Archive for the ‘Tempo libero e viaggi’ Category
martedì, luglio 23rd, 2024
Abbiamo attraversato alcune volte il Parco Golden Gate (Cancello d’Oro), nella provincia di Free State in Sudafrica ed alcune volte vi abbiamo pernottato.
Esso, con altitudine attorno ai 1.800m, è situato ai piedi dei monti Maluti la cui cima più alta è il Ribbokkop (2.829 m). Vista l’altitudine le estati possono essere fresche e l’inverno vede occasionali nevicate. Il parco fu istituito nel 1963 e deve il suo nome al colore dorato che la roccia di arenaria acquista quando è illuminata dal sole; alcune formazioni rocciose si tingono anche d’ocra o arancio.
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Tags:Golden Gate, mauro almaviva, Parchi, Sudafrica
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giovedì, aprile 18th, 2024
Quando si parte? Una semplice domanda che è anche il titolo di un libro che vi consiglio di leggere, scritto da Mauro Almaviva, editore Scatole Parlanti. Mauro Almaviva lo conoscete già, in quanto ha collaborato a lungo con Il cofanetto magico, scrivendo appassionanti storie sulla sua vita professionale e di avventure in Paesi africani. Medico specializzato in malattie infettive, dopo aver lavorato all’ospedale “Luigi Sacco” di Milano, ha deciso di rispondere al richiamo di recarsi in Africa, dove per vent’anni ha lavorato in programmi sanitari del governo italiano. Eccoci allora tornare al titolo: Quando si parte?
Foto di Mauro Almaviva
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Tags:costa degli scheletri, editore scatole parlanti, emozioni, garden route, malattie infettive, maria cristina giongo, mauro almaviva, Namibia, nidi condominio, ospedale luigi sacco, pitture preistoriche, port elizabeth, Sudafrica, turismo sostenibile, uccelli tessitori
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venerdì, marzo 8th, 2024
Villaggio Dogon
Il mio secondo viaggio africano, nell’inverno 1980, è stato quello che mi ha fatto conoscere una delle più antiche e misteriose popolazioni africane: i Dogon.
Essi divennero noti grazie alla pubblicazione, nel 1948, di un saggio ad opera dell’etnologo Marcel Griaule: Dieu d’eau, entretiens avec Ogotemmêli.
Il ricercatore entrò in contatto con i Dogon durante la spedizione scientifica Dakar-Gibuti (1931-1933) che attraversò, da ovest a est, l’Africa settentrionale.
Egli, assieme all’antropologa Germaine Dieterlen e ad altri collaboratori, effettuò, in seguito, numerose spedizioni scientifiche con un’interruzione durante la Seconda guerra mondiale.
Dieu d’eau è scritto in stile romanzato per venire incontro al pubblico non specializzato e consiste in un diario dei 33 giorni che passò con un vecchio cacciatore cieco Ogotemmêli che lo ha erudito sui miti e la cosmogonia Dogon.
«Un cacciatore vuole vederti» è il messaggio che il cacciatore fece recapitare a Griaule nel 1946 e che segnò l’inizio del loro rapporto.
Griaule frequentava i Dogon già da 15 anni, ma solo allora fu probabilmente ritenuto degno di apprendere i loro segreti.
Il merito delle sue ricerche è quello di aver rivelato che i Dogon hanno una visione metafisica, sono capaci di elaborare pensieri filosofici e possiedono conoscenze astronomiche.
Questa etnia del Mali abita le pendici della falesia Bandiagara, alta alcune centinaia di metri e lunga circa 150 chilometri.
Essi vi arrivarono nel XIV secolo e trovarono la falesia abitata da una popolazione di individui di bassa statura, chiamati Tellem i quali vivevano in villaggi abbarbicati sulla falesia in incavi delle rocce che raggiungevano, forse, tramite corde. All’arrivo dei Dogon i Tellem si spostarono e, probabilmente, le due etnie in parte si fusero.
Le grotte furono utilizzate come rifugi per sfuggire agli schiavisti e per seppellire i morti.
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Tags:Africa, Dogon, mauro almaviva
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venerdì, aprile 22nd, 2022
Fiume Omo
Nel gennaio 1992, assieme ad amici e colleghi, decidemmo di intraprendere un viaggio al fiume Omo, nel sud dell’Etiopia.
Stavo per concludere la missione di cooperazione sanitaria e avrei utilizzato le ferie residue.
Il fiume Omo evoca il viaggio di Vittorio Bottego alla sua scoperta, viaggio che finì tragicamente con la sua morte in uno scontro con popolazione locale il 17 marzo 1897.
Bottego, con i suoi accompagnatori, aveva raggiunto l’Omo il 29 giugno 1896.
Vannutelli e Citerni, due ufficiali che l’avevano accompagnato assieme al dottor Sacchi, così descrivono, nel loro resoconto L’Omo; viaggio d’esplorazione nell’Africa Orientale il loro arrivo sulle sponde del fiume: «Restiamo là, attoniti, silenziosi, a contemplar quella plaga sconosciuta che la fantasia, tante volte, in mille diverse maniere era venuta dipingendoci, e che ora si distendeva dinanzi a noi in tutta la solenne sua realtà».
Senza avere la pretesa di essere novelli esploratori ci siamo diretti a sud per veder luoghi incantevoli e conoscere popolazioni ancora raramente visitate dai turisti.
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Tags:Africa, fiume Omo, mauro almaviva
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martedì, dicembre 21st, 2021
Nel giugno 1991, l’Etiopia trovò finalmente pace dopo la fuga, nel maggio 1991, del dittatore Mengistu e la vittoria del Fronte Democratico Rivoluzionario Popolare.
Nel settembre dello stesso anno ci aggregammo ad un viaggio turistico, (uno dei primi dopo la fine della guerra) assieme ad altri italiani che lavoravano, in Etiopia, per istituzioni del nostro paese
Le mete furono le cascate del Nilo Azzurro, le chiese e i monasteri sugli isolotti del lago Tana e la città di Gondar.
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Tags:cascate del Nilo Azzurro, Etiopia, lago Tana, mauro almaviva
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sabato, maggio 1st, 2021
Paesi Bassi, una vacanza alle Veluwe, una zona incantevole in ogni stagione.
La natura è un dono prezioso da preservare, curare, nutrire. E’la nostra salvezza, fisica e psichica. In mezzo ai boschi, campi, fiori, alberi, mari, montagne, colline, possiamo respirare aria sana che ossigena il cervello, profumi inebrianti, spesso dimenticati. E poi gioire di colori meravigliosi, godere di silenzi interrotti solo dal canto degli uccellini, di amici animali che ci osservano a distanza in tutta la loro sovrana bellezza. Appena sarà possibile viaggiare vi suggerisco di visitare una zona dei Paesi Bassi che si chiama Veluwe.
Olanda. Veluwe (Garderen). Passeggiare in mezzo a distese di erica… Foto M.C. Giongo
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Tags:Apenheul, baby gorilla, Bilderberg Résidence Groot Heideborgh, bouquet da sposa, calluna vulgaris, coronavirus, de hoge veluwe, erica, garderen, hans linsen, kootwijkerzand, maria cristina giongo, mondriaan, monet, museo delle statue di sabbia, museo kroller muller, olanda, paesi bassi, parco nazionale veluwezoom, pianta magica, Picasso, rituali magici, sahara olandese, Sudafrica, van gogh, veluwe, zandverstuivingen
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giovedì, aprile 22nd, 2021
Etosha Pan
Il parco Nazionale Etosha, in Namibia, è uno dei parchi più grandi d’Africa con una superficie di poco più di 22.000 km2.
Il nome deriva dall’Etosha Pan, una depressione salina pianeggiante di circa 5.000 km2, che è per lo più secca ricevendo poca acqua solo d’estate.
Le etnie locali la chiamano con diversi nomi; quello degli Oshidonga ha una similitudine fonetica col nome attuale: Oshitotha e cioè grande luogo bianco. Altri nomi: luogo del vuoto, luogo nudo, ecc. contribuiscono a dare una definizione di località inospitale.
Etosha Pan, delle dimensioni di circa 130 per 50 km, data la sua elevata salinità, è abitato solo da poche specie. Quando il vento soffia potente la polvere ricca di minerali viene trasportata per chilometri e chilometri arricchendo di sali minerali il terreno su cui pascolano gli animali. Tuttavia, questo causa problemi all’agricoltura.
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Tags:Etosha, mauro almaviva, Namibia, Waterberg
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giovedì, ottobre 22nd, 2020
Dopo la Deception ci dirigiamo verso l’uscita, salutando il Central Kalahari con nostalgia. Tutto è andato liscio, a parte qualche acciacco durante l’allestimento dei campi notturni o piccole riparazioni dei veicoli.
Ad ogni piccola cosa, essendo l’unico medico, mi si chiedeva consiglio al che io rispondevo: se domani stai ancora male fammelo sapere. Da questo il soprannome che mi hanno dato: “doctor tomorrow (dottor domani).
Finalmente dormiamo su di un letto a Rakops.
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Tags:Kalahari, mauro almaviva, Okavango, sud africa
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martedì, settembre 22nd, 2020
Dieci amici, cinque fuoristrada all’avventura in Botswana attraverso il Kalahari, su fino in Okavango, poi alle cascate Vittoria in Zimbabwe, per terminare come spettatori della finale del campionato mondiale di rugby a Johannesburg, Sudafrica.
Mica male come viaggio stile Indiana Jones.
Certo, perché abbiamo attraversato il Central Kalahari Game Reserve (vasto più o meno come la Danimarca) da sud a nord percorrendo anche piste in disuso guidati dalle carte geografiche e dal mio navigatore satellitare, uno dei primi esemplari, capace solo di indicare le coordinate da riportare sulla carta.
Il nome Kalahari, che è uno dei più vasti deserti al mondo, in lingua locale significa “grande sete”. Anche se principalmente in Botswana, esso è anche entro i confini di Namibia e Sudafrica.
In realtà, pioggia ne cade, ma è rapidamente assorbita e non lascia riserve superficiali.
La vegetazione è varia: si va da zone desertiche di rada vegetazione, ad altre di savana fino a macchie di alberi di media taglia.
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Tags:Botswana, Kalahari, mauro almaviva
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sabato, febbraio 22nd, 2020
La Dunedin Star arenata
Probabilmente pochi salvataggi in mare sono stati così drammatici e travagliati come quello dei superstiti della Dunedin Star naufragata, nel novembre 1942, sulla famigerata Skeleton Coast (Costa degli Scheletri), in Namibia, poco a sud della foce del fiume Kunene che separa questo paese dall’Angola.
Della Costa degli Scheletri ho scritto nell’ottobre 2014 e, comunque, il nome definisce bene il luogo ove i superstiti si sono trovati a dover lottare per la vita.
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Tags:Namibia, naufragio, Storia
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