Una Milano d’epoca
Ecco una poesia che scrissi anni fa, in seguito alle forti delusioni letterarie che avevo patito in quella che, almeno da alcuni, viene considerata la capitale della poesia: Milano.
Il gioco di parole che appare alla fine del componimento, fa sì che il nulla di pochi versi prima, diventi una traccia, abile ma insieme labile, del futuro. E in effetti, a quel tempo, io pensavo di non avere il minimo futuro come poeta. Quindi nel nulla –che proprio in quanto tale, più labile di così non potrebbe essere– ormai vedevo un abile ritratto (cioè fedele e somigliante) del mio avvenire e della mia carriera.
Poi le cose andarono diversamente, per fortuna. E anzi proprio questa lirica fu apprezzata dal compianto critico Walter Mauro, il quale la inserì in un’antologia di autori vari, intitolata Geografie poetiche.