Le feste natalizie portano sempre con sé un profumo di cannella e di panettone così, come tradizione, ogni regione porta con sè un bagaglio di ricette che vengono per di più trasmesse di madre in figlia, di nonna in nipote, da quegli antenati che non conoscevano del Natale tutto quello sfarzo e quel consumismo che si coniugano nel verbo “apparire”. Un tempo il Natale, dopo mesi di duro lavoro era fatto per recuperare il tempo perso per stare insieme alla famiglia, festeggiando la venuta del Signore e apprezzando al meglio quel che la terra aveva loro da offrire.
Dopo i “Caucinitt” abruzzesi (clicca qui per la ricetta), dello scorso anno, oggi potrei raccontarvi di una famosissima ricetta natalizia pugliese come i “purcidd”, le “carteddate” o le “pettole”… ma invece voglio tornare indietro con gli anni ad una ricetta povera quanto antica, un dolce che appartiene alle mie radici martinesi e che in assoluto mi fa pensare al Natale e alla mia mamma che lo preparava sempre in questo periodo. Una ricetta che richiedeva amore e anche un pizzico di audacia, un piatto che a tavola non era sempre amato da tutti, un po’ perchè i “ndrem di vicchj” mal si presentavano alla vista -soprattutto a quella dei bambini-, anche se, una volta assaggiati, incuriosivano e tendevano a finire in fretta. Letteralmente il loro nome significa “budella dei vecchi” un nome non proprio carino e, se vogliamo, anche inquietante, ma vi assicuro che, per prepararla, non serve maltrattare nessun vecchietto!
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Sfizi di Natale…. dolcetto tipico martinese
domenica, dicembre 8th, 2019Viaggi che lasciano il segno
venerdì, novembre 8th, 2019Un programma ambizioso per chi é alla sua prima esperienza organizzativa di una gita turistica? Forse! Ma provarci non costa niente e ne vale sempre la pena. Un’escursione in Puglia, non avrebbe posto nessuna difficoltà se avessi optato per un viaggio mistico nei luoghi dove la sacralità è palpabile ed i pellegrini affluiscono numerosi. Tanto per citarne qualcuno, la Madonna dell’Incoronata (la Madonna nera), Padre Pio, Monte Sant’Angelo, San Nicola di Bari, San Nicola pellegrino di Trani e altri ancora.
L’intento era, invece, quello di far rivivere ai gitanti l’emozione di uno scampolo d’estate, fidando nel sole che, imperterrito, continuava a splendere in cielo anche ad ottobre inoltrato.
Brittoli in Poesia. Un ritorno… con successo.
domenica, settembre 8th, 2019
La cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio di Poesia “Lea & Franco Silvestri” (link), si è svolta la sera del 14 agosto a Brittoli, nella panoramica Piazza Sant’Antonio, sotto un insolito chiarore lunare, retaggio del precedente acquazzone estivo. La serata si è svolta in presenza della prestigiosa coppia di emigranti Cav. Franco Silvestri e signora Lea (in primo piano nella foto), cui il premio è dedicato.
In alto la storica facciata della Chiesa gentilizia che si affaccia su una gremita Piazza Sant’Antonio
Brittoli. Ritorna la poesia come ritorna l’emigrante…
lunedì, luglio 8th, 2019
Ed infine l’estate! Si proprio lei! La stagione del calore che ci spoglia dei brutti pensieri. Si lei! La stagione più amata, che ci prende per mano e ci porta lontano, sulle spiagge affollate, sulle isole deserte, dove tutto è permesso, anche il pensare ardito per sfogare la mente, per lasciar posto alla fantasia e declamare poesia. Ed è così che anche noi, fautori di sogni e mercanti di emozioni, di Grafemi dal Cuore, siamo tornati, con la terza edizione del Premio Poesia “Lea e Franco Silvestri“, che tanto successo ha riscosso nelle edizioni precedenti.
“L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo”…la recensione.
sabato, giugno 8th, 2019Nell’aprile 2019 si è affacciato al mondo dell’editoria un curioso libro intitolato “L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo”. Ora penserete che io sia qui a scrivervi quanto questo sia bello, che è il mio libro preferito, che non potrete viverne senza… ed invece vi stupirò: non l’ho ancora letto!
In realtà non l’ho letto perché volevano regalarmelo e con l’allungarsi dei tempi ho notato che, anche volendolo comprare, on-line era già terminato. Quindi voglio proporvi una recensione al buio, se così si può dire, esponendovi quello che mi ha spinta a volerlo tenere in cima alla pila dei libri che ho sul comodino.
Le motivazioni sono prettamente due: la 1) è che il 2 giugno ho assistito ad una delle sue presentazioni (si, ‘presentazioni’ al plurale perché sono tante in giro per il nostro bel paese) e 2) uno degli autori partecipanti è nientepopodimeno che Valentino Di Persio un nostro caro redattore de Il Cofanetto Magico.
Ma procediamo per gradi.
Stress da laureati
lunedì, aprile 8th, 2019
Vi siete mai chiesti cosa succede ad un laureato dopo l’incoronazione e l’essere proclamato dottore? Molti risponderebbero ‘sollevati’, ‘felici’, ‘orgogliosi’, ‘realizzati’ e lo sono, davvero… ma la situazione, per molti di questi, cambia nel giro di poche ore.
La Puglia scopre Van Gogh
venerdì, febbraio 8th, 2019Per chi non lo sapesse, Vincent Willem Van Gogh, nacque a Zundert, in Olanda, nel 1853. Era un pittore dotato di grande sensibilità artistica, definito geniale, folle e visionario. Un’anima tormentata che cercava sollievo nell’assenzio e trovava ispirazione in quel malessere fisico e psichico che lo rese vittima di se stesso alla sola età di 37 anni, all’circa due anni dopo il famoso gesto di autolesionismo che lo indusse ad asportarsi il lobo dell’orecchio sinistro, probabilmente a seguito di una litigata con l’amico pittore Paul Gauguin.
Iniziò ad esprimersi come artista verso i 30 anni. Creò all’incirca 1000 opere tra dipinti, acquerelli, litografie e incisioni all’acquaforte e tante furono le lettere che scambiò con suo fratello Theo, mercante d’arte, che sempre lo sostenne nella sua breve ma intensa vita.
Un impressionista, dal modo in cui usa i colori, che veste i panni dell’espressionista. Rappresenta una realtà distorta che non ha nulla di realistico, esalta il suo lato emotivo, il suo io interiore rispetto alla percezione oggettiva. Uno stile che lo renderà unico nel suo essere.
La Puglia, come altre regioni italiane, ha accolto l’opera di Van Gogh con grande rispetto e dedizione, omaggiando l’artista olandese tramite l’allestimento di mostre e iniziative che ne ritraessero le sue opere.
Una recensione… per amico. “L’Angelo di Bucarest” di Valentino Di Persio
martedì, gennaio 8th, 2019Vi siete mai chiesti come nasce un libro? A me è capitato più volte di chiedermelo, davanti ad un libro che mi rapiva. Ho provato a calarmi nei panni dell’autore per cercare di esplorarne l’animo, le emozioni all’atto di trascrivere i suoi pensieri, che solo lui, e nessun altro, avrebbe potuto modificare, come ad esempio, Jane Austen, nel momento in cui descrive Elizabet mentre rivela il suo amore all’ammiraglio Darcy. Oppure, quando Paatrick McGrath crea quel folle amore tra Stella, la moglie frustrata del vicedirettore di un manicomio, e il paziente Edgar, un affascinante artista manipolatore, assassino in semilibertà. O ancora Stephen King che fa ritrovare Paul Sheldon, ideatore di Misery, dopo averla fatta morire nel suo ultimo romanzo, tra le grinfie della mitica Annie Wilkes, un’infermiera psicolabile appassionata lettrice dei suoi racconti, la quale lo sottopone a crudeli sevizie per indurlo a far rivivere la sua eroina.
Questi sono solo alcuni degli esempi che mi portano a riflettere su come un autore, diversamente da altri, sia portato ad approfondire una parte più sentimentale, psicologica, drammatica o storica all’interno delle sue storie e su come, l’esperienza e la condotta di vita, incidano notevolmente sulla scrittura e sulle capacità di esposizione, peculiarità che permettono ad un autore di poter sfruttare al massimo la propria fantasia ponendola a confronto o in opposizione con la realtà.
Dall’Abruzzo con i “Caucinit”
sabato, dicembre 8th, 2018
Per questo mese mettiamo a riposo le vecchie storie e quelle in itinere per dare spazio ad una ricetta di uno dei dolci più apprezzati e onnipresenti sulle tavole abruzzesi durante le feste natalizie. Si tratta dei “Caucinit“, al singolare “Caucinet”. Il nome dovrebbe derivare da “gabbia”, quindi “gabbiette”. Di fatto sono dei ravioli, a mezzaluna o quadrati, ripieni di ogni ben di Dio: marmellata tassativamente d’uva, pasta di ceci, castagne, cioccolato, crema e via dicendo. La ricetta che segue ci è stata gentilmente fornita da una signora abruzzese trapiantata a Roma, Delia di Iulio, il cui cuor batte, notte e giorno, per il suo Brittoli, un ameno paesello abbarbicato sul cucuzzolo d’uno sperone roccioso, alle pendici orientali del Gran Sasso.
Buone feste da Marica e Valentino!
Rampina, una favola dei nostri giorni (8° episodio)
giovedì, novembre 8th, 2018
Immagine realizzata da Marica Caramia, ispirata dalla
favola di Rampina di Valentino Di Persio
La favola di Rampina è iniziata quasi per caso, si è scritta da sola, senza essere stata cogitata preventivamente. Rampina nacque in una notte tempestosa di maggio di due anni fa, alle falde del Gran Sasso. Una coltre di grandine le impedisce di raggiungere il seno materno. Quando al levar del sole riesce finalmente a trovare la forza di alzarsi, mamma cavalla non c’era più, l’aveva abbandonata nel prato in balia dei lupi. Ma il destino le aveva riservato qualcosa di diverso. Sfugge alla morte per amore della vita, della quale ha imparato a coglierne gli aspetti migliori, grazie ad una serie di esperienze maturate a contatto con l’uomo, dal quale riesce a staccarsi solo grazie al sublime sentimento, detto amore. Buona lettura!
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