Non te ne accorgi. Si insinua lentamente nelle fibre del tuo corpo e nelle maglie della tua anima. Comincia con un senso di stanchezza, ma è normale in fondo, no?
Certo: lavori, lavori tanto ed è normale che ti senta stanco. Una buona dormita, e andrà via tutto.
Ma no: il sonno non arriva. Forse sarà solo oggi. E invece i giorni passano. Il sonno, di notte, tarda ad arrivare. Ti addormenti con fatica. Poi ti svegli stranamente presto, stanchissimo. Cerchi di restare a letto ma il cuore reclama il suo spazio nel petto, martella e rimbomba togliendoti il fiato.
Ogni cosa diventa via via più pesante, soprattutto la mattina. Il mondo comincia ad apparirti scuro e invivibile. I colori sbiadiscono e le luci sembrano appannate, oppure accecanti. Ogni rumore si fa assordante, le parole degli amici, dei colleghi, dei familiari diventano insopportabili e indistinti brusìì di alveari impazziti. Guardi i tuoi cari senza capire cosa dicono, le parole vagano nell’aria come suoni privi di significato.
Non hai fame, anzi, a volte non è che ti manca la fame, ma non riesci a sentire il sapore dei cibi.
Quel piatto di melanzane alla parmigiana che di solito ti faceva brillare gli occhi e ti strappava un largo sorriso, ora lo assaggi a malapena e ti sembra che abbia il sapore del cartone
A poco a poco tutto si allontana, perdi interesse fin nelle cose più semplici, ogni cosa ti appare difficile, sempre più difficile. Tutto si rallenta, il tempo si ghiaccia, gli affetti sono lontani e irraggiungibili.
“Mi laverò domani”, ma questo domani non arriva mai, e neanche ti rendi conto che gli abiti sono sporchi, che il tuo corpo è sporco, trasandato, invecchiato. Nulla ha più interesse per te. Passi le notti insonni, in preda ad un’angoscia mortale, e la mattina, terribile, sembra accoltellarti ad ogni raggio di sole. Spossato ti addormenti ad orari impossibili, non lavori più, mangi pochissimo, di fare l’amore neppure se ne parla.
All’inizio i tuoi pensieri sono cupi, un pessimismo doloroso pervade ogni ambito della tua vita. Ma poi anche i pensieri si ghiacciano, te ne rimane uno, uno solo, lento e inesorabile ti ruota nel cervello, sempre uguale, passa e ripassa come animato da vita propria.
Tutto scivola lentamente, pervadendo ogni organo, ogni funzione. E finalmente qualcuno si accorge che c’è qualcosa che non va, che hai bisogno di aiuto.
Molte cose vuol dire la parola “depressione”, questa è solo una delle tante forme. Molti sono i significati di questo termine, ma quando esso è malattia, diventa un mare di fango vischioso, sabbie mobili contro le quali non si riesce a lottare, angoscia profonda, inspiegabile e inesprimibile.
Depressione è una condizione incomprensibile per chi ha la fortuna di non averla provata mai, viene spesso scambiata per pigrizia, per mancanza di volontà. Per il peccato di “accidia”.
In questo nostro mondo, in cui l’efficienza e la velocità sono diventate indispensabili, spesso non c’è posto per comprendere un malessere che rallenta, fino a paralizzare la vita. Ma è una malattia. Devastante. Ti spezza la vita di tutti i giorni, ti allontana dagli affetti, ti rende detestabile agli occhi della gente e perfino ai tuoi stessi occhi.
La depressione si può curare. Con farmaci? Si, certo. Quando si manifesta in questo modo i farmaci sono sovente indispensabili.
Ma si cura anche con la pazienza, con la comprensione, consapevoli che ci vuole del tempo e che espressioni tipo “Reagisci”, “Datti una mossa”, “E’ solo questione di volontà”, non fanno altro che peggiorare (si, è possibile!) lo stato d’animo di chi si trova in queste condizioni.
Lasciare che il tempo, fermo e ghiacciato, si riscaldi e si sblocchi con dolcezza, senza fretta. Permettere al nostro familiare, che si è ammalato, di percorrere tranquillamente il lento cammino della guarigione, senza mettergli fretta, senza alitare sul collo di chi, forze, proprio non ne ha.
In questo modo, a poco a poco il mondo attorno recupererà i suoi colori; i suoni, i sapori, i profumi potranno essere assaporati nuovamente, gli affetti torneranno ad apparirci vicini, caldi, gratificanti. Dolcemente la vita tornerà a scorrere nelle vene, quella vischiosa sofferenza si dissolverà permettendo al nostro caro di ritornare, finalmente, se stesso.
Articolo e foto di Donatella Lai, psichiatra
CHI SONO
Tags: depressione, donatella lai, psicologia
Era il 24 agosto scorso, quando ho varcato per la prima volta in vita mia, la porta blindata di un reparto di psichiatria.
Il primo pensiero è stato terribile: è finita!
Luisa è finita…ed ancora oggi nonostante i farmaci e le attenzioni di chi ho intorno…io non sento, non mi riconosco, mi sento inadeguata!
Prognosi: disturbo depressivo msggiore, ricorrente, moderato 296.32
I farmaci hanno attenuato l’ansia ed il senso di angoscia, i miei familiari mi sono vicini come possono……. non erano pronti nemmeno loro a tutto ciò!
Ho sconvolto anche la vita delle persone che più ho amato….
E’ un miraggio pensare di recuperare il senso della vita….a 52 anni.
Fatti un bel viaggio in Tibet….a me ha funzionato..
Cara Luisa,
non è un miraggio pensare di recuperare il senso della vita; a nessuna età!
E tu hai SOLO 52 anni. Devi solo volerlo, provarci, cercare nuove alternative: per esempio come ti ha suggerito Max un viaggio in Tibet, o la meditazione, lo yoga.
Aiutano a concentrarsi su veri valori e a capire che tanti dolori potremmo evitarli per la loro “inutilità”; e anche semplicemente NON permettendo agli altri di farci del male.
Coraggio! Ti sono vicina! Ce la farai!
sono dieci anni che la combatto e credo che e molto difficile uscire dal tunnel
della depressione.
o provato molte cure ma alla fine solo lievi miglioramenti, o fatto di tutto
ma o perso il senso della vita. eppure a iniziato a 42 anni,
un augurio a tutti ciao
Caro Luigi, il fatto che tu abbia terminato il tuo commento con ” un augurio a tutti” vuol dire che sei ancora una persona interessata, forse meno alla vita, come dici, ma sicuramente agli altri. Un dono prezioso. Il tuo animo è buono e sensibile allora, ti prego, cerca di ” farcela”! Persone come te devono esserci, devono esistere. Ne abbiamo bisogno. La depressione è una malattia crudele che colpisce soprattutto chi ha l’animo sensibile; continua a farti curare, è importante. Auguri di cuore a te!
Salve a tutti, oggi per curiosità sono entrata in questo blog perché noj posso andare da uno psicologo,mia madre non lo accetta, ho solo 26anni e dentro me c’e’ solo buio, sto malissimo, ho sempre voglia di piangere, vorrei scappare, ho sempre bisogno di gente intorno a me, ma non appena vanno via, il buio torna in me, il cuore batte a mille e poi arriva il momento peggiore inizio a collassare, cerco di riprendermi, divento un fremito, il mio corpo inizia a tremare facendomi sfogare nel pianto! Ho paura, tantissima paura, di stare male,di peggioraree sopratutto di far male alle persone che mi amano e che mai vorrebbero vedermi in questo stato…. ma cosa faccio? Come posso uscirne? C’è una soluzione a tutto questo oppure diventerò un vegetale?
Cara Debora,
mi spiace tanto tanto per il tuo dolore, che capisco benissimo. Non capisco invece perchè tua madre non accetta che tu vada da uno psicologo. Allora parlane con il tuo medico di famiglia, che saprà indirizzarti lui a chi potrà aiutarti. Infatti solo una persona competente potrà dirti se si tratta di una crisi passeggera o no. Se ha radici profonde e nel caso da che cosa è nata o dovuta. Ti faccio molto coraggio, Debora; cerca di circondarti degli amici che ami e che ti vogliono bene, perchè anche da loro potrai avere un sostegno. Ti sono vicina. Facci sapere come stai. Un abbraccio, Cristina