Qui, alle pendici del Gran Sasso, nell’ultimo e più antico avamposto del mio paesello, Brittoli, l’inverno si fa sentire presto. La sera, dopo il suggestivo tramontare del sole dietro a “Cannatina“, il freddo diventa sempre più pungente. Il caminetto, come d’incanto, si ridesta dal letargo. Le fiamme, rosse e giallastre, iniziano ad inerpicarsi verso l’alto con guizzi improvvisi, come a voler spiccare il volo dell’Araba Fenice. Non resisto alla tentazione di sedermici accanto, e così, mi sdraio sulla poltroncina al suo lato, con i piedi allungati sul divano.
Amo il fuoco perché è vivo, perché mi dà calore, perché mi dà energia e mi fa compagnia. La mente, sopraffatta dal torpore, si rilassa e le palpebre calano lentamente a sipario sui miei occhi stanchi. Accenno a un sorriso e, beato, mi abbandono alla nostalgia. I ricordi prendono il sopravvento, ne vengo sommerso.