Durante la periodica vacanza del fine settimana, ho tempo a sufficienza per dedicarmi in salotto alla lettura: quindi mi trastullo, ozioso anzichennò e saltando capitoli in quantità, a percorrere con occhi annoiati le parole di un romanzo, più o meno qualunque. E subito (s)voltata l’ultima pagina, eccomi per strada torpido e lento, mentre indulgo, passeggiando piano, all’atto strascicato d’osservare con sguardi indolenti (stancamente affacciati alla mia solitudine trasparente) la pigra inconsistenza (serena, lo ammetto) di quella particolare vita sospesa, che tutte le domeniche (ma anche di sabato) caratterizza puntuale i bioritmi della città. (altro…)