Dipinto di Gianni Strino, particolare
In questa riflessione, Marica Caramia, fa emergere la voglia del ritorno ad un passato dove le parole ed i gesti assumevano un significato vero, lasciando poco spazio al virtuale. Un passato dove la penna stilografica la faceva da padrone nell’interscambio epistolare di tipo affettivo tra due persone e le “sbavature” d’inchiostro sui fogli diventavano preziose testimonianze fisiche del livello emozionale. C’è molto di personale in questo articolo nel quale l’autrice fa velatamente trasparire il chiaro desiderio di riappropriarsi d’una visione romantica e tangibile nei rapporti umani.