Siccome oggi tutto ruota, in sostanza, attorno agli impegni quotidiani che ci spettano d’ufficio (siano essi piacevoli o seccanti), ecco che la giornata è divenuta il metro imprescindibile, che usiamo automaticamente e d’istinto per misurare la nostra vita, ma anche l’entità dei nostri sentimenti. I quali –battaglieri al massimo durante le ore lavorative, in quanto esasperati dalle lotte e dai duelli che spesso ingaggiamo per emergere ed imporci– si calmano soltanto di sera, quando per fortuna ci è concesso, nell’intimità della famiglia e del riposo, un minimo di sollievo sia dalla competizione che dalle fatiche. E ad essere sincero, nella mia silloge di poesie Manto di vita –pubblicata nel 2005 dalla casa editrice LietoColle di Como (e gentilmente recensita da Maria Cristina Giongo sulle pagine del «Cofanetto»)–, ho voluto tratteggiare proprio il continuo alternarsi d’amarezze e piccole gioie che caratterizza la giornata di ciascuno, e a cui potremmo dare un nome magari un po’ banale, eppure –credo– altamente suggestivo. Vale a dire “magica malinconia dell’esistere”. E poiché una simile mestizia così fatata e sui generis, è salutare inquadrarla, si sa, da angolazioni inaspettate che aiutino a riflettere (nonché a capire che persino l’ombra più cupa è in fondo un gioco di luci), a volte traffico, nella mia raccolta, con termini e vocaboli scientifici. Succede allora che nasca, ad esempio, Io adesso festeggio, ovvero una lirica espressamente concepita per tributare un omaggio affettuoso –e spero originale– ai bei ricordi che tornano occasionalmente indietro, dalla nostra infanzia o gioventù, per tenerci compagnia.
La somma vettoriale delle forze
IO ADESSO FESTEGGIO
Nel vento,
ossigeno vettoriale
che m’indica la distanza
(ovvero la forza)
fra me e l’orizzonte,
la naftalina di vecchie allegrie
mi tiene conservato il cuore.
Ecco perché
io adesso festeggio:
sì, come Athos
–uno dei quattro
bravi un tempo a danzare
a lume di lama–
m’infilzo preciso
una bottiglia alla bocca
deciso a brindare.
Pietro Pancamo
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E sia! La festa è vita. Ci uniamo a te in questa contagiosa allegria.
Mi unisco anch’io a questa festa che è solo sinonimo di speranza nel presente e voglia di allegria!
“La vita senza allegria è una lampada senza olio” (Walter Scott).
Benvenuto alla festa, caro Cristiano!
Il ricordo si fa energia, mete raggiunte e orizzonti nuovi si incontrano tra punte di fioretto brindisi e fine ironia. Il guizzo non manca e Athos danza e richiama gli altri tre: non solipsistico l’invito a festeggiare, e dunque efficace e coinvolgente.
Cara Anna Maria, il suo bel commento è un invito, altrettanto coinvolgente, a ringraziarla davvero molto per le sue acute osservazioni.
Bello questo invito alla festa! Festa è forza che dirige in alto con reciproco scambio di gioia.
E’ vero, basta facce tristi’ se amiamo gli altri nascondiamo le lacrime. Altrimenti come potremmo asciugare le loro…..?
“Gioia, splendida scintilla divina, figlia dell’Eliso” (Friedrich Schiller).
Grazie Laura e Teresa, ma anche Cristina, d’aver accettato l’invito!
Brindiamo, ricordando i piaceri passati e sperando neile gioie future! Del doman non v’è certezza, tanto vale godersela!
Giusto, Bianca! Oltre tutto sperare nelle gioie future va bene ma senza contarci troppo…Solo così potremo goderci quelle presenti!
Grazie d’essere tornata, cara Bianca.
Ma sì, brindiamo pure nei lieti calici. E che la gioia ci porti fortuna!
L’allegria come forma di resistenza, come vettore di festa! Ben detto
Mi unisco anch’io, per cominciare la giornata con questa sferzata di ottimismo! Buongiorno a tutti!
Grazie del suo intervento, cara Sara.
Esatto: l’allegria e dunque il riso come forma di resistenza non solo al dolore esistenziale (che, purtroppo, domina da sempre qui sulla Terra), ma anche alle offese che il cosiddetto prossimo spesso ci arreca. In breve, ridere ci rende padroni del mondo e degli altri (come già sottolineava Giacomo Leopardi, sia nei «Pensieri» che nello «Zibaldone»).
L’allegria è la miglior cura, ridere aiuta a sentirsi meglio e anche a guarire prima.”
Grazie ma grazie per la tua assidua e attivissima presenza, cara Maria Luisa.
Ridere in allegria determina, nel nostro organismo, una produzione più intensa di endorfine e di dopamina: ecco perché, come una ricerca della californiana Lola Linda University ha di recente dimostrato, potenzia il sistema immunitario e la memoria.
Intanto mi godo oggi, poi vedremo!
La tua è una saggia filosofia di vita, cara Nella. La condivido!
Finalmente un po’ di sperimentazione. Ecco la contemporaneità: versi liberi, testo breve ma dal significato complesso. Mi pare, anzi lo è un colpo di genio, la citazione dei vettori. Io la metterei come sfondo della poesia. Donerebbe una veste grafica al contenuto. In fondo la bellezza e la cura della presentazione, se mai siano un male, lo abbiamo ereditato dal passato. Mi riserbo alcune cose che dirò all’autore privatamente perchè in questi versi notoun Pietro Pancamo assetato di innovazione
Caro Emanuele, ti ringrazio di tutto cuore per i complimenti. A dire il vero, non credo di meritarli, grandiosi come sono. Ma essere sopravvalutati infonde coraggio e, almeno ogni tanto, consola addirittura. Grazie di nuovo, dunque, e un carissimo saluto!
E noi tutti festeggiamo con te…..appagati dalla straordinaria immagine del vento quale “ossigeno vettoriale” e forza propulsiva, nonchè quella delle “vecchie allegrie” con la silenziosa, poco appariscente, ma fondamentale capacità conservatrice della naftalina. Bravissimo!
“Bravissimo” è di certo il complimento più bello. Ti sono davvero obbligato per averlo riservato proprio a me, cara Anna Maria.
“Quella vita ch’è una cosa bella,non è la vita passata,ma la futura .
Coll’anno nuovo il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri,e si principierà la vita felice ,non è vero ?” G Leopardi operette morali.
Anche il presente è bello, cara Elena , quando si ricevono commenti leopardianamente incantevoli come il tuo.
Beh, che dire?… Dato che siamo a giugno, vedremo di principiare la nostra vita felice con la nuova stagione, invece che col nuovo anno. Fa lo stesso, in fondo. Anzi è meglio: meno freddo e più sole.
Dall’uscita di “Manto di vita”, ho amato questa poesia, puntando l’attenzione su aspetti che ritrovo nei commenti che precedono il mio.
Ma la poesia è davvero un “cofanetto magico” in cui scovare emozioni diverse, al variare delle proprie esigenze interiori.
Io, oggi, sono alla ricerca di una “strategia di vita”.
……………………………………..,
LA NAFTALINA DI VECCHIE ALLEGRIE
MI TIENE CONSERVATO IL CUORE.
La meravigliosa semplicità di questa ricetta poetica mi suggerisce che conservare i sentimenti, conservando i ricordi, è l’unico modo per vivere in pienezza, in qualunque condizione o costrizione ci si trovi, conservando la propria identità.
La poesia ci conduce a scoprire o a riscoprire verità essenziali.
E le verità, ci assicura Riccardo Bacchelli, sono come il cauterio del chirurgo: bruciano, ma risanano (liberando quindi dalle costrizioni. O, almeno, alleviandone l’effetto).
Grazie infinite del magnifico commento, cara Letizia.
L’allegria è felicità, contentezza e gioia, tutte queste cose assieme riempiono il cuore e traboccano esteriormente nel comportamento estroverso, pazzerellone, purchè non sia finzione…allora diventa squallore …..
Se fra i tuoi amici c’è un attore comico o di cabaret, mi raccomando di non fargli leggere mai questo commento…
Molto bella, molto dolce questa poesia che conferma ancora una volta che la vita non si ripete mai. Ai momenti bui del pessimismo, dei ricordi negativi, della malinconia succedono sempre, anche se brevi, momenti di serenità, di voglia di riprendere il cammino: basta un raggio di sole per ridarci l’ energia di cui abbiamo bisogno. Grazie come sempre per questa riflessione poetica.
Basta un raggio di sole. O magari, come Ungaretti c’insegna, una semplice illusione.
Grazie mille per aver apprezzato i miei versi, cara Marisa.
Basta lasciarsi trasportare ed è SUBITO festa poi…..dipende dalla direzione!
Tutto dipende dalla direzione. Com’è vero! Speriamo dunque che quella arbitrale sia clemente con l’Italia, a questi mondiali.
“…la naftalina di vecchie allegrie…” splendida espressione, il passato che si conserva nel futuro. Questo passato che ha un dolce e nostalgico sapore, perché no di naftalina?
Solo i versi dei poeti non saranno conservati dalla naftalina perché la loro vita è la loro forza e da soli vivono.
Per i graditissimi complimenti, sono davvero riconoscente, cara Marisa.
Giustissimo: i versi dei grandi poeti sfidano il tempo e spesso lo vincono. Sono anzi più eterni degli dei. “Muor Giove, e l’inno del poeta resta”, come diceva Giosue Carducci.
L’inno del Pancamo, invece, non è destinato a durare. Ma se volete ve lo insegno. Inizia così: “Fratelli di Pietro, il Pietro s’è desto;
male ha dormito e l’occhio ha un po’ pesto.
Della giornata è or ora al principio
e stanco si reca là in muni(s)cipio.
È infatti impiegato al Comun di Sant’Elmo
e schiavo fedele del sindaco Anselmo”.
Per le strofe successive, vi rimando al mese prossimo.
La felicità, la gioia e l’allegria sono come tratteggiati sulla sabbia mentre la tristezza, il dolore e la sofferenza vengono scolpite nella roccia. Tendiamo ricordare più i secondi che i primi; come se per quest’ultimi soffrissimo d’una sorta d’amnesia.
Ed è un’amnesia da cui dobbiamo affrettarci a guarire, perché “chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi” (Epicuro).
Grazie, Pietro! Athos e la naftalina mi hanno ricondotta a quel tempo della mia infanzia in cui tutto era meraviglia. Cosi’ ho festeggiato con te! Bella, originale poesia supportata da quella immagine “vettoriale”che le dà “forza”…”Fisica” e “poesia” in comunione…Che intuizione, Pietro! Un “artistico” richiamo a ciò che,in fondo, è la vita. “L’ ombra piu’ cupa è… un gioco di luci”. Salutare, ispirata memoria di verità! Grazie ancora, caro poeta! A presto. Susy
Cara Susy, è una festa averti qui alla mia festa!
Fra scienza e poesia non c’è quella distanza abissale che tutti dicono. Prova ne sia che la Divina Commedia è intrisa di nozioni astronomiche, che Maurizio Cucchi mescola alle proprie le parole di Stephen Hawking e che tempo fa un anziano cosmologo, di cui purtroppo mi sfugge il nome, affermava che chiunque crescendo resti nell’animo un bambino (e continui dunque a interrogarsi, con grande curiosità, sulla vita e l’universo), da adulto altro non potrà diventare che un astrofisico o un poeta.
Una coscienza a posto è una festa continua….. brindiamo !!!
Brindiamo, d’accordo, e beviamo tutti alla nostra salute. Ma senza esagerare! Altrimenti la coscienza ci rimorderebbe…
La scienza e la poesia sembrano spesso inconciliabili. Un connubio impervio, tra il gretto schematismo scientifico e la calda leggiadria immaginifuga del poeta.
Una cosa li accomuna: il guizzo. Il guizzo dello scienziato che rivoluziona il modo di vivere dell’umanità, e il guizzo del poeta, che rivoluziona la soggettività trascendentale ( intesa Kantianamente) dei lettori.
Pietro ha colto meravigliosamente questa analogia: il vettore tra il poeta e l’orizzonte, tiene in piedi il ricordo e la sue sensibilità, il vento, quasi magico, indica la strada per non perdersi nei labirinti della memoria.
Benvenuto a Terenzio, giovane e bravo conduttore radiofonico, che gode senz’altro di tutta la mia stima.
Ebbene, caro Terenzio, più lo leggo, più mi rendo conto che il tuo commento è uno splendido monologo, se non addirittura un “v(i)olo pindarico” (senza offesa alcuna per Matteo, ci mancherebbe… Salutamelo, anzi, perché come presentatore è molto in gamba anche lui).
Il labirinto della memoria è pieno di minotauri feroci, chiamati ricordi. Bisogna imparare a domarli, come in un autentico rodeo. Certo non è semplice per nulla, dal momento che i rodei, si sa, sono uno sport davvero estremo e possono persino risultare fatali. Non lamentiamoci, però. Perché in fondo sono anch’essi un modo come un altro per divertirsi e fare festa. Questo l’ho imparato dai miei parenti del Texas!
“I bei ricordi ci terranno sempre compagnia”, brindiamo sempre ad essi!
un caro saluto
Dato che, almeno a detta di Jean Paul, “il ricordo è l’unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati”, penso che tu abbia proposto un brindisi ottimo sul serio, caro Enrico. Grazie!
Eccomi.. per partecipare alla festa e brindare insieme!!
Molte volte in passato a fronte di situazioni o di eventi che mi davano gioia, mi sono detta: Valeria, questa te lodevi ricordare nei momenti di tristezza o di dolore che inevitabilmente incontrarai..
“La naftalina di vecchie allegrie mi tiene conservato il cuore”: il mio cuore si è fermato un attimo, incantato e rapito dalla sintesi poetica- bellissima, magnetica- con cui tu riesci a “rendere” pensieri, emozioni, situazioni…
Per adattarla all’occasione, rivisiterò per te una famosa e spagnolissima formula di cortesia, cara Valeria Martina, e ti dirò, dunque, che “mi fiesta es tu fiesta”!
Dal momento che ti è piaciuto (e ti ringrazio, anzi, per gli elogi), spero che il mio verso possa rimanerti impresso nella memoria per sempre e conservare intatta la tua serenità, anche nei momenti difficili della vita. Mi auguro, insomma, che per te non ci sia verso di scordare questo verso.
Carissimo Pietro ………….. io brindo, ma nn coi calici, ne’ con bottiglie infilate in bocca ……………
brindo alla bellezza del vento che mi indica la distanza tra me e l’orizzonte !
Riusciro’ MAI a raggiungere il MIO di orizzonte .. ?
Sono sicurissimo che ce la farai! Sebbene, a volte, il nostro tentativo di raggiungere l’orizzonte sia un po’ come la gara fra Achille e la tartaruga…
Grazie dell’intervento, cara Elena.
Festeggio anche io con te celebrando i bei ricordi lavati dalla naftalina! : )
Anche a te, cara Cinzia, un grazie sentito per essere qui con me.
A forza di festeggiare, ho ecceduto un po’ con i brindisi, in questi giorni. Tant’è vero che a un certo punto ho iniziato a vederci doppio. E m’è venuto pure il singhiozzo! Ho provato a farmelo passare, bevendo tutto d’un fiato, e senza mai respirare, una buona foglietta di malvasia. Solo che, invece di andarsene, è peggiorato. Già: è più insistente di prima, adesso. Non capisco proprio perché… Hic!
Brindare, festeggiare ai ricordi della nostra gioventù…..e come spolverare il vecchio cappotto da quell’inebriante profumo di naftalina e riempie i cuori di tanta felicità. Caro Pietro indietro non possiamo più tornare ed allora ubriachiamoci, emozioniamoci ed auguriamoci un futuro sempre migliore.
Complimenti…….continua così………
Perdona il ritardo con cui ti rispondo, cara Antonella. Purtroppo mi sono accorto solo adesso di questo tuo commento così delicato e simpatico.
Beh, con l’estate che ci tocca (umidissima e quasi fredda) il cappotto è davvero l’indumento più consigliabile e appropriato. Altro che ritirarlo in naftalina!
Grazie per i complimenti e a presto!
Spolverare il vecchio cappotto ed immergersi in quell’inebriante profumo di naftalina, riempie il nostro cuore di gioia e tanta felicità, indietro non possiamo più tornare caro Pietro ed allora mi ubriaco e festeggio con te……..
Complimenti …… continua così…….
E’ vero, i vecchi cappotti…certi abiti che sanno di naftalina ma ci ricordano momenti belli, speciali; o anche una vita andata che però ha avuto comunque il suo senso, il suo perchè! Un caro saluto alla cara Antonella!
bellissima! Mi ha fatto subito pensare a Valerio Magrelli. Complimenti Pietro
Sei troppo buono, caro Andrea!