Posts Tagged ‘edgar allan poe’

Le poesie di gennaio: “Anni luce” e “Bocca del nulla” (di Antonio Dentice)

venerdì, gennaio 27th, 2023

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“L’arabesco arcobaleno è sciolto”

 

Nati all’improvviso, e incontenibili, da una tempesta interiore e per così dire “sottocutanea”: ecco che cosa il giornalista Antonio Dentice (esperto di filosofia economica palombiana, cronista di varie tradizioni mistiche e ideatore della piattaforma culturale «Rubrics», consigliata nonché promossa anche dal «Corriere della Sera») mi racconta in pratica dei suoi componimenti nei quali, come testimoniano i due in calce a queste righe, la visionarietà di Edgar Allan Poe si mescola al tono “sapienziale” di Kahlil Gibran, per dare origine a versi che sembrano quasi il reportage di una breve ma intensa peregrinazione spirituale, deputata a descriverci, da un lato, i tratti più distintivi della poesia e, dall’altro, il metodo migliore per avvicinarla e praticarla, dal momento che essa soltanto è in grado di renderci consapevoli di noi stessi e del nostro essere al mondo.

Pietro Pancamo
CHI SONO

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Poesia di giugno: “La caduta” (di Cristina Onofri)

sabato, giugno 27th, 2020

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Secondo il critico e storico della musica Massimo Mila, il sentimento predominante, nei brani di Mozart, è una sorta di benefico sorriso fra le lacrime. Io credo che si possa dire lo stesso, cari amici de «Il Cofanetto Magico», dei versi che vi presento quest’oggi: in essi, infatti, un’acuta desolazione, in tutto simile a quella che caratterizza i componimenti di Edgar Allan Poe, è armoniosamente stemperata da un filosofico sorriso zen. Un sorriso che in realtà è quello dell’artista bresciana Cristina Onofri la quale –dopo aver studiato pittura all’Accademia di Brera, dove si è infine specializzata in regia– ha scelto di votarsi alla pratica dello yoga (non prima, però, di aver a lungo lavorato per emittenti come Seimilano, Telereporter e Odeon Tv).

Pietro Pancamo
CHI SONO

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Poesia d’aprile: “Decomposizione psichica”

sabato, aprile 27th, 2013

 

Quando, per studiare il mio futuro o insegnarmelo addirittura, interrogo le stelle e quelle non rispondono, mi limito ogni tanto a scuotere la testa come un professore sconsolato che (dinanzi ad una classe intera d’alunni assai svogliati e asini all’eccesso) mormori tra sé, già rassegnato: «Sono irrecuperabili, purtroppo…». (altro…)