Di Michela Fontana
Non più lo scandalo del nostro cammino allacciato,
ridenti in riva al mare,
con gli occhi che non possono celare
la nostra lunga verità.
Un fiore sulla tua ultima dimora
non può essere blasfemo,
ora che la morte si è succhiata
i nostri giorni d’amore.
Altrove i rimpianti contendono agli anni
il peso dell’inutile vagare
verso la tua casa, tra viottoli fioriti di lago e collina,
alla ricerca di una stagione finita.
Non verrò più,né ti cercherò
nell’ospizio remoto e grigio,
per non cogliere l’insulto del tempo,
né la tua vergogna e malinconia.
Mi viene incontro la città amata degli studi,
con palazzi austeri e parchi ridenti,
cammino sola e ritrovo amici perduti
e me stessa giovane, con la vita in mano.
Mi passi accanto in fretta ed io, anziana,
ti cedo il passo serena, come il testimone nella corsa
della vita. Che ti sia lieve, piccola donna,
più della mia, ma possa tu conservare indomito
il mio anelito a correre, fino al congedo ed oltre.
Michela Fontana è nata a Milano e vive ad Arona (No). E’stata insegnante di diritto, membro della Consulta femminile di Arona, Giudice di Pace. E’ una bella donna; colta, eclettica, instancabile viaggiatrice, inguaribile appassionata di tutto ciò che nasce dall’amore. I suoi articoli e le sue poesie ne sono la prova tangente. Questa poesia è stata selezionata dalla giuria del concorso 50&Più Prosa e Poesia, premio città di Levico Terme. Nel 2000 ha vinto la Farfalla d’oro per la prosa.