginazione che ti porta a volare oltre alle parole scritte.
Buona Pasqua a tutti! Con un simbolico uovo di Pasqua per rammentare, come diceva Michele Ferrero, che dovrebbe essere Pasqua tutti i giorni dell’anno!
Maria Cristina Giongo
CHI SONO
Link agli articoli pubblicati da Il cofanetto magico sullo scrittore giornalista Salvatore Giannella:
Operazione salvataggio di Salvatore Giannella. Un libro bellissimo.
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Grazie per questa studiosa e generosa attenzione. Un abbraccio augurale da Milano fino all’ammirazione Olanda.
Grazie! Un libro ed una figura del protagonista eccezionali. Merita di essere letto.
Prego e grazie per i bei libri che ci doni, tanto interessanti e speciali. Un abbraccio dai Paesi Bassi!