Il fotografo Vittorio Giannella (Foto di M. Cristina Giongo)
Abbiamo incontrato Vittorio Giannella, vero artista delle immagini, dei colori; della natura semplice ed incontaminata che riprende in ogni minimo particolare con occhi da esteta e da appassionato viaggiatore.
“La fotografia non nasce da e in una macchina fotografica; lì si conclude”, ci ha detto. “Questo significa che prima devi sapere che cosa vuoi fotografare, poi devi documentarti su ciò che vuoi riprendere, indi è importante costruire una storia; solo alla fine di questo processo è arrivato il momento di fissare il tutto in un’immagine.
La tecnica senza la creatività professionale non serve a niente. Devi sapere cucire le immagini come un abile sarto. Anche un bel sasso può appagare il senso estetico; mi affascina la grafica della natura. Una volta scappai terrorizzato davanti a due giganteschi varani che volevo fotografare!”
Questo ed altro in un’interessante intervista piena di luce; per chi ama la fotografia ed il magico mondo che rappresenta.
Vittorio Giannella con la moglie Ivana, nella loro caratteristica casa a Bussero, vicino a Milano. (Foto di M. Cristina Giongo)
Vittorio Giannella, 50 anni (il prossimo 4 marzo), collabora con importanti riviste del settore viaggi e turismo fra cui Bell’Italia, Bell’Europa, Qui touring, Gardenia, Viaggi del Sole. All’estero ha collaborato con il New York Times Magazine, Times di Londra, Terre Sauvage, Der Spiegel, Geo; con l’UNESCO ha realizzato un servizio fotografico della Micronesia.
Ha vinto parecchi premi, fra cui il “Tourism Photo of the Year” di Singapore. Nel 2000 con il gruppo editoriale Motta ha realizzato un libro di 150 pagine sui parchi naturali d’Abruzzo. Alcune sue fotografie sono state usate per campagne pubblicitarie, come Airone, la rivista della Giorgio Mondadori, compagnie telefoniche ed enti del turismo.
E’ d’origine pugliese ma risiede a Bussero, un delizioso paese vicino a Milano, con la dolce moglie Ivana e la figlia Lucia, di 18 anni, dove mi sono recata per conoscerlo e sentire il suo racconto ricco di magie. E’un uomo alto, imponente, con una gran massa di capelli ed un sorriso aperto, gentile, amichevole, sincero. Quando parla della sua professione si illumina; e starebbe ore ed ore a raccontarti quanto è stata e rimane importante nella sua vita, dopo la famiglia.
Un fondamentale strumento di comunicazione con gli altri per dividere con loro tutto ciò che vede con gli occhi della sua macchina fotografica e gli occhi del suo animo.
Come i miei lettori sanno…io ho un debole per i pugliesi!
Iniziamo quindi con una domanda un po’ “sfiziosa”: come si trova un pugliese abituato al bel mare di Puglia e alle distese di ulivi color argento, immerso fra le nebbie della pianura padana?
Devo confessarLe che le nebbie sono rare qui. D’altra parte ho sposato una ligure e allora andiamo spesso in Liguria. Inoltre viaggio molto per lavoro. Senza contare che i pugliesi a Milano sono molti. Dove abitiamo noi ci sono 5 miei compaesani; un pezzo di Puglia a Bussero!
Fotografare è un talento artistico naturale o si può anche apprendere l’arte della fotografia?
Secondo me è un talento innato. Io ho studiato ben altro: agraria. Ma l’amore per questo tipo di arte era già in me. Volevo condividere con gli altri ciò che vedevo con i miei occhi. Per esempio la bellezza di una farfalla di notte. Da giovane spesso mi alzavo di notte per fotografare gli animaletti che portavo a casa o quelli notturni.
Bruchi, insetti…Seguivo le loro evoluzioni e ne traevo sequenze fotografiche. In seguito ho scelto di dedicarmi a piccoli animali in quanto richiedono meno tempo per fotografarli, considerato che il loro ciclo vitale è più breve. Mentre quello di un airone, tanto per fare un esempio, è più lungo e richiede periodi altrettanto lunghi di osservazione.
Non ha senso fare una singola foto; si deve costruire una storia su ciò che ti interessa immortalare. Questa è magia: fotografare con calma le bellezza della natura. Io sto ore ed ore in un bosco, il mattino presto, a osservare la vita che lo anima, per godere lo spettacolo che ci offre la brina o il sole che sorge.
Il valore di una fotografia è proprio questo: capire la bellezza e studiarla. Purtroppo i giovani al giorno d’oggi sono troppo presi da altre cose e non sanno che emozione sia alzarsi presto al mattino o passeggiare di notte per godere degli incantesimi della natura.
Piangrande (Monti Sibillini). In primavera la piana diventa una tavolozza di fioriture (Foto di Vittorio Giannella)
Allora un fotografo deve essere un esteta?
Sicuramente! A meno che non fotografi documenti o cose del genere. Infatti deve saper estrapolare la bellezza da un elemento naturale, come da una foglia, dalle sue venature…Io ho fatto una fotografia che ha riscosso una grande successo all’ultima mia mostra. Mi trovavo al centro della meravigliosa piazza di Trani, in Puglia, durante una festa locale. Ad un certo punto il mio occhio è caduto su un trombone della banda cittadina ed ho immediatamente colto il riflesso del sole che lo faceva scintillare mettendo in risalto la piazza che “vi si specchiava dentro”, le figure allungate. A questo punto ho scattato subito una fotografia. Altri fotografi presenti non l’avevano notato. Solo io. Sono attimi, emozioni, intuizioni che rendono unica l’immagine che riesci a ricavarne. Quegli attimi, quelle sensazioni, devi riuscire a coglierle subito. Insomma: bisogna saper vedere per fare delle belle foto!
La foto del trombone di cui abbiamo appena parlato, esposta all’ultima mostra di Vittorio Giannella. (Foto di Vittorio Giannella)
Quindi per fare una bella foto è più importante mettervi l’anima piuttosto che la tecnica?
Prima di tutto cominci con la tecnica, che ovviamente devi imparare bene sin dall’inizio. Dopo diventa una routine. Con le nuove apparecchiature in commercio adesso, rispetto al passato, è tutto più facile.
Ma se poi non sai cucire le immagini come un abile sarto per mostrarle agli altri, la tecnica non serve a nulla.
Quali soggetti Le interessano maggiormente?
Quelli che devo cercare con attenzione: come le prime brinate, o ghiacci che creano sculture che si sciolgono e si ricompongono. La foglia inglobata nel ghiaccio. Mi piace la grafica della natura, tutto ciò che appaga il mio senso estetico.
Anche un sasso può appagare il suo senso estetico?
Certo! In Portogallo ci sono rocce multicolori e splendide pietre che rotolando per secoli sono diventate come biglie colorate…Forse stiamo perdendo il senso del bello.
E delle persone che cosa Le interessa?
Lo sguardo, le rughe, una donna anziana che apre una tenda. Ma non rubo immagini di persone; fra me e loro si deve creare empatia. Dobbiamo capirci subito.
Che cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere la sua carriera?
E’ difficile rispondere, perchè sono tempi duri quelli che stiamo vivendo adesso. C’è una grande crisi, anche dell’editoria. Una volta i direttori di giornale prendevano i servizi perchè erano belli; anche se li conservavano a lungo in archivio, in attesa di pubblicarli. Ora c’è meno attenzione.
Io credo che ci sia anche meno rispetto per il nostro lavoro; in questo caso mi riferisco al nostro lavoro di giornalisti.
E’ vero. Meno rispetto, meno senso del bello. Interessa solo quello che fa gossip. Ripeto, anche nel nostro campo stiamo attraversando un periodo difficile.
Quanto potrebbe costare una buona attrezzattura?
Diciamo sui 2000 euro.
E poi, una volta che si è dotati di una macchina fotografica professionale?
Ci vuole una grande creatività, intuito. Una creatività nella professionalità. E, lo ripeto: è fondamentale di documentarsi, soprattutto se si tratta di fotografie di viaggi. Prima devi conoscere il soggetto, il luogo, persino l’animale che vuoi fotografare. Poi puoi creare la tua storia, anche visiva.
La gigantesca foresta dei faggi, soffusa da una polvere di nebbia,
dove Dino Buzzati andava a passeggiare spesso, sopra a Belluno (Foto di Vittorio Giannella, esposta alla sua ultima mostra).
Lei ha tenuto una mostra molto interessante intitolata “ Le immagini di Vittorio Giannella che raccontano le parole dei grandi poeti”, terminata il mese scorso.
“Segue sempre le tracce altrui”, come dice Pablo Neruda, “perchè diventino le sue?”
Questa frase di Neruda rende perfettamente l’idea del mio percorso artistico e visuale; trasformare in luce il gioco descritto dalle parole dei poeti. Mi sono recato nelle diverse case dove ha vissuto Neruda, sono stato negli stessi luoghi dove è stato lui. Ho illuminato quei luoghi e quelle parole per fissarli in immagini altrettanto eterne.
Considerato che il nostro giornale online si chiama Il cofanetto magico… quale è stato il suo viaggio più avventuroso e magico?
E’ difficile sceglierne solo uno. Grazie al mio lavoro ho avuto la fortuna di compiere viaggi meravigliosi e di vivere avventure appassionanti. Un privilegio speciale. Ho ammirato da un deltaplano le famose cascate Vittoria (scoperte da Livingston): un’emozione unica! Ho assistito ad un’aurora boreale: pare un lenzuolo danzante che si esibisce davanti ai tuoi occhi. Indimenticabile! E poi il viaggio in Micronesia, una minuscola isola vicino alle Filippine. Pensate che là usano ancora come moneta una pietra con un buco dentro. Si chiama Yap. Più grande è, più si è ricchi.
Alcuni se la portano in spalla con un legno inserito nel buco o la mettono nel giardino. Mi ha colpito il rispetto per i capi. La popolazione è di statura bassa; davanti al capo devi abbassarti: perchè non puoi superarlo in altezza. Considerata la mia statura…ho dovuto piegarmi in due!
Là volevo fotografare i varani: ma quando mi sono trovato davanti a due varani della lunghezza di 1 metro e 90 l’uno…mi sono spaventato e sono scappato! Una scena comica! Io che correvo e loro che mi inseguivano! Alla fine li ho fotografati da lontano; avrei voluto riprenderli meglio ma la paura ha vinto sul mio amore per la fotografia! Erano dei bestioni enormi!
Vittorio Giannella, ancora una domanda; che cosa le resta da desiderare per il futuro? A parte fotografare un varano da vicino?!
Vorrei raccogliere tante mie vecchie foto per fare una grande mostra allo scopo di mettere ancora una volta a disposizione degli occhi degli altri le più belle immagini che ho scattato. Paesaggi, natura, dettagli, animaletti, meraviglie da tutto il mondo; sottili emozioni. Ho già pensato al nome: la stanza degli occhi.
Allora, aspettiamo di poterla annunciare presto sul nostro Cofanetto in attesa di entrare nella sua magica stanza illuminata dalla luce della sua anima; e da quella della sua macchina fotografica. Nel frattempo i più cari auguri per il suo prossimo compleanno, anche a nome di tutta la nostra redazione.
Maria Cristina Giongo
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Tags: artista, fotografo, magico, maria cristina giongo, varano, vittorio giannella
Fotografare infatti non è semplicemente scattare le foto, ma scorgere e intercettare i particolari, il momento, saperlo riprendere… ottimo articolo come sempre… sono stati appena annunciati i vincitori di World Press Photo.. tra cui anche degli italiani.. Vittorio Giannella.. ha mai pensato di partecipare ?
Cara Maria Cristina, servizi come quello dedicato a Vittorio, fotoreporter di natura e di viaggi con venature poetiche, andrebbero intensificati, sulla tua effervescente rivista on line e altrove, in modo da celebrare e anche rilanciare un genere giornalistico che ha reso famosi giornali che ho diretto: penso in prima battuta all’Europeo e ad Airone, dove i fotoreporter, da testimoni della cronaca e della storia, hanno permesso a milioni di italiani di viaggiare intorno al mondo grazie alle immagini colte dai loro obiettivi.
Un augurio di tante soddisfazioni a te e alla bella squadra del Cofanetto magico.
Salvatore Giannella, Milano
“Delle volte arrivo in dei luoghi proprio quando Dio li ha resi pronti affinchè qualcuno scatti una foto”, così scrive Ansel Adams, e guardando queste immagini pare che succeda anche a Vittorio Giannella.
Complimenti!
Vilma
Grazie al grande scrittore e giornalista Salvatore Giannella per il suo commento; sperando di potere intervistare pure lui per il nostro Cofanetto magico.
E grazie anche a Vilma per la bella citazione.
Cari saluti,
Cristina
è difficile saper fotografare nel vero senso della parola. tutti abbiamo una macchina fotografica a casa, ma pochi sono quelli che riescono a “rubare” gli scatti giusti e far sì che quella foto sia lo specchio dell’anima di chi è stato fotografato (che giri di parole…).
solo una persona sensibile riesce a fare questo “miracolo”….
non servono tanto i corsi di formazione quanto saper cogliere l’attimo fuggente ed in pochi riescono a farlo….
io credo che, in egual misura e forse di più, la foto sia specchio dell’anima …. del fotografo.
Vilma
Ho visto ultimamente una bella mostra di Vittorio Giannella, che conosco personalmente, ed ho potuto comprendere meglio i suoi messaggi visivi perchè mi ha fatto da guida nella lettura delle immagini.
Quale migliore occasione per complimentarmi ancora con lui e ringraziare Cristina per la bella intervista.
Aldo Sterchele
Grazie anche al maestro Aldo Stechele per averci lasciato questo bellissimo commento e per i complimenti!
Un abbraccio pieno di amore: di quell’amore universale che unisce tutti gli uomini che sanno veramente che cosa significhi la parola amore.
Cristina
Ciao Vittorio! come stai?vedo che sei diventato famoso siamo quasi vicini io vivo a verona,avrei molto piacere se ci sentissimo un giorno…
Caro Luca che piacere leggere una tua risposta. Da anni ormai non vedo o sento amici d’infanzia e tu addirittura di scuola. Che fai a Verona ?Dammi un indirizzo mail così ci scriviamo. Un caro saluto
Vittorio