Foto M.Almaviva
C’era una volta un piccolo uomo in Swaziland….
L’aveva vista, era proprio lei.
Kabo aveva individuato, nella gola scavata dal fiume Mkhomati, la grande roccia con una liscia parete arcuata fino a formare un tetto e con una grande crepa verticale.
Su quella parete lui, sciamano locale, avrebbe dipinto le visioni avute mentre aveva danzato per propiziare la pioggia ed era passato, in stato di trance, attraverso la crepa che era la porta per l’altro mondo.
Ogni volta che vi entrava, Kabo non vedeva quel mondo come spettatore, ma ne faceva parte; egli camminava tra animali, li salutava, incontrava i defunti membri della comunità e così via.
In quell’occasione, si fece largo tra una mandria di Eland, la più possente delle antilopi, creata, per prima, da Kaggen, il dio supremo (a dire il vero partorita da sua moglie).
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