Giorgione, L’adorazione dei pastori
Oggi è dicembre e nonostante il freddo vorrei restarmene a viaggiare. Ma non posso perché il globo terracqueo pullula di gente poco raccomandabile, secondo la quale dio si è manifestato sotto le specie del kalashnikov e della scimitarra, per innescare la prima guerriglia mondiale. E allora, dato che la morte imperversa dappertutto seppellendoci a vista, meglio affidarsi come sempre al Natale e lasciar parlare come ogni anno gli auguri. I miei dicono: «Speriamo di salvarci, cari amici, e di avere una vita serena, al riparo da qualunque dolore».